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JOHN MURRY – Live @ Antico Convento San Francesco, Bagnacavallo (RA) 23-7-2019

JOHN MURRY – Live @ Antico Convento San Francesco, Bagnacavallo (RA) 23-7-2019

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La serata è molto calda ma, nei chostri dell’Antico Convento di San Francesco di Bagnacavallo, location molto curata e suggestiva, soffia un leggero e piacevole venticello nei minuti che precedono l’apparizione di uno dei cantautori americani più sottovalutati della storia della musica, John Murry, artista con influenze folk, blues, rock e talvolta jazz classe 1979 con due bellissimi album e molta sfortuna alle spalle, nativo di Tupelo (città nota per aver dato i natali ad Elvis Presley) nello Stato del Mississippi. Si respira aria del passato quando il cantautore compare, alle 21 e 45, in completo nero, compreso il cappello in stile Bob Dylan.

Sul palco, per questo concerto organizzato da PMA, facente parte della rassegna “Strade Blu”, organizzazione che porta in giro per la Romagna artisti internazionali di grossa caratura, c’è una chitarra acustica, strumento che John imbraccia salutando i presenti mormorando in un inglese non comprensibile a tutti (eh, l’accento del Mississippi, affascinante ma che richiede molta attenzione) “so che purtroppo molti non mi capiranno”.
Il primo brano proposto è “Come Five and Twenty”, tratto dallo splendido secondo album uscito nel 2017 “A Short History Of Decay”. Si capisce subito che sarà una serata magica, il pubblico assiste interessatissimo in silenzio ad uno spettacolo d’altri tempi, un cantautore con tanta storia sulle spalle nonostante la giovane età, un artista che tra un brano e l’altro racconta storie ed aneddoti, come ad esempio quando parla delle radio del Mississippi.

A dispetto dello sguardo perennemente triste, John scherza, e lo fa con un insetto che emette un gran frastuono dicendo “mi vuoi dare il ritmo per il prossimo brano? Sei un pò troppo veloce però” o con un piccolo cane che si mette ad abbaiare, “ho detto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare?”. Proprio dopo quest’ultimo siparietto parte una splendida versione di “The Ballad of the Pajama Kid”, brano alla “Knockin’ on Heaven’s Door” di Bob Dylan tratto dal primo album “The Graceless Age”.

Alla fine di questo brano John chiama sul palco un musicista molto conosciuto in Romagna, Antonio Gramentieri, detto “Don Antonio”, che, armato di chitarra elettrica, suona alcune note blues accompagnando perfettamente l’artista americano durante “Wrong Man” e un altro paio di brani più indirizzati verso il blues.

Il concerto trascorre molto piacevolmente e, dopo una ventina di brani, l’artista del Mississippi saluta il pubblico dopo circa due ore mentre una fan gli chiede se per favore potrebbe cantare “Little Colored Balloons”, forse il suo brano più bello ed intimo, che racconta di quando egli venne trovato quasi morto dopo un’overdose da eroina durante uno dei suoi periodi più bui. Murry risponde “Tra poco ve la canto”, si assenta per qualche minuto, ritorna, prende la chitarra e si siede su un piccolo sgabello di legno ed esegue il brano in maniera perfetta e toccante per tutta la sua lunga durata, circa dieci minuti.
Grazie a John di questo regalo, grazie per una serata indimenticabile, gli auguro tutto il bene possibile per il futuro, lo merita, è un artista eccezionale, un uomo dal passato molto sofferto ma che spero vivamente che possa avere la sua rivalsa sia nella vita quotidiana che nel mondo musicale.

MARCO PRITONI

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