FLOWER FACE – Girl Prometheus


Sebbene le poche ed imprecise notizie oltre ad un tutt’altro che esaustivo press kit pervenutomi non aiutino ad inquadrare l’artista in questione, posso dire che l’ascolto del disco e la ricerca di qualche nota biografica in più hanno sicuramente ha stimolato e premiato il mio interesse verso questa quasi ignota (…almeno per me) Flower Face. Dietro questo affascinante pseudonimo si presenta Ruby MacKinnon, cantautrice canadese di 26 anni, che seppur incida musica da oramai una decina di anni, solo da quando è riuscita a rientrare tra le grazie del gruppo Nettwerk, la strada per far diffondere il proprio nome e la propria musica è sicuramente stata meno in salita degli esordi adolescenziali.
Il genere proposto è un goth-folk caratterizzato da atmosfere tranquille e suadenti in cui fa capolino una tenue tristezza, che fa di una musica evanescente il proprio punto di forza, lasciando all’introspezione delle liriche un ruolo guida e di inevitabile interesse per chi ascolta. Una voce che sebbene scorra sempre fluida è in grado di trasmettere una sensibilità interiore figlia di quei sentimenti che scaturiscono dall’intimo più profondo, senza mai perdersi in territori eccessivamente oscuri e/o sdolcinati. Sono facilmente palpabili atmosfere che rimandano all’incanto e al magico facendo emergere elementi e sfumature sonore che per la loro singolarità possono a ragione essere considerati fuori dal comune, così come l’andatura malinconica e fredda riesce comunque a rendersi commestibile per via di un gradevole approccio melodico.
GIRL PROMETHEUS arriva a due anni da THE SHARK IN YOUR WATER (Nettwerk music) e per l’artista nativa di Montreal è l’occasione di fare un ulteriore passo in avanti dal punto di vista qualitativo, dove le parole figlie di un’adolescenza difficile (un cancro a 17 anni combattuto e con cui convivere non è cosa facile per nessuno…) si accompagnano ad una musicalità introspettiva che fa da colonna sonora alla voglia di affrontare e superare le difficoltà. Un senso di religione che traspare dalle sonorità avvolgenti ma anche dai tratti acustici che ne sono il perfetto contraltare, enfatizzando lo spleen dei testi privi caratterizzati da un manifesto goticismo senza mai cadere in un incontenibile senso di oppressione. Una voglia di sperimentare che emerge da atmosfere guidate da stati d’animo che appaiono come pilotati ed assuefatti a malesseri ingestibili, che non rinuncia a generare piacere nell’ascolto anche per i meno avvezzi a certe sonorità.
Basta ascoltare “Cat’s cradle” (il primo brano in cui mi sono imbattuto) per percepire l’andamento di un soffuso dream pop unito a magia che si propaga attraverso una trama avvolgente che emoziona e cattura dall’inizio alla fine. Le dolci corde pizzicate di “Maniac” che nonostante la sua brevità riesce a farsi apprezzare per le semplici armonie, così come la sofficità di “Valentine” tanto dolce nell’incedere e che ben si amalgama nonostante tutto con la crudezza e l’onestà delle parole. Si continua con un’affinità stilistica tra i brani che ci porta ancora ad apprezzare “Skeleton key” (dal ritornello arioso ed ipnotico) e la conclusiva “If I beg you” (intensa ed avvincente) che chiude al meglio l’album.
Se tornate a casa e cercate la tranquillità, spegnete la luce, fate partire questo disco e non ve ne pentirete.
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
1 Biblical Love
2 Cat’s Cradle
3 Maniac
4 Valentine
5 Eternal Sunshine
6 The Ides of March
7 Cordelia
8 Squirrel Cinderella
9 Skeleton Key
10 Pushing Daisies
11 If I Beg You
Credits:
Pubblicazione: 1 novembre 2024
Etichetta: Nettwerk Music Group – Bertus
Band:
Ruby McKinnon aka FLOWER FACE
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…