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Richard Thompson – Beeswing I Fairport Convention, il folk-rock, la mia voce 1967-75

Richard Thompson – Beeswing I Fairport Convention, il folk-rock, la mia voce 1967-75

Tradotto dall’inglese il termine “Beeswing” sta ad indicare quella particolare pellicola di tartaro che si forma nei vini vecchi. “Beeswing” è anche parte del titolo del volume autobiografico di Richard Thompson ora anche in Italia nella traduzione di Gianluca Testani pubblicata dalla editrice romana Jimenez (titolo originale “Beeswing – Fairport, Folk Rock and finding my voice 1967-75”). Il titolo del volume appare ironico e scherzoso e sembra voler anticipare al potenziale lettore ciò che troverà tra le pagine, cioè le memorie dell’infanzia di Thompson e quelle che si riferiscono allo spirito dei Sixties che si mescolano al racconto delle straordinarie scoperte musicali, alle storie personali e alle rivelazioni sociali di uno tra i più significativi esponenti del rock britannico del secolo scorso; quest’ultimo, nel libro, fin dagli anni dell’adolescenza appare destinato ad avere un futuro radioso. Scrive Thompson nel capitolo introduttivo del volume che “Nel profondo, comunque, ero un ottimista; come mia madre, che si era rifiutata di scendere nei rifugi antiatomici durante il Blitz, preferendo dormire nel suo letto e credere che Dio l’avrebbe protetta. Sebbene io avessi una visione più astratta di un universo benigno, come lei pensavo che alla fine sarebbe andato tutto bene. “Scrittore di canzoni e chitarrista sopraffino sia all’acustica che all’elettrica, Thompson entra a far parte del seminale ensemble definito di folk rock dei Fairport Convention nel 1967. Il nome del gruppo viene suggerito da Richard, uno degli amici del chitarrista che disponeva di una nutrita collezione di dischi. Il nome, scrive Thompson, “in linea con formazioni quali Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, Strawberry Alarm Clock e Hapshash and the Coloured Coat, era adeguatamente polisillabico per l’epoca.” […] Facevamo le prove tutte le volte che era possibile, rifinendo un repertorio di cover dei Byrds e dei Lovin’ Spoonful, con un tocco di blues e R&B e di bizzarre canzoni country.” Richard Thompson esce dai Fairport Convention verso la metà degli anni Settanta. Per farsi un’idea delle specificità e dell’impatto sonoro avuto nell’ambito della musica inglese dai FC sarebbe forse sufficiente riascoltare il loro quarto album, “Liege & Lief”, del 1969, uno dei dischi più influenti non solo del folk rock, ma dell’intera storia del rock britannico. “Liege & Lief”, peraltro, tra i diversi traditionals rivisitati contiene due splendide gemme thompsoniane, “Farewell, Farewell” e “Crazy Man Michael”, che ben rappresentano la statura autoriale del nostro e il suo talento di scrittore di dolcissime melodiche folk ballads. A proposito di “Beeswing”, Richard Williams commenta sul Guardian una dichiarazione di Thompson secondo la quale scriviamo canzoni non solo perché ci piace ma anche perché ci aiuta a capire noi stessi e la vita. Lo stesso impulso, nota Williams, sembra aver guidato la tranquillità di questo libro di memorie, in cui l’onestà e l’umorismo sono lucidi e non offuscati dal ritegno. Sincero e spassionato, dunque, il libro che Richard Thompson ha scritto con Scott Timberg getta un ulteriore fascio di luce su un periodo fecondissimo per la musica, un periodo cui gli appassionati di rock inglese guardano con un misto di rimpianto e nostalgia.

GIOVANNI GRAZIANO MANCA

Pagine: 272
Prezzo: € 20
Formato: 14,50×20 brossura con alette
In libreria da: settembre 2021
Traduzione di Gianluca Testani

https://www.jimenezedizioni.it/richard-thompson-beeswing/