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GIOVANNI TRUPPI – MIGLIOR ARTISTA INDIPENDENTE DEL FESTIVAL

GIOVANNI TRUPPI – MIGLIOR ARTISTA INDIPENDENTE DEL FESTIVAL

Giovanni Truppi, ribattezzato “l’eleganza in canottiera” per il suo stile e look sobrio e minimal sul palco dell’Ariston. L’artista napoletano, premiato dal MEI-Meeting degli Indipendenti come migliore artista indipendente al Festival di Sanremo, si sta facendo apprezzare e conoscere da un pubblico sempre più vasto, decisamente meno abituato allo stile del cantautore. Questa è la storia di un artista che ripercorre i passi di Fabrizio De Andrè e Pasolini cantando i grandi sociologi, abbracciando la poesia e la musica colta e lo fa con chitarra e canottiera.
Lo abbiamo incontrato alla conferenza stampa da Sanremo, dove Tuttorock è presente.

Un artista raffinatissimo che ha lavorato tra i più apprezzati compositori e cantantautori della scena indipendente contemporanea, lavorando con La rappresentante di lista, Calcutta, Niccolò Fabi e Brunori Sas.
Truppi, rispondendo alle domande di noi giornalisti, ha raccontato poche ore fa in conferenza stampa del brano che porta in gara alla 72ma edizione del Festival, dal titolo “Tuo padre, mia madre, Lucia”.
“Lucia è il nome di mia figlia” – racconta l’artista napoletano che ha anche Roma nel cuore – “chiaramente ho voluto dare questo nome anche al personaggio della canzone”.

Come nasce il brano, qual è l’idea creativa?

Il singolo è nato prima di Sanremo, la partecipazione al Festival è arrivata proprio perché avevo il brano pronto. Collaboro con una multinazionale da un po’ di tempo e quindi è arrivata l’opportunità di partecipare a Sanremo.

Alla domanda su un’eventuale riflessione in ottica internazionale, quindi relativa ad un’eventuale partecipazione all’Eurovision Song Contest, il cantautore risponde: 
“Il brano certamente l’ho scritto per me, pensando all’Italia e alla musica italiana, ma ritengo che ogni cantautore vorrebbe far conoscere la propria musica anche fuori. Mi piacerebbe molto far arrivare un mio brano e un mio testo in italiano anche a chi l’italiano non lo parla o non lo conosce”.
E ancora –“So che non è facile, ma non è nemmeno impossibile: il nostro Paese ci è già riuscito con l’affermazione dei Måneskin che stanno facendo un grandissimo lavoro”.

Abbiamo visto un Giovanni Truppi non solo nella sua dimensione più profonda e intima ma anche desideroso di far conoscere la propria musica, la sua progettualità ed arte ad un pubblico molto più ampio e con un respiro internazionale.

Premiato ancora una volta come miglior artista indipendente, una carriera ricca di riconoscimenti:

Truppi è un raffinato e pregiato cantautore. Pquei pochi che non lo conoscono e lo hanno visto solo sul palco dell’Ariston, l’artista non è certo un esordiente: il suo primo disco “C’è un me dentro di te”, è del 2010. Nel 2015 ottiene il prestigioso Premio Club Tenco, un riconoscimento importante, attribuito al miglior autore e interprete emergente.

A proposito del brano sanremese “Tuo padre, mia madre, Lucia”, il testo è stato scritto insieme a Niccoló Contessa, in arte “I Cani”, che è il guru di quell’indie-pop che ha scalato le classifiche del mainstream, come per esempio Calcutta, Coez, Franco126. Nel lungo curriculum artistico di Giovanni Truppi non ci sono solo canzoni d’autore. La forza della poesia e della canzone colta, è emblematica e l’anima, il filo conduttore e l’idea comune della sua arte sono tratteggiate su questa potenza e forza espressiva. Truppi nel luglio 2021 ha pubblicato “L’avventura” (La Nave di Teseo), un libro-diario possiamo dire, di “un viaggio fatto in camper “ ripercorrendo “l’Italia di Pasolini”, quasi quel percorso della “Lunga strada di sabbia” di Pier Paolo Pasolini (uno dei primi reportage sul concetto di “vacanza” in Italia, quell’Italia che nel 1959 si era ormai lasciata alle spalle il dopoguerra e si apprestava ad andare in vacanza, sdoganando le ferie come grande fenomeno di massa, Ndr).

Il Maestro Stefano Nanni dirige l’orchestra accompagnando Truppi sul Palco, per il brano l’artista ha scelto di collaborare con due “autori puri”, come li ha definiti il cantautore stesso in conferenza: Pacifico e Niccolò Contessa:
A tale proposito, ha riferito “Sono stato molto da solo in questi ultimi tempi, come tutti, e ho avuto l’esigenza personale di lavorare e confrontarmi con altri autori, oltre che con i miei collaboratori, Marco Buccelli e Giovanni Pallotti. Ho voluto lavorare con due autori puri. Per fare questo esperimento, per questo progetto, ho scelto Pacifico e Niccolò Contessa che sono due artisti che stimo moltissimo”.

Al momento è soltanto 19mo in classifica e riteniamo che forse, probabilmente, meriterebbe qualcosa di più. In odore di premio della Critica, mancano la serata delle cover e la finalissima di sabato 5 febbraio. Staremo a vedere. Intanto, per la serata dei duetti di venerdì 4, Truppi ha scelto un brano storico e non semplice di Fabrizio De André “Nella mia ora di libertà”, dall’album “Storia di un Impiegato” del 1973. Il cantautore salirà sul palco duettando con Vinicio Capossela.

Insieme, per cantare la sofferenza dei detenuti nel capolavoro di Faber:
La loro collaborazione artistica è frutto di stima reciproca ed amicizia, e sia Truppi che Capossela sono davvero due outsider del Festival: il primo è al suo primo Festival e il secondo non ha mai partecipato.  Insieme, per cantare la sofferenza dei detenuti, con un pensiero alle recenti violenze in carcere di Santa Maria Capua Vetere.

“Benvenuti spigoli”, a proposito della sua canzone.

Alessandra Paparelli