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PARTE DOMANI LA 21a EDIZIONE DEL LUCCA SUMMER FESTIVAL TRE GRANDI PARTNERS AL FIANCO DELLA …

PARTE DOMANI LA 21a EDIZIONE DEL LUCCA SUMMER FESTIVAL TRE GRANDI PARTNERS AL FIANCO DELLA …

Si erge monumentale il palco in Piazza Napoleone. La musica si prepara a invadere la città.
Inizia il Lucca Summer Festival e il resto è rumore.
 
Dalle desertiche lande californiane arrivano i Queens of the Stone Age, la voce teatrale, la forza conturbante della chitarra e l’aria dura di Josh Homme lo trasformano nel John Wayne del rock. Intensa e divertente la complessità cerebrale di Caparezza  e la trap di Sfera e Basta animera’ i giovanissimi . Le luci della ribalta si accendono per gli  Hollywood Vampires, l’esplosivo gruppo guidato da Alice Cooper, Joe Perry degli Aerosmith e un prorompente Cappellaio matto alla chitarra, Johnny Depp. Non sono i soli a onorare musicisti leggendari: con Ringo Starr a salire sul palcoscenico sono le leggende stesse, custodi della tradizione del rock ‘n’ roll. Passato e presente si mescolano, ma il tempo non passa per Roger Waters, la mente dei Pink Floyd che si è rivelato più contemporaneo che nostalgico con il suo spettacolo infernale e il suo ghigno sdolcinato. A dimostrare che sono umani dopotutto, i Gorillaz, in una festa per la fine del mondo. L’eroe del folk americano, James Taylor, in bilico come un funambolo tra malinconia e allegria. Il re delle buone maniere, che ha fatto di «calma, dignità e classe» il suo mantra, Gianni Morandi. Tre uomini, Max Pezzali, Nek e Renga, sotto l’egida dei propri successi, insieme per riscrivere la loro favola. Se una volta avevamo Re Artù o Odisseo, ora abbiamo Nick Cave, un poeta che fuma una sigaretta dopo l’altra, un pistolero che vede Dio negli occhi di una donna. A sfidare il diavolo per prenderlo per mano c’è Lenny Kravitz con le sue melodie soul, funk e rock. A creare momenti di sorprendente bellezza, energia esuberante e di dissonanza i King Crimson. Le prodezze e i virtuosismi di Marcus Miller in una continua altalena che oscilla tra frenesia e fragilità. Norah Jones, armata di quell’inflessione sdegnosa e latente nella voce, con cui ha dimostrato di saper cantare qualsiasi cosa, arriva negli angoli più perduti della piazza.
 
Un festival senza etichette che esplora un mondo fatto di pezzi e si dedica all’uno all’altro con la stessa sincera devozione.