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ALESSANDRO MAIDA – Intervista al regista di MasNada su MagdaClan Circo

ALESSANDRO MAIDA – Intervista al regista di MasNada su MagdaClan Circo

Con questo spettacolo coniugate due aspetti artistici che nel sentire comune paiono quasi agli antipodi, la musica classica e l’attività circense.
C’è da dire che anche il circo ha una sua intonazione classicistica, richiedendo un rigore ed uno studio di grandissimo impegno. Il circo contemporaneo che è quello che fa il MagdaClan, ha proprio questa voglia di fare esplodere queste regole, quindi non ci si rifà ad un repertorio vecchio di secoli, ma ogni cosa di repertorio cerchiamo di cambiarla e farla esplodere. L’approccio e l’avvicinamento di queste due cose crea un contrasto che si tramuta in profondità, narrazione ed intensità. L’idea è proprio di far muovere il corpo ai musicisti e far sentire la musica ai circensi.
 
Siete una realtà che esiste oramai da vari anni.
Siamo nati nel 2011, l’anno successivo abbiamo deciso di prendere un tendone da circo ed iniziare questa esperienza incredibile. Noi non veniamo da una famiglia circense, quindi abbiamo dovuto capire come funziona un tendone da circo, e si è rivelata un’esperienza eccezionale. In questi anni abbiamo creato quattro spettacoli diversi portandoli in giro per l’Italia il più possibile; scoprendo un modo di vivere dove i tuoi colleghi di lavoro diventano anche la tua famiglia con cui condividi tutto.
 
Siete anche molto giovani, tutti under 35.
Siamo sull’orlo, ci stiamo arrivando ai 35, siamo giovani, ma è anche vero che per fare il circo è necessario esserlo perché è difficile farlo quando diventi vecchio e stanco (risate).
 
Altra particolarità vostra è che vi occupate di tutto in toto, compreso montaggio e smontaggio delle attrezzature.
Le economie dello spettacolo italiano non ci consentono di avere una logistica dedicata, quindi siamo obbligati a fare tutto, i facchini, il lavoro di ufficio, stampiamo da soli locandine e magliette.
 
Ora esordite con il vostro spettacolo al Teatro Duse di Bologna, una venue abbastanza inedita per un circo.
In realtà saranno una trentina di anni che in Europa il circo è entrato nei teatri, ma per l’Italia è sicuramente una cosa nuova e solo negli ultimi tempi il circo è entrato nei teatri. Sicuramente è affascinante riempire con l’attività circense un teatro prestigioso come il Duse.
 
Cosa ci possiamo aspettare da questo spettacolo?
Una grande poesia e l’idea di mescolare la narrazione metaforica del circo con quella, sempre metaforica, ma diversa, della musica. Vogliamo raccontare una storia, ma senza usare parole.
 
Quindi vedremo uno spettacolo circense con la musica classica ad accompagnarlo?
Tutto è mirato alla drammaturgia della storia ed all’invio di un messaggio, in questo caso sarà la narrazione di un compositore che passerà una notte d’inferno per arrivare a comporre la sua nuova opera. La peculiarità del circo contemporaneo è di non voler solo mostrare le proprie virtù fisiche, ma anche raccontare una storia.
 
MAURIZIO DONINI


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