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PIERO PELù – Pugili fragili

PIERO PELù – Pugili fragili

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Nello stesso giorno esce il nuovo lavoro da solista di Piero Pelù e quello di Ozzy Osbourne, una congiunzione astrale non casuale probabilmente, tenendo conto che proprio Paranoid determinò la genesi del cantante toscano. Pugili Fragili è un disco che riporta il rocker toscano alle origini, i suoni riemergono duri e sporchi come nei momenti migliori, non perdendo forza nemmeno in Gigante, la canzone presentata a Sanremo, tempio del pop e della musica melodica italiana e possibile fonte di contaminazione del rock più duro. Un pericolo evitato con grande maestria da Pelù che confeziona canzoni dure e cattive affrontando i temi a lui cari come il green, l’ambiente, senza dimenticare le considerazioni espresse da Piero dentro il suo ultimo libro, Identikit di un ribelle.

Se in Gigante viene richiamata la trilogia degli oppressi con i ragazzi di Nisida e la mafia, Ferro Caldo riporta temi come gli anni che passano, un poco la sindrome di Peter Pan che affiora inevitabilmente con lo scorrere del tepo e il vedere crescere la propria prole. Non manca l’omaggio alla grande musica italiana con la cover di uno storico brano rock come Cuore matto di Little Tony, rivisitato facendolo diventare un inno punk urlato in piena corsa. I temi sociali e dei diritti hanno sempre rivestito una fondamentale importanza nel dna di Piero, la musicalmente bellissima Nata libera affronta il tema della violenza sulle donne, una sorta di ballad che entra a gamba tesa sull’impossibilità di certi uomini di affrontare i traumi di una separazione e di gestire le proprie emozioni. Il tema dei rapporti nella comunità degli uomini prosegue nel ruggente duetto con Appino in Fossi foco, spietato j’accuse alle intolleranze verso le diversità, a chi attacca e odia persone che perseguono modi di vivere diversi da quelli considerati socialmente accettabili, che siano rapporti gay o lesbo, ma sicuramente non solo diversità sessuali.

Stereo santo ha un ideale filo invisibile che la congiunge con Luna nuda, il brano scritto con Francesco Sarcina; rivolgendosi al vivere quotidiano, a lasciare lo stress, la tecnologia, i social invasivi, a riprendersi parte della propria vita usando il tempo per ‘vivere’. Che questo voglia dire dedicarsi alle altre persone in rapporti personali piuttosto che uscire di casa e ascoltare musica a palla o camminare per le strade della città. La chiusura di Canicola conclude l’album aperto con Picnic all’inferno, con l’inserto di Greta Thunberg. Una opening e una closing che mettono l’accento sull’ambiente, sul cambiamento climatico, sul mondo che stiamo distruggendo con le nostre mani nell’indifferenza di governanti più interessati agli affari che al benessere mondiale.

Concludendo un disco potente, rock duro e sporco e pesante in maniera positiva, che si rivolge ad un mondo che sta andando sempre più verso il baratro. Una trama musicale fatta di tante schitarrate furiose che lascia il giusto spazio all’elettronica senza farla diventare troppo invadente. Testualità e percorso sonoro si uniscono in un perfetto continuum che pone questo disco in cima alla momentanea classifica dei dischi italiani di questo 2020.

MAURIZIO DONINI 

Tracklist:

  1. Picnic all’inferno (ft. Greta Thunberg)
  2. Gigante
  3. Ferro caldo
  4. Pugili fragili
  5. Luna nuda (ft. Francesco Sarcina)
  6. Cuore matto (cover Little Tony)
  7. Nata libera
  8. Fossi foco (ft. Andrea Appino)
  9. Stereo santo
  10. Canicola

Credits:
Pubblicazione: 21 febbraio 2020
Label: Sony Music
Produzione: Luca Chiaravalli
Mixaggio: Marco Barusso

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VOTO
piero pelù estragon bologna 2019