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VISCONTI – Intervista al cantautore che presenta il nuovo album

VISCONTI – Intervista al cantautore che presenta il nuovo album

Ho avuto il piacere di intervistare Visconti, cantautore che ha da poco pubblicato “Boy di Ferro” per Dischi Sotterranei e La Tempesta Dischi, un “breakup album”, un modo per scrollarsi di dosso quell’etichetta ‘indie’ appiccicata alla sua musica dopo l’uscita del primo album “DPCM”; un lavoro che gli ha permesso di andare oltre gli schemi del genere e di iniziare ad esplorare una libertà senza limiti e trovare finalmente il proprio spazio.

Ciao e benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo nuovo album, “Boy di Ferro”, che riscontri stai avendo?

Ottimi riscontri! Nonostante credo abbia tutte le caratteristiche per essere cantato sotto al palco sono anche consapevole di aver cercato di fare qualcosa di nuovo e sperimentale, e come tale ha bisogno di un periodo di metabolizzazione: contro ogni spirito e forma del nostro tempo sono sicuro che chi sta cercando qualcosa di simile, può trovarla nel mio ultimo album.

In base a cosa hai scelto questo titolo?

Mi piaceva l’aspetto paradossale dell’armatura, del cavaliere e il superamento dello stereotipo di maschio che reprime l’emotività con tutti i suoi gradi di problematicità. E’ un gioco di parole nato in maniera del tutto decontestualizzata tra i miei amici con una gag, diventando poi il nickname che ho usato per il roleplay e che infine ha presopreso ancora più forma e significato con l’album.

Nel disco infatti, si parla dell’accettazione di breakup sentimentale,per cui tutti sono pronti a difendersi come possono, ma solo pochi a invertire le prospettive e a entrare realmente in comunione con l’errore e la maturazione che ne deriva.

Un tuo brano nasce solitamente da una parola, da un tema, da una melodia o dipende dai casi?

Dipende dall’album, credo, DPCM e BDF hanno avuto due lavorazioni completamente diverse, nel secondo e più recente caso mi sono concentrato molto sulla composizione musicale facendo aderire solo in seguito bozze di testi e idee liriche che potessero calzare come mi aspettavo. Tendo a produrre fin da subito le mie demo in cerca del sound giusto del brano e mi capita di approcciarmi in seguito al testo, anche se il metodo chitarra e voce è il modo più appagante di scrivere canzoni mi capita raramente, forse perché ho bisogno di tanti stimoli per immergermi nella scrittura dei miei pezzi.

Un album che fatico a rinchiudere all’interno di un genere o sottogenere musicale, direi anzi che hai trovato un tuo personale sound e questo, al giorno d’oggi, penso sia un ottimo risultato molto arduo da raggiungere. Qual è stato il tuo percorso per arrivare a queste sonorità?

Credo abbia contribuito la mia tendenza a farmi ispirare e a ricercare musica, spesso diversa e in controtendenza, sono un grande fan di YouTube e spesso è lì che scopro nuovi progetti, soprattutto associando subito un volto agli artisti che ascolto e comprendendo a fondo il loro taglio stilistico. Poi iniziando a scrivere mi accorgo cosa rimane di quell’esperienza e giocandoci vedo cosa ne viene fuori. Tutt’ora non ho un metodo preciso se non la spinta della mia curiosità e la mia tendenza a sperimentare.

La copertina da chi è stata realizzata?

Da Emyr Karyo (@safkan.tehlike su IG), un designer olandese conosciuto su Instagram. Sono rimasto colpito molto da il suo stile, decisamente in linea con quello che cercavo, e contattandolo è nata una collaborazione. Ha realizzato anche il pack del cd di “Boy di Ferro”, disponibile sul sito di Dischi Sotterranei, secondo me bellissimo e sperimentale.

Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Da piccolo e grazie ai miei genitori che hanno sempre ascoltato tanta musica. All’inizio volevo suonare la batteria, ma la scuola dalle mie parti non faceva corsi del genere per bambini sotto ai 10 anni, allora ho virato sul corso di chitarra, invece disponibile per un me abbastanza piccolo, e tutt’ora è il mio strumento principale. Da allora non ho mai pensato di smettere.

Dei concerti che hai fatto, ce n’è uno che ricordi in modo particolare?

L’ultima festa di Dischi Sotterranei a Padova è stata unica, c’erano tantissime persone e abbiamo suonato sul main stage con il pubblico migliore di sempre, tantissimo pogo e stage diving. L’apice c’è stato quando un nostro amico e collaboratore di DS ha deciso di surfare sulla folla in piedi sul banner dell’etichetta, io stavo suonando e non potevo crederci, è stato assurdo.

A proposito, quali sono i tuoi prossimi spettacoli?

Qui le prossime date:

01.02 Circolo Arcipelago a Cremona

06.02 Arci Bellezza a Milano con i fratelli Jesse The Faccio e Vanarin

22.03 Corte dei Miracoli a Siena

Quali sono invece i tuoi prossimi progetti artistici?

Prossimamente sarò impegnato a suonare la chitarra in tour con Generic Animal, ma uscirà anche un brano per un nuovo side project con Giulio Patarnello (Post Nebbia) chiamato “Morbid Cut” che sarà un delirio breakcore punk in inglese.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà di chiudere come vuoi questa intervista

Grazie a voi, spero di beccarvi in giro e ai miei concerti, ciaoooo!!!

MARCO PRITONI