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“COME VORREI” – DALISE RACCONTA LA BELLEZZA DELL’ESSERE DONNA

“COME VORREI” – DALISE RACCONTA LA BELLEZZA DELL’ESSERE DONNA

Oggi vogliamo parlarvi di Dalise, un’artista molto raffinata e del suo singolo “Come Vorrei” (The Web Engine), il suo nuovo brano. Si tratta di una canzone che tratta di un tema particolare, il pregiudizio, un testo che veicola un messaggio rivolto alla coscienza degli uomini (ma anche delle donne) che scende molto in profondità. Il pregiudizio coglie trasversalmente gli uomini così come le donne.  Con questo brano, Dalise pone l’accento sul fatto che ancora oggi il corpo delle donne è ricoperto di pregiudizi, luoghi comuni, stigmatizzazioni e significati che “ostacolano la ricerca della felicità a cui tutti, uomini e donne, hanno diritto”, come ci racconta l’artista nell’intervista. Un brano attualissimo, molto molto bello e intenso, dalle melodie oniriche e coinvolgenti e da un prezioso messaggio. Il brano stabilisce anche l’inizio di collaborazione con Roberto Vernetti, produttore artistico di artiste del calibro di Malika Ayane, Anna Oxa e Patty Pravo. Un messaggio intenso e prezioso, quello di Dalise, e non è la prima volta che attraverso le sue canzoni l’artista sdogana l’idea stereotipata della donna, del suo corpo e dei ruoli sociali che le vengono attribuiti e, probabilmente, di messaggi sbagliati.
Abbiamo incontrato Dalise per Tuttorock.

Parliamo del tuo nuovo brano “Come vorrei”, un brano particolare, si parla di pregiudizio anche. Colpisce più uomini o donne?
Secondo me riguarda tutti , sia uomini che donne. Culturalmente però le donne sono maggiormente vittime di pregiudizi soprattutto legati alla fisicità e al ruolo all’interno della società , sia in famiglia che nelle relazioni e sul lavoro. Nel nostro modo stesso di esprimerci, nella lingua italiana, alcuni termini declinati al femminile sono una vera e propria sentenza , un giudizio sull’indubbia moralità della donna. Per questo reputo che le donne siano le maggiori vittime di pregiudizi.

Nel tuo singolo scendi in profondità e tratti tematiche attuali, qual è la tua esigenza narrativa?
La coerenza e la credibilità espressiva della mia vocalità condita dal mio punto di vista e il mio modo personale di sentire le cose. Ho bisogno di credere in quello che canto.

A chi è rivolto il tuo nuovo singolo?
Alla coscienza di tutti gli uomini. Ma anche a quella delle donne. Spesso siamo giudicate da occhi maschili ma capita anche a noi donne di giudicarci a vicenda con lo stesso linguaggio e pensiero che tendenzialmente additiamo agli uomini , per non dimenticare quanto riusciamo ad essere dure con noi stesse.
Il giudizio non va a braccetto con la felicità personale e nemmeno con la ricerca della propria identità.

Il pregiudizio è rivolto sempre a tutti, uomini e donne: come mai è duro a morire, anche nel 2021? Frutto di una società liquida che vive di stereotipi e sola immagine?
Non voglio puntate il dito solo sui social o sulla strumentalizzazione delle immagini. L’umanità può sempre operare una scelta davanti ad un’offerta positiva o negativa. Bisogna secondo me lavorare sui contenuti , sulle abitudini culturali , sugli schemi del passato che vanno aggiornati. C’è bisogno di un upgrade dell’umanità se vogliamo farla funzionare in quest’epoca.

La a felicità è una mente aperta, aspiriamo tutti alla felicità? Felicità o serenità?
Non so se aspiriamo tutti alla felicità. Conosco molte persone che vivono bene nei loro drammi. Nonostante ciò credo che tutti abbiamo il diritto alla felicità e , per quanto mi riguarda , felicità e serenità sono la stessa cosa. Sono una scelta. Ognuno può scegliere di essere felice con le cose che ha, o nonostante quello che ha.

Pregiudizi e stereotipi potrebbero metterci in trappola e farci perdere ciò che la vita ha da offrire, sei d’accordo?
Sono d’accordo al 100%. Andrebbero evitati sin dai primi anni di infanzia , per esempio abbattendo la distinzione tra rosa e azzurro , soldatini e bambole per distinguere maschi e femmine. La vita è una cosa meravigliosa e al tempo stesso complessa. È facile creare delle caselle, delle categorie per semplificare la decodifica di questo mondo così complesso ma non credo sia una strada percorribile da tutti. Alcuni i limiti li usano per proteggere loro stessi. Per altri sono gabbie da aprire. Un’occasione di crescita.

Qual è l’ora migliore per scrivere, comporre, della tua giornata? La notte ti ispira?
L’orario tra le 3 e le 5 del mattino è quello in cui mi vengono le idee all’improvviso. Strutturare un brano e lavorare sul testo e sulla comunicazione è una cosa che faccio meglio durante il giorno. Ma mi prendo molte pause, per non alienarmi.

Un tuo pensiero sulla crisi della musica e dello spettacolo, i luoghi di cultura chiusi in questa emergenza sanitaria:
Credo che la musica non sia in crisi. Si continua a scrivere e creare cose di grande valore , a mio avviso. Quello che sta decadendo è una gestione piramidale del mercato musicale e della discografia. Certe strutture sembrano ormai obsolete rispetto alla musica liquida e gratuita degli ultimi 20 anni. Peccato non ci sia ancora una regolamentazione che tuteli il talento, la creazione artistica. Anche qui andrebbe fatto un upgrade culturale.
Questa emergenza sanitaria ci ha impauriti. La paura non è amica dell’arte. Secondo me, dopo un anno dovremmo aver capito di non essere in grado di debellare questo virus, quindi dobbiamo creare una regolamentazione per poterci convivere. Che ci piaccia o no , fa parte di noi. Non possiamo restare con teatri , cinema e locali di musica chiusi per sempre.

Hai vinto premi e ti sei affermata in prestigiosi Festival. Ci regali un ricordo della tua partecipazione a The Voice ?
Ricordo che avevo ascoltato il taglio della canzone di K. Perry ma non mi convinceva la chiusura del brano. Passai il pomeriggio intero a guardare tutte le performance dal vivo di “Roar” per trovare una soluzione alternativa da proporre. Quando fu il momento di provare in studio, mi avvicinai al maestro Valeriano Chiaravalle per chiedergli se fosse stato possibile modificare il finale del brano. Parlò con i musicisti , provarono la modifica e fu approvata. Fui molto grata al maestro Chiaravalle. Quella modifica mi fece sentire a posto con l’esibizione e mi sentii sicura per la puntata. Nella velocità con cui si fanno le cose in tv, avere avuto 2 minuti per vestire meglio il brano, mi ha incoraggiata tantissimo. Non lo dimenticherò.

Progetti prossimi, Covid permettendo?
Stefano Zanchetti, Roberto Vernetti e io stiamo lavorando al prossimo singolo. Che la primavera ci assista perché poi vorrei anche programmare dei live.

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Alessandra Paparelli