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Giù la maschera dagli UNMASK, nuovo progetto di casa Volcano Records

Giù la maschera dagli UNMASK, nuovo progetto di casa Volcano Records

Nati nel 2006, gli Unmask sono una rock band romana, con influenze alternative, progressive metal ed art-rock, composta da Ignazio Iuppa (voce e synth), Claudio Virgini (chitarra), Daniele Scarpaleggia (basso) e Dario Santini (batteria) con all’attivo 2 album e un’intensa attività live che ha visto il gruppo condividere il palco con artisti nazionali ed internazionali come Tides from Nebula e Crash of Rhinos.
“One Day Closer” è il nuovo disco degli Unmask pubblicato il 17 novembre 2017, un lavoro articolato e complesso che fonde stili ed influenze varie con arrangiamenti post-progressive ed a tratti criptici.
 
IL NUOVO DISCO
ONE DAY CLOSER è la fotografia di un istante: quello in cui ci si ferma ad ascoltare lo scorrere del tempo e si cerca di afferrarlo tra ricordi e aspettative per poi doverlo inevitabilmente lasciare andare e guardarlo passare. Il tempo cambia lo stato delle cose, ferisce e cura, è sempre con noi e eppure è invisibile, intangibile e apparentemente impercettibile. Così in una riflessione ampia tra ricordi d’infanzia (Childhood), relazioni passate (Far Awaye Margot) e considerazioni su esperienze e desideri (Memento e Midnight Date), si coglie l’essenza di questo fluire (Flowing) e l’unico modo in cui ci si riesce veramente a connettere, nella percezione dell’attesa, quella di “un giorno più vicino”. Nelle 10 tracce che compongono “One Day Closer” gli Unmask scaldano le loro sonorità post-progressive con l’utilizzo di amplificatori valvolari e sintetizzatori analogici. La composizione è più essenziale e diretta, rispetto alle precedenti produzioni, per esaltare la compattezza del muro sonoro. L’album è stato registrato e mixato da M.I.L.K. – Minds In a Lovely Karma (Roma), masterizzato presso il Fluid Mastering (Londra) e distribuito da Believe.
L’artwork del disco è stato realizzato da Mirko Di Geronimo, in un percorso di tre tappe: Flowing, Memento e One Day Closer. La grafica nelle tre cover infatti si è andata costruendo, arricchendosi di elementi e vissuti, proprio per rappresentare il concept e il filo conduttore che lega i testi dei brani.
 
I SINGOLI
FLOWING (https://www.youtube.com/watch?v=j_SudsAo6a0)
L’incedere è incalzante, il ritmo è serrato ma la melodia scorre libera con un’armonia travolgente.
Così il ritorno sulla scena degli Unmask, un forte impatto sonoro e dei temi di grande riflessione.
Flowing, uscito il 16 giugno, è il primo singolo estratto da One Day Closer.
La band romana trae ispirazione dalla tradizione greca, in particolare dall’aforisma “Panta Rei”. Il brano recita: “You cannot get wet on the same place twice” e ancora: “Don’t forget it boy, you’ll never be the same”. Flowing è la fotografia di un istante: c’è un fiume placido e paziente. Si snoda tra le terre e i monti. Cosciente del suo essere eterno, neutrale. Attraversa civiltà ed epoche, lava e salva o trascina e danna, svela la natura di chi lo naviga, guado sicuro o ripidi flutti. Tra bene e male lui non decide, giudice imparziale e senza fine: sono le colpe degli uomini a castigare, sono i meriti degli uomini a premiare.
La regia del videoclip è di Francesco Dinolfo, la sceneggiatura di Francesco Dinolfo e Marianna Lo Pizzo, molto intensa e personale l’interpretazione di Cristiano Omedè.
 
MEMENTO (https://www.youtube.com/watch?v=B63n_UF5AM4)
Ognuno di noi, con le proprie canzoni preferite, instaura un vero e proprio rapporto personale, riuscendo ad immergersi in una dimensione fatta di ricordi, pensieri ed emozioni. Gli Unmask, con il secondo singolo Memento, ci aprono uno spiraglio su questo mondo segreto, fatto di suoni e percezioni, e svelano un rapporto intimo e inconfessato di un musicista con la propria arte.
Memento ha un sound imprevedibile e onirico e delle atmosfere molto intime. La musica diventa un rifugio e allo stesso tempo uno strumento attraverso il quale parlare, gridare e dar vita a pensieri ed emozioni che altrimenti non saremmo capaci di esprimere.
Il videoclip di Memento è stato realizzato, come quello di Flowing, con la regia di Francesco Dinolfo, la sceneggiatura di Francesco Dinolfo e Marianna Lo Pizzo e l’interpretazione di Anja Kanterov e Cristiano Omedè. Il video è in simbiosi con il precedente: l’altra dimensione citata nel testo è rappresentata in uno scenario in cui lo spazio e il tempo si intrecciano. Memento è di fatto l’altra faccia di quello che in Flowing non avevamo visto, le azioni dei protagonisti assumono un nuovo significato in una stretta relazione causa-effetto.
 
ANCIEN RÉGIME (https://www.youtube.com/watch?v=mkCY5bztiCA)
Ancien Régime, terzo singolo estratto dopo ‘Flowing’ e ‘Memento’ è un brano che mette in musica la riflessione di chi si sente estraneo dal mondo in cui si ritrova a vivere.
Nel presentare la critica a tratti grottesca a tutto quello che c’è di nuovo e non si comprende, la band vuole mostrare non senza ironia quanto di sbagliato ci sia in questo modo di pensare e come sia meglio non assecondare questa critica rabbiosa e malinconica, anticamera di derive populiste e reazionarie.
Il lyrics video, realizzato da Volcano Records and Promotion, è frutto della scelta della band di mettere in evidenza e rafforzare la denuncia di questo modo di pensare antimoderno dando peso alle singole parole del testo.
 
I DISCHI PRECEDENTI
È del 2013 il lavoro che ha preceduto ONE DAY CLOSER, un tributo a Teardrop dei Massive Attack che contamina di inedite influenze post-progressive le sonorità elettroniche del brano originale. Il videoclip del brano ha raggiunto oltre 100.000 visualizzazioni su Youtube dopo appena un mese dall’uscita.
È del 2010 invece il disco d’esordio “SophiaTold Me“, album composto di 10 tracce e caratterizzato da un’alternanza di sonorità rock/post progressive e psichedeliche.
L’artwork della copertina è stato realizzato dal graphic designer iraniano Sam Moshaver che ha interpretato il concept dell’album. Il disco cattura da subito l’attenzione di molte riviste e webzine italiane ed internazionali.
Scelto da Jamyourself come secondo classificato tra gli album emergenti del 2010,”SophiaTold Me” riceve apprezzamenti anche da Mescalina, Movimenti Prog, Metal.it, Rockrevolution, RockLab, Hard Sound, Prognaut.
 
L’INCONTRO CON GLI UNMASK – INTERVISTA IN OCCASIONE DELLA RELEASE DEL NUOVO ALBUM
Ciao ragazzi, ci raccontate quando e come nascono gli Unmask?
Il progetto Unmask nasce nel 2006 da un’idea di Daniele e Claudio, quella del perseguire la tradizione italiana del progressive rock in chiave moderna, strizzando l’occhio alle tendenze neo-prog britanniche e statunitensi. Alla band si unisce presto Ignazio, l’incontro con lui fu fortuito e degno di una delle migliori trame cinematografiche, infatti la sua segnalazione ci arrivò dall’incontro, assolutamente casuale, di un suo carissimo amico con l’allora nostro chitarrista Salvatore Tinè su un bus notturno. L’arrivo di Dario è invece del 2008 in un periodo in cui eravamo alla ricerca di un nuovo batterista e dopo diversi provini arrivò lui, ci colpì subito, fu “amore a prima vista”.
 
Come descrivereste il sound della band?
Il sound della band è sicuramente rock, con un taglio moderno, molto personale e caratterizzato da un crossover di stili e atmosfere a volte anche molto distanti tra loro. All’interno dei nostri dischi, ma anche spesso all’interno dei singoli brani, si alternano infatti momenti molto potenti, fatti di riff massicci di chitarra o fill di batteria serrati a parti più riflessive, melodiche e ambient.
 
Quali sono gli artisti a cui vi ispirate o che sentiti più affini?
Ognuno nel gruppo ha un suo percorso e delle proprie influenze musicali che spesso emergono nelle nostre composizioni. Le band che probabilmente abbiamo avuto come principali riferimenti negli anni sono i Tool, i Porcupine Tree, ovviamente i Pink Floyd, ma anche Russian Circles, Sigur Ros e Portishead, per citarne alcuni.
 
C’è un messaggio particolare che volete diffondere attraverso la vostra musica?
Rimanendo in linea con le considerazioni precedenti di genere musicale e ispirazioni, continuando a comporre brani come i nostri, vogliamo sicuramente contribuire a diffondere il messaggio che, in Italia ma viste le classifiche musicali anche all’estero, il rock non è morto, è vivo e vegeto e ci auguriamo che possa tornare ad essere il genere più ascoltato.
 
Parliamo brevemente del nuovo disco. C’è un concept che lega tra loro le tracce dell’album?
In One Day Closer c’è sicuramente un fil rouge che lega tutti i brani e ruota intorno al concept del tempo: noi amiamo definire l’album come la fotografia di un istante: quello in cui ci si ferma ad ascoltare lo scorrere del tempo e si cerca di afferrarlo tra ricordi e aspettative, per poi doverlo inevitabilmente lasciare andare e guardarlo passare. Il tempo cambia lo stato delle cose, ferisce e cura, è sempre con noi e eppure è invisibile, intangibile e apparentemente impercettibile. Così in una riflessione ampia tra ricordi d’infanzia (Childhood), relazioni passate (Far Away e Margot) e considerazioni su esperienze e desideri (Memento e Midnight Date), si coglie l’essenza di questo fluire (Flowing) e l’unico modo in cui ci si riesce veramente a connettere, nella percezione dell’attesa, quella di “un giorno più vicino”.
 
Come sono avvenute le registrazioni?
L’obiettivo che ci siamo posti all’ingresso in studio, insieme al nostro editore M.I.L.K. – Minds In a Lovely Karma, era quello di produrre un sound molto caldo e cercare di enfatizzare le dinamiche dei brani. Abbiamo quindi registrando il più possibile insieme, più strumenti in contemporanea e in presa diretta, selezionando con cura anche la strumentazione. Siamo andati decisamente in controtendenza con l’era del digitale, facendo un largo utilizzo di amplificatori valvolari e sintetizzatori analogici. Per dare un tocco più internazionale al tutto abbiamo infine scelto di masterizzare le tracce presso il Fluid Mastering di Londra.
 
Qual è l’esperienza più gratificante legata alla band che avete vissuto fino a questo momento?
Dobbiamo dire che un gruppo attivo da più di 10 anni come il nostro ne ha viste veramente di tutti i colori. Abbiamo vissuto momenti difficili, ma anche grandi gioie e riconoscimenti inaspettati. Sicuramente vedere i nostri videoclip pubblicati su Rollingstone.it o Repubblica.it è un bel riconoscimento del nostro impegno, ma la cosa che ci gratifica sicuramente di più è il grande affetto dei nostri fans che sono sempre stati vicini a noi, nei buoni e nei cattivi momenti, e che continuano ad incoraggiarci e a stimolarci.
 
Quali sono i progetti futuri per gli Unmask?
Adesso siamo molto concentrati sulla promozione di One Day Closer per cercare di far arrivare a più persone possibili la nostra musica. Stiamo lavorando molto sui social e sull’on-line e parallelamente stiamo cercando di fissare le date del nuovo tour, perché il live è senza dubbio la nostra dimensione preferita, quella che ci fa sentire vivi e che ci regala le più grandi emozioni.
 
GLI UNMASK: I MUSICISTI DIETRO LA MASCHERA
IGNAZIO IUPPA
Siciliano, inizia a nove anni le sue prime lezioni di solfeggio e pianoforte. Poi diventa trombettista nella banda musicale del proprio paese dove ha l’opportunità di studiare armonia e approcciarsi a diversi stili musicali: musica classica e sinfonica, blues, jazz, swing.
A 17 anni inizia a cantare grunge, punk e metal all’interno della sua prima band. Nel 2005 si trasferisce per 6 mesi a Londra dove si esibisce come artista di strada. Tornato in Italia, nel 2006 si sposta a Roma per cominciare gli studi universitari specialistici, conosce Claudio e Daniele e insieme a loro fonda gli Unmask.

CLAUDIO VIRGINI
Inizia lo studio della chitarra all’età di 15 anni, iniziando con studi classici e affidandosi alle mani di uno dei migliori insegnanti a disposizione: Rodolfo Maltese (Banco del Mutuo Soccorso).
Prima con i Jellifish, poi con i G-Point, dal 2000 inizia a suonare rock e grunge nei più importanti locali underground romani (Enzimi, Classico Village, Circolo degli Artisti).
Fondamentale nel 2005 l’incontro con Daniele Scarpaleggia dal quale nasce l’idea di formare i “Na zdrowie” (rock italiano) con i quali vengono registrati 3 brani inediti.
Sodalizio con Daniele che continuerà nel 2006 quando insieme ad Ignazio Iuppa rendono concreta l’idea di intraprendere un nuovo cammino: un cammino chiamato Unmask.

DANIELE SCARPALEGGIA
Nato a Roma si appassiona a tutto ciò che emette “suoni” fin dall’infanzia. Grazie alla passione per la musica di suo padre e suo fratello, è cresciuto con l’abitudine quotidiana di “fare musica”. In età scolare intraprende lo studio del pianoforte prima e del basso poi. Giovanissimo entra a far parte di gruppi rock/metal e matura esperienze live. Nel 2003 diventa direttore artistico dell’Absolute Rock Club, nel 2004 dell’Horus Club, organizzando diverse rassegne dedicate alla musica emergente. Nel 2005 collabora come speaker e redattore con la redazione radiofonica di Radio Meridiano 12. Nel 2006 fonda gli Unmask insieme a Claudio e Ignazio.

DARIO SANTINI
Inizia lo studio della batteria all’età di 15 anni affiancato ad uno dei migliori musicisti italiani del dopoguerra, che crede da subito in lui e non smette di seguirlo ed incoraggiarlo: Michele Musicco, batterista e percussionista dell’Orchestra della RAI.
In quattro anni di scuola di musica impara la teoria musicale, avvicinandosi a tutti gli stili e conseguendo degli attestati. Collabora con diversi gruppi acquisendo esperienza nei live ed in sala di registrazione, anche in qualità di turnista.
Nel 2008 Dario fa il suo incontro con gli Unmask, gruppo che lo accoglie e al servizio del quale mette tutto ciò che ha imparato.