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TOSCA – Intervista alla grande artista, cantante

TOSCA – Intervista alla grande artista, cantante

Tosca

In occasione del suo concerto ‘Appunti dal mondo live’ al Bravo Caffè di Bologna, abbiamo avuto il piacere di intervistare Tosca.

Ciao Tiziana, grazie del tempo che ci dedichi. Una carriera sfolgorante con tante collaborazioni importanti, da Dalla a Cocciante passando per Renato Zero. Ora siamo anche in tempo di Sanremo, che vincesti assieme a Ron con una canzone bellissima. Ricordi particolari da raccontarci?
Di tutte le persone con cui ho collaborato ho ricordi bellissimi, magari essendo ora qui a Bologna direi Lucio, con cui collaborai nel 1994 come supporter. Lui si innamorò di questa canzone che era stata scritta da Bruno Laurenti e Vincenzo Incenzo, venne a vedermi in un piccolo club a Roma dove io giocavo tra world music e musica italiana, ero una ragazzina di 22 anni. Poi feci la tournée con lui, penso che lui non gradirebbe tutto questo pietismo che è seguito alla sua scomparsa. Lui era una persona forte, tosta, che generava malumori e buonumori, ma era fiero di questo.

Fra l’altro hai vinto Sanremo in coppia con Ron, che aveva un forte legame con Lucio.
Li avevo conosciuti assieme una sera che ero venuta a provare un pezzo proprio qui, ero stata con Lucio a vedere uno spettacolo che parlava di una partita di calcio dove c’era anche Vito, eravamo io, lui e Ron, anche se in realtà non ci parlammo quella sera. La conoscenza vera avvenne un anno dopo, in un club dove lui cantava ed io aprivo il suo concerto. Da lì poi mi chiamò per propormi di cantare ‘Vorrei incontrarti fra cent’anni’.

Fra le cose particolari che hai fatto in carriera, hai avuto l’onore unico di cantare nella grotta di Lourdes in occasione del Giubileo.
Sì, lì non è proprio possibile cantare, nella cripta sì, ma nella grotta no. Ma era un desiderio di Giovanni Paolo II che voleva aprire il nuovo millennio dedicando una preghiera, una canzone preghiera a Maria. Io in quel periodo facevo dei concerti di arie sacre, inedite, bellissime, con alcuni dei più grandi musicisti italiani, Vincenzo Militello, Stefano Melone, Riccardo Tesi. Andavamo in giro per il mondo con questo concerto in latino, una messa latina, ma molto particolare, era una cosa geniale. Era una Papa particolare, ti faceva sentire a casa, lui parlò con il suo entourage perché voleva questa preghiera, questa canzone. E ricordo strane persone che proponevano canzoni terrificanti, io risposi che se volevano lo facessi, lo avrei fatto con il gruppo con cui già lavoravo o niente. Così fu, la musica la scrisse Stefano Melone ed il testo un vaticanista, Giovanni Paolo II se ne innamorò e volle che questa canzone fosse fatta per la prima volta nella grotta. Fu un blitz, una cosa non prevista, fatta in maniera quasi forzata, all’improvviso mi hanno detto “Canta!”.

Poi ho scoperto che hai partecipato anche alla colonna sonora di un film bellissimo che amo alla follia, Jane Eyre.
Sì, la musica era di Vlad, il testo di un autore romano, diretto da Zeffirelli, ma ci furono poi dei problemi, penso discografici editoriali. La canzone era già montata sui titoli di coda, ed invece all’ultimo fu tolta, così è rimasta questa stranezza, che non è inserita nel film, ma lo è nei trailer.

Oltre che cantante, sei attrice, doppiatrice di cartoni animati, Direttrice dell’Officina Pasolini, se dovessi dare un ordine di importanza a queste tue attività?
Sicuramente la direzione dell’Officina Pasolini è qualcosa che mi appassiona molto, dare una prospettiva a dei giovani artisti è qualche cosa di unico. Passare il testimone, dare un’occasione, stasera ne vedi due che provengono dall’Officina Pasolini sul palco con me. E’ un lavoro molto interessante, una bottega rinascimentale dove questi ragazzi studiano assieme a degli artisti, nel mio caso con il canto.

Come Direttrice dell’Officina Pasolini ti hanno definito ‘La pasionaria della musica cantautorale italiana’, un onore od un peso da portare?
Un onore sicuramente, un peso anche, perché è molto faticoso, non è semplice tenere delle posizioni. In questo momento trovo ci sia uno svilimento mediatico importante, con le canzoni che pare debbano essere scritte con quattro accordi, senza nessuna sensazione armonica. Un pragmatismo della costruzione di note e testo, che non sta né in cielo né in terra. Poi trovi in Portogallo un ragazzo che realizza una melodia bellissima con poche note, ma è riuscito a creare qualche cosa di unico. E’ difficile stabilire delle strategie a priori, non sai prima se la canzone avrà successo o meno, è certo che deve essere bella e sincera. Adesso invece le canzoni durano niente, due giorni, sempre meno, arriveremo a due ore.

Hai fatto un album straordinario con canzoni bellissime e difficili, costruite in maniera esemplare, ma soprattutto con la particolarità di abbracciare tantissime lingue musicali diverse.
Io studio molto, per me questo disco è uno stato dell’arte, ho l’esigenza di fare questi dischi per fermare quello che ho trovato. Io vado in giro a cercare e trovare, per me è importante la ricerca fisica nei posti che visito, questa mia curiosità mi porta l’esigenza ogni tanto di fermare tutto nelle canzoni. E’ la mia valigia da viaggio, invece di portare oggetti, mi riporto a casa canzoni.

Le canzoni del tuo disco, tra cui una Prisencolinenscionalciusol pazzesca, sono fatte con artisti famosi, aneddoti particolari da raccontare?
Io non li ho scelti a caso, non faccio le cose tanto per, ma ben pensate. Nicola Piovani è sicuramente quello che mi ha reiniziato alla musica romana.Danilo Rea e Gegè Telesforo sono due persone con cui ho iniziato a lavorare; facevo parte della squadra di Renzo Arbore, che è il mio padrino musicale. Germano Mazzocchetti è quello che ha scritto tutte le  mie cose musicali e teatrali, Gabriele Mirabassi condivide con me l’amore per il Brasile, Joe Barbieri è quello con cui sto proseguendo e lavorando su tante cose, stiamo preparando anche un documentario assieme. E’ un lavoro complesso, tutte le persone che ho scelto per stare con me in questo disco le ho scelte per un motivo valido, non per moda o perché va forte in quel particolare momento, ma dietro c’è una storia.

Su Sanremo oggi che opinione hai? E dei tanti talent?
La vedo come una grande festa, dico solo che devi viverlo senza ansia, mentre molti miei colleghi vivono questa manifestazione come vivere o morire, è un grande evento mediatico che dona visibilità, si va cantare sul palco dell’Ariston come ad una festa. Il talent non è di per sé una brutta cosa, permette di far conoscere immediatamente una proposta musicale, il problema è cosa fai vedere, chi fai vedere. Se tu cerchi solamente dei vuoti a rendere, delle pedine, che intanto è immorale perché sono persone e non pedine.  Tu come fai a costruirti una carriera se non sai chi sei, se gli altri lo fanno per te?

La tua visione del mondo attuale che ci circonda?
Il mondo va verso una deriva di solitudine, di paura, tutti questi social in realtà stanno semplicemente alimentando la solitudine dandoti la sensazione di non essere solo, ma in realtà sei solo. Ti portano ad avere paura, a chiuderti, a pensare che se non ti guardano non sei nessuno, quindi a non essere curioso, diventi geloso delle cose che costruisci e quindi razzista e ti chiudi alla vita. Come fai a non essere curioso?

MAURIZIO DONINI

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