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CRIS PINZAUTI E GIUSEPPE SCARPATO – Intervista su NON ANDAR VIA

CRIS PINZAUTI E GIUSEPPE SCARPATO – Intervista su NON ANDAR VIA

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “NON ANDAR VIA” ho intervistato il suo autore CRIS PINZAUTI e il produttore GIUSEPPE SCARPATO.

Ciao Cris, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Sbirciando nella tua bio, a parte i tuoi trascorsi in tante band, salta fuori un grande amore verso i Kiss, come è nato?
Ciao Maurizio, piacere mio. Il mio amore per i Kiss nasce a 9 anni, quando con mia madre comprammo il primo “stereo portatile” a cassette e ben DUE cassette a mia scelta. La prima occhiata cadde su Killers dei KISS una raccolta con 4 inediti favolosi. E da lì il mio amore non è mai scemato, anche se confesso che la formazione con Thayer e Singer non mi fa impazzire, per scelte artistiche e modalità. Ho avuto anche una Tribute Band dei KISS (i Rock And Roll Over poi rimasti come Kiss Covers) dal 1996 al 2003, in un’epoca in cui non andavano di moda i tributi. Infatti, suonavamo tanto ed in posti belli, una volta addirittura presentati da Gene Simmons in diretta telefonica per la presentazione al Rolling Stone di Psyco Circus. Una band per nazione suonò in anteprima il singolo, contemporaneamente alle altre in tutta Europa, grazie alla Polygram che all’epoca ci mandò il CD col brano in anteprima per impararlo. 

Come si è evoluta la tua carriera e formazione musicale tra le varie declinazioni delle band, Transylvania, Devil’s Mojito, Suzy Q, c’è stato un filo conduttore e quali differenze ci sono in queste diverse band?
I Transylvania sono stati la mia prima band, ma il segno di tutto quello che sarebbe stato dopo, anche se con pause più o meno lunghe. Ovvero la voglia ed esigenza di scrivere musica propria (non ho cominciato con le cover come molti fanno, ma ho scritto subito roba mia, anche se a dire il vero era mediocre, ah aha ah!). Ma anche la voglia di portare un tipo di linguaggio, quello Horror e Noir soprattutto a sfondo psicologico, nelle canzoni. Io amo Alice Cooper che, come l’Horror Orientale, usa quel linguaggio per dire altro. I Devil’s Mojito hanno sfogato la voglia che avevo di suonare e scrivere Hard Rock, anche se alla fine è un linguaggio che mi resta stretto, anche per colpa mia, non ho una vocalità adatta a sfruttare il genere fino in fondo. Ma di certo non l’ho abbandonato. Ci sono molte chitarre nel nuovo disco. A proposito di Horror Music, sono anche un grande fan dei Death SS e avendo avuto la fortuna di parlare spesso con Steve che è sempre fonte di notizie e consigli interessanti, ho collaborato ai cori di ROCK AND ROLL ARMAGEDDON. Infatti, mi si legge nei Credits con mia incredibile soddisfazione. I Suzy Q invece sono una band di cover molto personale, fondata insieme a mio fratello Marzio, più di 20 anni fa. Il fatto di essere così “band” senza sostituti come fanno in molti ed aver personalizzato tutto fino all’estremo, dal repertorio, agli arrangiamenti, fino allo stage plan, ci ha fatto durare così tanto. 

In passato hai già lavorato con grandi nomi, come il fantastico Iacopo Meille, ora è nata questa collaborazione con il super Giuseppe Scarpato, come è avvenuto l’incontro?
Iacopo è un caro amico e mi ha fatto il regalo di cantare con me sul brano ZOMBIE ATTACK di cui esiste anche una versione EP REMIX (queste sono malvagie le idee di Steve!). Giuseppe Scarpato invece non lo conoscevo fino a qualche anno fa. Sono stato prima di tutto un fan, lo guardavo suonare con gli occhi increduli, per il suono e le vibrazioni che riesce a trasmettere sempre. Le Jam Session insieme a lui e Giacomo Castellano poi sono state l’occasione per avvicinarlo e diventare amici. Addirittura, una volta fui chiamato al Jailhouse, insieme a Paolo Loppi, a sostituirli in una occasione per quelle famose Jam Session e sebbene avessi accettato, in realtà me la facevo sotto, e a ragion veduta perché quei due NON possono essere sostituiti, tanto meno da me. Comunque, la storia della collaborazione nasce dal fatto che io scrivo sempre in inglese (per me), ma questa volta avevo fatto un testo anche in italiano di un brano che si chiamava “Don’t Walk Away”. Il testo sembrava forse battere quello inglese ed allora ho chiesto a Giuseppe di aiutarmi ad arrangiarlo, anzi di farlo proprio lui. Come quando trovi un cucciolo abbandonato e non ti senti in grado di occupartene e chiedi a chi ne sa più di te. Mi sono affidato insomma, cosa che di solito non faccio. 

Questo nuovo singolo, Non andar via, a parte la bellezza musicale, tratta di un tema molto forte come la violenza contro le donne, da cosa è nata l’idea di questo testo?
Intanto ti ringrazio per il complimento. L’idea nasce dal fatto che cerco sempre di guardare l’aspetto psicologico di ciò che gli esseri umani fanno. Nella canzone, infatti, faccio parlare il violento, non la vittima. Sono passati decenni da quando Alice Cooper scrisse Only Women Bleed e come sappiamo le cose non sono molto migliorate, quindi perché non scriverne ancora? 

Riprende forse il tema del tuo precedente album, Black, con il lato oscuro che emerge? Anche se in questo caso il lato oscuro è terribile e ben poco affascinante.
Esatto è il punto di cui sopra, l’aspetto psicologico che muove le persone e quindi gli eventi, le mode, le guerre, le scelte politiche. Tutto. Il linguaggio “oscuro” mi è più congeniale per occuparmi della Dark Side degli altri, ma prima di tutto la mia. Il disco BLACK è stata una seduta analitica in cui sono riuscito a fare pace con ciò che apparentemente in me era storto. Non dobbiamo essere indulgenti con noi stessi, ma spesso i nostri difetti non è detto che lo siano davvero e viceversa. 

Come è possibile che l’amore possa sfociare in queste situazioni? Che, come si vede nel video, si possa passare da un momento di gioia alla violenza in così breve lasso di tempo?
Credo che l’argomento sia così ampio da volerci una settimana solo per porci tutti i giusti quesiti. Certo è che l’essere umano si racconta spessissimo delle grandi bugie e vuole crederci. Vuole crederci perché non ritiene di avere le armi per progredire o ancora più spesso, non crede che più in là ci sia qualcosa di meglio, anzi. La paura è un coltello affilatissimo. Ci può salvare, ma con essa ci possiamo ferire gravemente. Dipende dall’uso che ne se ne fa. 

Tuoi progetti futuri? Hai in preparazione un album? Ora che è tornata la musica live, malgrado tutte le limitazioni, stai preparando un tour?
Come accennavo prima, ho in preparazione un album che si chiamerà MOONATICA e sarà un disco doppio. Doppio perché bilingue, ovvero gli stessi brani in italiano ed in inglese, ad eccezione di una cover per parte che saranno in una sola lingua e sono Shock The Monkey di Peter Gabriel e Qualcuno Mi Renda L’Anima di Renato Zero. Il brano “Non Andar Via” farà parte di questo disco nelle due versioni, ovviamente. Ma prima ancora uscirà un altro video, che sto scrivendo in questi giorni. Per la situazione LIVE vediamo…devo capire quale sarà la modalità giusta per presentare il disco, viste le restrizioni non solo tecniche, ma anche in generale di budget che ci vincolano per forza.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Cris Pinzauti

http://www.crispinzauti.com
https://www.facebook.com/crispinzauti.black
https://www.instagram.com/cris_pinzauti
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Ciao Giuseppe, come sei entrato in contatto con Cris?
Mi ha chiamato perché lui è abituato a scrivere in inglese, ma per la prima volta si era cimentato con il testo di una canzone in italiano. Sapendo che io frequento molti cantautori mi disse che gli avrebbe fatto molto piacere che avessi prodotto io il suo brano. Ci trovammo nel mio studio casalingo e mi fece ascoltare la canzone, ne rimasi immediatamente colpito e iniziai a scrivere degli appunti. Lui è un ottimo chitarrista, ma mi ha lasciato carta bianca per la produzione, a quel punto ho preparato le parti di basso e batteria, che poi sono state suonate dal vero da altri musicisti, mentre io mi sono occupato di chitarre e tastiere. Mi è piaciuto sia il tema, molto importante, che la melodia, ho voluto fare anche i cori proprio perché questo progetto mi ha conquistato, cosa non sempre scontata. 

Come dicevi, oltre essere molto bella musicalmente, tratta il tema della violenza contro le donne che è sempre un argomento forte da portare avanti.
Assolutamente, poi Cris l’affronta in maniera anche inusuale, mettendosi dalla parte del carnefice piuttosto che della vittima, lo stesso titolo “Non andare via” indica questo tipo di amore malato, con lui che tesse la tela attorno a lei come un ragno. Come dicevi se ne parla tanto, ma forse sempre troppo poco, per cui qualunque modo per veicolare questo messaggio di sensibilizzazione è benvenuto. Magari in musica arriva anche più facilmente. 

Dal punto di vista tecnico, come produzione hai usato qualche accorgimento speciale?
Visto che si tratta di un argomento abbastanza cupo, ho avuto l’idea conferire alla canzone un tono ossessivo, inserendoci questa ritmica con una drum machine, che è la parte poi fatta suonare al batterista. Il risultato è questo groove ossessivo che accompagna il testo e si fonde alla perfezione con la parte più dolce delle chitarre. 

La differenza tra produrre una canzone di Edoardo piuttosto che una come quella di Cris, usi approcci diversi?
Sono due approcci diversi, anche se io non ho mai un unico modo di lavorare in questo senso, a volte può essere utile ripartire da zero. Ovviamente ci vuole la materia prima, se la canzone è brutta c’è poco da fare (risate). Cambia piuttosto la matrice, Edoardo ha un’anima blues di stampo americano, con il pezzo di Cris ho sentito gli echi degli ultimi decenni di Bowie, che continuo a ritenere siano sempre attuali, d’altronde lui è sempre stato avanti rispetto tutti gli altri. 

Il tema trattato con così tanta forza mi fa dire che forse il rock non ha ancora perso tutta la sua forza espressiva volta al miglioramento e progresso della società, come ogni tanto si sente dire, cosa ne pensi?
Il rock in realtà, se non perde la sua caratteristica di rompere le regole, se mantiene il suo essere anarchico, ha ancora un messaggio forte. Cosa che capita quando è troppo ‘creato’, vuole troppo ‘piacere’, deve essere ‘ignorante’ e ‘vero’, quindi essere così grezzo da mantenere intatta la sua forza di trasmettere un messaggio.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Giuseppe Scarpato

Website: www.giuseppescarpato.com
https://www.facebook.com/giuseppescarpato.music

Instagram: @giuseppe_scarpato
https://www.youtube.com/channel/UC8XqQcqsT4Q7iFnDFZkmVXQ
http://www.myspace.com/giuseppescarpato