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CILIARI – Intervista al cantautore

CILIARI – Intervista al cantautore

Dopo il successo del primo Ep Lato C che ha superato i 3 milioni di ascolti su Spotify, ho avuto il piacere di intervistare il cantautore Ciliari, che torna con un nuovo EP, Lato D. Ciliari, al secolo Domenico “Domi” Tinelli, è stato frontman e fondatore de Gli Amanti, band indipendente firmata successivamente da Universal Music nel 2014, candidata alle Targhe Tenco nella sezione “Miglior Opera Prima”, in tour nella scuderia Godzillamarket insieme ad artisti come Selton, I Ministri, Il Triangolo e Le Luci Della Centrale Elettrica. Oltre a questo, ha collaborato come testimonial e cantante della Good Company By Trussardi, un progetto della nota casa di moda italiana firmato da Gaia Trussardi.

A dicembre 2020 il progetto vede la luce con il primo singolo Nebbia, a cui seguono altri quattro brani, tra cui Giornata di Merda, che lo ha confermato tra i Best Indie Italia 2021: più di 2,5 milioni di ascolti, la presenza nelle prime posizioni di due delle playlist più seguite di Spotify, Viral 50 Italia e Indie Italia, e le copertine di Scuola Indie e Indie Italia. A gennaio 2022 è uscito il suo primo EP, Lato C, distribuito da Believe Music Italia e prodotto da Riccardo Scirè con Roberto Pace, Adel Al Kassem, Marco Rossi, Luca Mezzadra ed Emanuele Alosi.

Ciao Domenico, benvenuto su Tuttorock, Lato D arriva dopo il suo predecessore Lato C, com’è nata l’idea di chiamarli in questo modo?

Ciao Marco e ciao a tutti! Intanto ti ringrazio per l’intervista.

L’idea di Lato C e Lato D viene dal fatto che volevo dividere un unico disco in due parti e ho pensato ai due lati di un vinile o di un’audiocassetta come quelle che usavo da bambino.

Questo però è anche il mio primo disco da solista, in cui per la prima volta ho scelto di produrre liberamente tutto quello che volevo, di fare quello che mi andava senza limiti di genere o costrizioni varie, quindi anche sui due lati ho preferito partire dal Lato C, che poi sarebbe il lato “Ciliari”, piuttosto che chiamarlo convenzionalmente Lato A e Lato B.

Lato C ha superato i 3 milioni di ascolti su Spotify, Lato D è partito anch’esso alla grande?

Per ora sta andando bene e non posso davvero lamentarmi. Sono contento del pubblico che ha iniziato a seguirmi e ad affezionarsi alla mia musica pur non conoscendomi e con i pochi mezzi che ho a disposizione ma, più che i grandi numeri, direi che la soddisfazione più grande è quella di riuscire ad emozionare qualcuno, anche fossero soltanto 10 persone, sarei felice lo stesso. Il punto è riuscire a trasmettere emozioni e comunicare qualcosa a chi ha voglia di ascoltare e con quello che mi piace fare.

C’è un brano che, quando lo hai riascoltato una volta finita tutta la lavorazione, ti ha fatto dire: “Questo mi è venuto proprio bene!”?

Beh, sono tutti figli miei e sono legato ad ogni brano, ovviamente in modo diverso. Se una canzone finisce nel disco o decido di pubblicarla è perché mi emoziona a tal punto da decidere di condividerla con gli altri. Sono molto pignolo e scrupoloso nella scrittura e negli arrangiamenti, quindi se non sono pienamente convinto e soddisfatto di quello che ho fatto il pezzo non esce.

L’esperienza con Gli Amanti quanto ti è servita per intraprendere questa carriera solista?

Quella con Gli Amanti è stata un’esperienza formativa enorme per me. Riporto sempre tutto quello che ho imparato nel tempo in quello che faccio ora e, se sono riuscito a realizzare questo disco, è anche merito di quello che ho vissuto, compresa l’esperienza con Gli Amanti, insieme ovviamente ad una buona dose di disagi di vita e d’amore.

Il periodo di restrizioni dovuto alla pandemia ti ha reso più creativo o, come nel caso di alcuni artisti che ho intervistato, ha rallentato le tue idee?

Il periodo della pandemia è stato orribile e tutt’ora non è semplice per nessuno ma, per quanto mi riguarda, ha rallentato più che altro le produzioni. Non è stato facile riuscire a trovarsi in studio per registrare e produrre con i dovuti tempi e le dovute attenzioni di cui ogni brano ha bisogno. Sembrava un lavoro infinito ed ero disperato, ma alla fine, dopo tanta pazienza e dedizione, eccoci qui.

C’è un segreto per emergere nell’ambiente abbastanza saturo del panorama indie nazionale?

Se c’è che qualcuno che lo conosce questo segreto me lo dica perché io non l’ho ancora capito. Per ora mi sto preoccupando più di fare canzoni che mi soddisfino e che mi trasmettano emozioni. Del panorama indie non è che ci abbia capito molto. Diciamo che per ora do piena fiducia alle canzoni. Sono convinto che alla fine, in un modo o nell’altro, puoi essere figo quanto vuoi, o farla credere quanto vuoi, ma vincono sempre le canzoni.

Qual è l’origine del tuo nome d’arte?

Semplicemente mi sono preso in giro da solo. Stavo cercando un nome adatto per questo progetto e un giorno, chiacchierando con due amici, abbiamo iniziato a giocare con il mio nome che è appunto Domi. Di lì, in preda alla totale follia, è uscito Domiciliari perché era un periodo in cui me ne stavo chiuso in casa per conto mio senza voler vedere nessuno. Alla fine abbiamo tenuto solo Ciliari.

Hai qualche live estivo in programma?

Certo, stiamo programmando i live ora che è uscito il nuovo disco e troverete tutte le date sulla mia pagina Instagram.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà di chiudere l’intervista come vuoi.

Grazie ancora a te per l’intervista e a chi è arrivato a leggere fin qui!

Ci vediamo in giro e intanto vi lascio alla mia musica, volume a palla e buon ascolto! Bella 😉

MARCO PRITONI