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DREAM THEATER – Parasomnia

DREAM THEATER – Parasomnia

“Parasomnia”, un album molto atteso il 16° della lunga storia dei Dream Theater. Un album molto atteso più che altro per il ritorno in pianta stabile di Mike Portnoy. E’ proprio il suo ritorno che emerge di più in tutti i brani dell’album, ha riportato in seno alla band entusiasmo, energia e tante idee, Mike Portnoy è un vero fantasista (parola usata di più in gergo calcistico, ma calza a pennello su di lui), un drummer eccezionale, riempie tutti gli spazi, una ritmica ed una tecnica pazzesca. Ritornando all’album,“Parasomnia” ci riporta a album come “Train Of Tought” e “Octavarium” e se vogliamo citare qualcosa di più recente, direi “Distance Over Time”, album che ho apprezzato molto. Un grande fascino ha anche il disegno di copertina che riprende n po’ “Images And Words”, c’è la bambina, un po’ cresciuta, ma il tutto è molto dark non ci sono colori accesi tutta ruota intorno al nero e al bianco e alle loro sfumature, sicuramente un accenno al difficile momento che sta vivendo il mondo e l’umanità. Otto brani di cui una splendida suite, brani marchiato a fuoco Dream Theater, un marchio indelebile.

IN THJE ARMS OF MORPHEUS: Splendido strumentale dall’andamento un po’ doom, dove si sente il ritorno di Mike Portnoy che si predica in rullate a non finire e poi tutta la band fino alla parte rallentata e melodica dove John Petrucci incanta con assoli passionali densi di feeling e in stile neoclassico, da ovazione e da brividi, Petruicci trasmette intensità, passione e feeling, dove le dita sono guidate dal cuore.

NIGHT TERROR: Brano che già conosciamo, primo singolo e video e dove si sente ancora una volta il ritorno di Portnoy. Il sound riporta all’aggressività di “Train Of Thought”, riff di chitarra micidiali, una sezione ritmica potente ed articolata e arriva la voce ci James LaBrie che crea quel refrain molto melodico ed orecchiabile e le tastiere dio Jordan Rudess sono un po’ nel retroscena, anche se si sente il tappeto di Hammond e si lancia in un keyboard solo di grande effetto e poi la parte strumentale, i controtempi di Portnoy e i virtuosismi di tutti gli altri.

A BROKEN MAN: Altro brano che già conosciamo, secondo singolo e video (molto attuale con immagini di catastrofiche guerre). Brano molto heavy, il drumming di Portnoy è un treno impazzito in folle corsa, le tastiere di Rudess creano ambientazioni dark e cinematografiche, la voce di LaBrie è più aggressiva per contrastare il durissimo e graffianti riff della chitarra di Petrucci, ma il ritornello apre a melodie meravigliose e avvolgenti. C’è poi nella parte strumentale il rincorrersi di tutti gli strumenti e il guitar solo che apre al jazz e al blues.

DEAD ASLEEP: C’è un riff di chitarra molto heavy metal anni ottanta e Rudess crea un tappeto di Hammond distorto e arriva puntuale la chitarra di Petrucci con assoli toccanti e passionali. Più di undici minuti di grande progressive metal e con orchestrazioni tastieristiche di grande effetto.

MIDNIGHT MESSIAH: Terzo singolo e video, un arpeggio fa presagire ad una power ballad, con le tastiere che creano cori da Canti Gregoriani, ma il brano cresce, progredisce, si velocizza e decolla. Arriva la voce di LaBrie e ci sono influenze dei Metallica (As I Am?) e irrompe il ritornello, mai sentito prima dai Dream Theater, un esplosione heavy metal ai confini del thrash e possono venire in mente i Judas Priest e l’assolo all’unisono Petrucci/Rudess. Splendidamente trascinante!! Il brano più heavy dell’intero albuim.

ARE WE DREMING?: Brevissimo strumentale atmosferico che fa da unione al finale dell’album.

BEND THE CLOCK: Splendida ed emozionante ballad, che fa rabbrividire, James LaBrie canta con passione e trasporto su tonalità più basse e più adatte alla sua estinzione vocale attuale. Ci sono poi i riff melodici di Petrucci, il refrain che fa chiudere gli occhi e sognare e un John Petrucci in stato di grazia che incanta e ci abbraccia con melodie toccanti ed emozionanti, un feeling pazzesco e una standing ovation è doverosa e peccato che l’assolo sfuma piano piano.

THE SHADOW MAN INCIDENT: L’apoteosi, una lunga suite che supera i diciannove minuti e mezzo e c’è tutto il mondo dei Dream Theater, atmosfere difficili da raccontare e forse siamo ai livelli di “A Change Of Seasons”, tante idee e sfumature, atmosfere maestose ed epiche e tantissima altra carne al fuoco, una lunga apertura strumentale ed ognuno mette il meglio di sé sia in sede strumentale che di composizione e la chitarra di John Petrucci che continua ad incantare ed emozionare.

Ub album a mio avviso eccellente ma come sempre farà discutere, già o sta facendo in realtà, cji lo esalta, chi ne sarà indifferente e chi lo detesterà, ma questa è la magia dei Dream Theater, una band che ha però una vasta schiera di estimatori, di fan fedeli che ad ogni uscita del Teatro Dei Sogni prova emozioni e rispetta le varie scelte che la band fa per cercare in parte di dare un volto diverso, anche se di poco, ad ogni album rimanendo sempre fedeli al proprio stile indiscutibile e unico.

FABIO LOFFREDO

Tracklist:

01. In the Arms of Morpheus
02. Night Terror
03. A Broken Man
04. Dead Asleep
05. Midnight Messiah
06. Are We Dreaming?
07. Bend the Clock
08. The Shadow Man Incident

Label: Inside Out Music/Sony Music
Genere: Progressive Metal
Anno: 2025

0
/10
VOTO

Band:
James LaBrie: Voce
John Petrucci: Chitarra e cori
Jordan Rudess: Tastiere e cori
John Myung: Basso e cori
Mike Portnoy: Batteria, percussioni e cori

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