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Zaino in spalla: “Backpackers” è il nuovo viaggio dei Barkee Bay

Zaino in spalla: “Backpackers” è il nuovo viaggio dei Barkee Bay

Intervista alla scoperta dei sogni “Wild” di una generazione nomade, di quelle che non si fermano mai.

Ciao ragazzi e benvenuti tra le pagine virtuali di Tuttorock. Se doveste descrivere i “Barkee Bay” con tre parole, quali sarebbero e perché?
Eyo! Diremo: autentici, originali ed energici. Non crediamo ci sia un motivo specifico, ci sono uscite così come quando facciamo la nostra musica, forse è semplicemente un riflesso spontaneo di quello che siamo.

“Backpackers” è un titolo che invoglia a mettersi lo zaino in spalla e partire all’avventura. Dentro ci avete messo un mondo intero, fatto di notti in tenda sulle Dolomiti, vagabondaggi in Australia ma anche rave improvvisati in un garage di Brescia. Mi raccontate il vostro viaggio?
Se per viaggio intendete la vita, “se questa fosse l’ultima”, ci troverete indubbiamente su di un van a fare la nostra musica, così come è stato per la creazione di Backpackers: un lungo viaggio metaforico e letterale che chi ha portato a quelli che siamo oggi, senza compromessi e facendolo a modo nostro.

Partire è più importante che arrivare?
Per noi non si tratta di importanza, ma di ciò che ti fa sentire vivo, anche perché l’arrivo è spesso una partenza.

Asserite che il filo conduttore dell’ album è l’attitudine Do-It-Yourself. Siete dei tipi alla Bear Grylls?
Dopo aver visto il video la vera sfida è capire chi è più wild fra Bear Grylls, Barack Obama e noi.

Nel disco avete incluso anche una traccia omonima: DIY in cui si evince che volete “fare musica da soli, senza chiedere il permesso”, che significato ha per voi questa affermazione?
Significa non avere compromessi, come più volte cerchiamo di far capire ci piace essere spontanei e veri con noi stessi, la musica per noi è anche un’esigenza interiore, e per essere espressa in maniera vera, significa non scendere a patti con nessuno ma fare le cose a modo nostro, come ci piace e come intendiamo farla davvero.

Il disco si muove tra surf rock, elettronica, punk e memorie hip hop. Quali sono gli artisti che vi hanno ispirato maggiormente nella costruzione del vostro sound?
Essendo noi in tre sono molteplici e di più svariata natura: Strokes, King Krule, Mac Demarco, The Hellp, il rap italiano, le canzoni d’autore, il surf-rock appunto, gli Smashing Pumpkins, l’indie rock come i Pavement, il diy come Alex G.

Nei vostri testi la libertà sembra essere un tema centrale, soprattutto in brani come Wild e Fosse l’Ultima. Qual è per voi la vera “espressione libera”?
Per noi essere liberi significa riuscire a godersi i momenti, non farsi limitare, emozionarsi, ispirarsi per poi raccontare.

In “Ragazzi della Baia”, invece, raccontate i legami che resistono a tutto, anche alla morte. Avete un buon rapporto anche nella vita reale, come gruppo? In che modo lo mantenete vivo?
Si siamo prima di tutto amici. Non riusciremmo a fare quello che facciamo se non ci fosse quello alla base. Usciamo spesso assieme, spesso ci ritroviamo alle stesse feste, o semplicemente organizziamo qualche “campettata” o fuga selvaggia.

Anche il fare festa è un tema che ricorre spesso. In LIO BAR lasciate lo spazio per un afterparty perfetto. Qual è il ricordo più vivido che avete di una notte passata insieme in un locale?
In realtà uno dei ricordi ai quali siamo più legati è proprio al Lio Bar, dopo una nostra data fuori porta, rientrati di notte, tutto chiuso, nessuno in giro, strade vuote. Tutto desolato tranne il Lio, dove con qualche birretta ci siamo guardati i playoff NBA sui tavolini esterni.

Soffrite di FOMO?
Non troppo, già il fatto che non viviamo a Milano fa capire quanto poco ci colpisce questa cosa.
A volte basta vivere dove si sta bene e non per forza dove succedono le cose. Per riuscire a connetterci meglio con noi stessi, ci serve anche un po ‘ di sano isolamento.

Se il vostro disco fosse un film, quale sarebbe?
Stand by me. Quattro ragazzi, zaino in spalla che nel mezzo dell’estate intraprendono un viaggio.
Il film è pervaso da una malinconia dolce, una nostalgia per l’estate di un periodo in cui tutto sembrava possibile, ma che sai non tornerà più.
E poi quella frase finale che arriva al momento giusto: “Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni. Gesù, ma chi li ha?”

Camicia di flanella e birra in mano: potrebbe essere un buon momento?
Certo. Con le persone giuste!

Dove potremo incontrarvi a breve?
Bologna, Como, Milano, Bagnolo Mella (BS) e altre in aggiornamento, ci vediamo in tourrr! Uanlov dai ragazzi della baia

Grazie per il vostro tempo e in bocca al lupo per la promo del vostro Backpackers!

SUSANNA ZANDONÁ