LUCA D’ALBERTO – Exile

Reduce del successo del suo primo disco Endless uscito nel 2017, il compositore e polistrumentista Luca D’Alberto torna sulla scena musicale con il suo ultimo lavoro intitolato Exile.

Potendo vantare ormai una certa fama (in Italia e all’estero), ma soprattutto la stima di personaggi del calibro di Wim Wenders e Michele Placido, la musica di Luca d’Alberto procede ininterrotta attraversando i confini della musica classica e della musica elettronica, dimostrando di poter assolutamente competere con la musica iternazionale, lo dimostrano brani come The Truth About Us che (se non fosse per qualche “sviolinata” a volte un po’ eccessiva) potrebbe sembrare una qualsiasi coda di un brano di Jon Hopkins. Sebbene Exile possa sembrare a un primo ascolto un disco di pura Contemporary Classical Music ci si sbaglia, a smentirci ci sono brani come Pianodiscoteque, dove uno strumento così classico come il piano si fonde a un’elettronica minimale che porta il brano ad un crescendo incredibile fino a far diventare il pezzo quasi ballabile. Exile funziona bene soprattutto come colonna sonora, lo dimostrano i due videoclip di Like We Were e Pianodiscoteque, dove vengono utilizzati alcuni frammenti di vecchi film in bianco e nero che si sposano alla perfezione con la musica di D’Alberto. In definitiva Exile risulta sicuramente un disco interessante, con almeno un paio di brani ottimi ma che vede probabilmente negli arrangiamenti degli archi il suo punto più debole a causa della loro forma sin troppo “classica” (Astronaut In The Rising Sun). Nonostante ciò quella di D’Alberto resta, in Italia, una realtà completamente inedita e che, chissà, magari in futuro potrebbe dar vita a un vero e proprio movimento musicale.