NO_VOX Ghigo Renzulli – Dizzy
Il 26 agosto del 2022 con la data di Romano D’Ezzelino (Vi) per molti fedeli sostenitori dei Litfiba, ha rappresentato un momento di gran dispiacere, avendo dovuto prendere atto dell’ultimo concerto de L’ultimo Girone tour con cui la band ha appeso gli strumenti al chiodo … si fa per dire. Andiamoci piano però, è risaputo che i due leader Piero Pelù e Ghigo Renzulli dopo aver raggiunto la consapevolezza che era arrivato oramai il momento di intraprendere due strade artistiche separate, non hanno fatto altro che pacatamente congedarsi l’uno dall’altro.
E così mentre Piero Pelù continua a pubblicare album regolarmente con annessa partecipazione sanremese e al Talent show The Voice, l’ex compagno di ventura preferisce incanalarsi verso sentieri strumentali che lo hanno portato a pubblicare l’esordio CINEMATIC (Radical Roads records – 2020), con sua grande sorpresa apprezzato da pubblico e critica.
Dopo aver chiaramente dettato la rotta di questo nuovo percorso senza aver potuto intraprendere molte date live per l’esordio, con il nuovo DIZZY perlopiù composto in un periodo di grande tranquillità, viene dato spazio a quella volontà di espressione del chitarrista che si è andata a sviluppare prediligendo il suono di insieme di una nuova band (che con le numerose partecipazioni arriva a toccare i 14 elementi!) dove a dominare il tutto è la voce degli strumenti e non quella di un cantante.
Si respira un clima di libertà di creazione dove l’estremo e variegato ventaglio di atmosfere che seppur discostandosi da quanto fatto con la band fiorentina, cammina su territori noti quale la musica latina, ballate folk e magie strumentali (Morricone docet) che potrebbero perfettamente essere la colonna sonora a film o sequenze di immagini ancora da girare. Una prevalente voglia di narrarsi ed una grande proiezione di carattere autobiografico che emerge da ogni brano, le cui elaborate melodie unite al lavoro di Mauro Lallo (basso) e Richard Nielsen Cocciarelli (batteria), abbelliscono e completano composizioni dall’elaborata struttura ma di una nobile semplicità. Il senso di vertigine (di qui per l’appunto il termine dizzy che da il titolo all’album) che permea l’intero lavoro e nel quale sono racchiuse visioni, rimembranze e pellegrinaggi che sono il frutto della capacità creativa dell’artista di adozione fiorentina e che come egli stesso ha dichiarato, gradisce che gli vengano riconosciute nel seguente ordine le figure di compositore-arrangiatore-chitarrista.
Non citare “Stroboscopico”, un trascinante brano dove un equilibrato alternarsi di suoni soffici e aspri ne fa una delle tracce in cui la chitarra (peraltro sempre protagonista dell’intero lavoro), ha modo di gestire creare melodie insinuanti senza mai perdere il ruolo di guida ritmica intorno alla quale girano tutti gli strumenti. Con “Stella del Sud”, che definire un puro rock di atmosfera in cui è possibile cogliere quegli umori da cui si sentiranno naturalmente attratti coloro che hanno amato lavori come EL DIABLO (1990) e/o TERREMOTO (1993), mentre la danza caraibica di “Exotica” con l’imprescindibile tromba di Fabrizio Cangi, ci porta dritti al precedente CINEMATIC. Tocca a alla gitana “Circus” sviscerare atmosfere più familiari e senza dubbio apprezzate da chi non ama l’immobilità stilistica. A suggellare il contatto con la contemporaneità c’è “Engelcord suite” che strano ma vero, fa incontrare con gusto i tedeschi Rammstein ed il celebre compositore milanese Nino Rota, mentre “Terra blues” (dedicata al celebre club newyorkese di Bleecker street), è per Ghigo una brillante valvola di sfogo di un’incontenibile gioia elettrica, che sancisce ancor di più chi è al timone del disco. Se il rifacimento arricchito di “Abuse junction” e le successive “Hermosa” che con l’accattivante sax di Chris Pacini e il fondamentale arricchimento sonoro alle keys di Fabrizio Simoncioni (apprezzabile non solo dietro la consolle!), non sfigurerebbero e né sarebbero sminuite come sottofondo in un raffinato lounge bar, sicuramente consegnano alla lisergica title-track (posta in apertura) e alla cadenzata “Strano fiore” – almeno a parere di chi scrive, – il ruolo di brani da cui iniziare l’ascolto del disco al fine di poterne massimizzare l’apprezzamento.
A chiudere, “Texana”, “Alcazaba”, “La Grande notte” e “Il Canto dei vivi” tracce già note ma in versione 2024, che arricchiscono ancor di più un disco di un navigato musicista capace di pubblicare un elegante secondo capitolo in studio, con la consapevolezza di non dover dimostrare niente a nessuno, se non di continuare a fare musica con quell’onestà intellettuale che lo ha sempre contraddistinto e che vide in ENEIDE DI KRYPTON (1983) dei Litfiba l’origine di tutto …. per l’appunto un album strumentale.
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
- Dizzy
- Terra blues
- Stroboscopico
- Engelcord suite
- Strano fiore
- Stella del sud
- Exotica
- Circus
- Abusey Junction
- Hermosa
- Hermosa (nocturno)
- Texana (2024 version)
- Alcazaba (2024 version)
- La grande notte (2024 version)
- Il Canto dei Vivi (2024 version)
Credits:
Etichetta: Radical Roads
Pubblicazione: 29 novembre 2024
Produttore: Ghigo Renzulli e Alberto Pirelli
Registrazione: Fabrizio Simoncioni
Studio di registrazione: D:Pot Recording Arts
All music composed by Ghigo Renzulli except:
1) “Abusey Junction” by Oscar Jerome;
2) “Engelcord Suite” (in Engelcord) by Rammstein;
3) “Amarcord” in “Engelcord Suite” by Nino Rota.
Recorded & Mixed by Fabrizio Simoncioni at D:Pot Recording Arts.
Assistant: Matteo Niccolai.
Mastering by Ted Jensen at Sterling Sound – Nashville except “Hermosa” (Nocturno)
VOTO
Band:
Ghigo Renzulli: Electric & acoustic guitars, Vocalism on “Strano Fiore”, Samples
Fabrizio Simoncioni: Keyboards & Synths
Mauro Lallo: Bass
Richard Nielsen Cocciarelli: Drums & Percussions
Additional musicians:
Dado Neri: Bass on “Dizzy”
Christian Tipaldi: Piano in “Hermosa” and “ Hermosa” (nocturno)
Tinkara Kovac: Flute in “Strano Fiore”
Enrico “Drigo” Salvi: Electric guitar in “Abusey Junction”
Cesare “Mac” Petricich: Electric guitar in “Abusey Junction”
Chris Pacini: Saxophone in “Hermosa”, “Terra Blues”, “La Grande Notte”
Francesco Cangi: Trombone in “Exotica”
Antonio Gabellini: Acoustic Guitar in “Strano Fiore”
Pino Fidanza: Drums in “La Grande Notte” “ Il Canto dei vivi”
Luca Imperatore: Flamenco Guitar in “Alcazaba”
Ugo Nativi: Percussions in “La Grande Notte” “Il Canto dei Vivi”
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…