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ANDY FUMAGALLI – INTERVISTA AL POLIEDRICO ARTISTA DAI BLUVERTIGO AI FLUON

ANDY FUMAGALLI – INTERVISTA AL POLIEDRICO ARTISTA DAI BLUVERTIGO AI FLUON

Incontrare Andy Fumagalli, corrisponde alla chance tuffarsi in un mondo creativo a tutto tondo, in cui immagini e suoni si incontrano e compenetrano. Tastierista, saxofonista, membro dei Bluvertigo, voce dei Fluon ed artista poliedrico, conosciuto per le tele ed oggetti fluorescenti del mondo da lui creato di “Cartoonia”.

Mi piace la tua arte che trovo pregna di emozioni dirette. Mi piacerebbe chiederti, sapendo che la tua vita è equamente divisa tra mondo dell’arte e della musica, come l’uno influenzi l’altro e come tu riesca a gestire entrambi le situazioni?
La ricerca sta nel bilanciamento, per cui in uno stato psicofisico bilanciato si riesce a fare buon uso delle due discipline. Ho sempre cercato due canali paralleli sui quali percorrere la mia esistenza, perché sono quelli che mi risuonano meglio. Quindi in realtà le discipline sono sviluppate in maniera molto simile. Io seguo sempre lo stesso percorso creativo, sia per quanto riguarda la pittura, che la musica. Per  cui negli anni, studiando le varie similitudini, mi piace che una supporti l’altra, un po’ per sinestesia, un po’ perché il meccanismo è uguale. Disporre degli elementi su una tela bianca, chi in primo piano, chi a destra, sinistra o in fondo, è la stessa cosa di ciò che avviene in musica, sullo spettro sonoro, tu poni i  vari elementi, la voce davanti, il basso in centro, chitarre laterali o tastiere, per cui mi piace visualizzare questo tipo di codice simultaneo in entrambe le discipline. Nel caso della musica utilizzo molto spesso delle porzioni della realtà, dei campionamenti, sono proprio delle fotografie di un suono, che poi viene manipolato e messo sulla tela e la sequenza viene rielaborata. E lo stesso avviene con i miei dipinti, nel creare la mia “Cartoonia”. I dipinti non sono una fuga dalla realtà, quanto un’amplificazione della realtà stessa, anche  nel creare la musica – se vogliamo –  quando entri in un paesaggio sonoro è lo stesso di quanto avviene in pittura. Entro in Cartoonia e così accade per chi mi commissiona un ritratto od un quadro, lo faccio entrare in questa mia realtà parallela. Per cui se in musica le fotografie dei suoni, vengo campionati, in pittura, ciò che mi emoziona, viene trasposto, proprio per accedere a questa realtà parallela, fluorescente e tamarra.

Mi sembra di comprendere che le tue opere siano anche un’amplificazione del bello…
Si, la mia ricerca è quella. Senza inoltrarmi in discorsi filosofici riguardo all’estetica ed il bello, poiché questo non è il mio campo, però è la mia percezione del bello.

Vedo che effettivamente tutti i soggetti sono eleganti, c’è una tensione alla pulizia, l’ordine e questi vortici psichedelici di colore, sono un invito dell’occhio lineare.
Si, anche questi bordi neri, nascono dall’esigenza di mettere ordine, di non lasciare sfumature, perché nella vita ne ho moltissime e quindi per legge di contrappeso, devo cercare un ordine ed ogni bordo nero di uniposca, che va a concludere un quadro, è la fine di un percorso creativo e della dimostrazione che sono stato in grado di iniziare una cosa e finirla.

È interessante ciò che dici, deduco quindi che la creazione artistica rappresenti per te una meta da raggiungere o, se vogliamo, un compito da portare a termine…
Si, perché avendo una mente costantemente ispirata a seconda dello stato d’animo, diventa poi un problema di esecuzione materiale…

Come mai la scelta del colore fluorescente?
Innanzitutto il discorso nasce nell’infanzia, ogni volta che vedevo un cartello “affittasi” o “vendesi”, rimanevo inebriato dal colore fluorescente, perché era più acceso degli altri. Crescendo, mi affascina il discorso di come il cervello possa codificare i colori a seconda delle frequenze che s’infrangono, per cui alla frequenza di 30Mhz, anche al tramonto un colore fluo si accende di suo, anche di una luce differente, per cui man mano i meccanismi psichici di come noi percepiamo il colore per assorbimento di un tot di luci, per rifrazioni di altre luci, quando ci si mette di mezzo l’eccitazione molecolare del colore fluorescente,  la cosa mi affascina molto. Da un lato cerco la massima saturazione del colore, per dare maggiore impatto, dall’altra parte c’è il fascino verso qualcosa di chimico ed universale.

Nel video “Naked” da te creato con il tuo gruppo Fluon, finalmente questo tuo mondo artistico entra nella musica e lo compenetra… 
Abbiamo creato questo album che si chiama “Futura Resistenza”, siamo in 4 io faccio il cantante ed a fianco, come soci collaboratori di questo progetto ci sono: Fabio Mittino alla chitarra, un chitarrista molto speciale, perché ha avuto la possibilità di studiare con Robert Fripp ed ha un concetto dell’utilizzo dello strumento totalmente diverso. Poi c’è Luca Urbani dei “Soerba”, che tempo fa ebbero un grandissimo successo e Luca è un grandissimo song writer ed infine Fabrizio Grignolo, che è il mio socio di sempre, con il quale portiamo avanti l’attività dello Studio Fluon, perché qui ci si occupa di diverse cose, dall’attività musicale, alla creazione di dipinti, video, foto, diventa un vero e proprio campo base della creatività.

Progetti futuri?
Al momento stiamo portando avanti la promozione dell’album “Futura Resistenza” e ci saranno diverse date estive… Avremo il piacere di incontrare Andy, anche nei concerti estivi dei BluVertigo, come quello del 12 Giugno 2015 al Brianza Rock Festival!

ELENA ARZANI

I Fluon sono formati da: 
Andy (voce, sax, synth)
Faber (programmazione, synth)
Fabio Mittino (chitarra) 
Luca Urbani (voce, synth)

http://www.fluon.it
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