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“TISANA” – L’ULTIMO SINGOLO DI FRANCESCO DAL POZ

“TISANA” – L’ULTIMO SINGOLO DI FRANCESCO DAL POZ

Francesco Dal Poz 2

Intervista a Francesco Dal Poz, cantautore, musicista. Lo abbiamo raggiunto per parlare del suo nuovo singolo “Tisana”, da venerdì 20 novembre in rotazione radio e disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming “Tisana” (Be NEXT Music/Sony Music Italy). Il nuovo singolo del cantautore di Treviso anticipa il disco di prossima uscita. Francesco ha all’attivo già tre dischi pubblicati. Lo abbiamo incontrato per Tuttorock:

Parliamo di TISANA, il secondo estratto dopo CERCO CASA. Dopo tre dischi pubblicati anni fa, è un lavoro più maturo, maggiormente consapevole?
Sì, esattamente! “Tisana”, come “Cerco casa” e i brani che saranno presenti nel mio nuovo album, sono frutto di un lavoro più consapevole. Sono pienamente cosciente di quanta strada ci sia ancora da fare nel mio percorso artistico, ma allo stesso tempo sento che con questo nuovo lavoro ho fatto un passo per me molto importante, quasi fosse una sorta di ripartenza da zero.

Cosa è cambiato in te, qual è la tua esigenza narrativa?
Ho iniziato a scrivere canzoni a 9 anni e nel corso del tempo, come è normale che sia, sono cambiato tantissimo e tantissime volte; oggi sento di aver trovato una mia dimensione in cui racconto quello che vivo, che provo, portando in musica la quotidianità e, come dici, è una vera e propria esigenza; è poi meraviglioso quando vengo a sapere che qualcuno si è identificato ed emozionato con un mio brano.

Sei un cantautore giovane, quale eredità lasciano oggi i grandi cantautori di ieri, pensiamo a De Andrè, Guccini, Dalla, Ivan Graziani, Fossati, De Gregori, Bennato, Bertoli, tanto per citare grandi nomi? Cosa ci insegnano?
Ho sempre ascoltato tanta musica italiana, in particolare dei vari cantautori; che dire? In Italia abbiamo un bagaglio culturale e musicale enorme, tanto che pubblicare nuova musica a volte può risultare preoccupante e creare nei nuovi artisti vera e propria ansia da prestazione; poi, però, andando ad analizzare tutti i capolavori che i grandi cantautori di ieri hanno pubblicato negli anni, è incoraggiante scoprire come loro, attraverso la musica, fossero… “semplicemente” loro stessi; di conseguenza, come cantautore, sento che è inutile farsi troppe pare mentali; loro erano loro e hanno fatto la loro musica, io sono io e, nel mio piccolo, faccio la mia musica. Penso che il più grande insegnamento che ognuno di loro può dare ad un cantautore emergente come me, è di essere me stesso e fare musica che mi rispecchi.

Quando è iniziata la tua passione per la musica, diventata una professione?
La mia passione per la musica è iniziata già durante l’infanzia; sono nato in una famiglia dove la musica era al centro e ho sempre visto la musica come qualcosa di estremamente affascinante. In seguito non ho potuto far altro che seguire l’istinto e quella strana sensazione che mi ha portato a scrivere la prima canzone, una sensazione che tutt’oggi, quasi invariata, mi spinge a scrivere ancora.

Quanti sacrifici per essere un musicista, cantautore e vivere della propria musica?
Spesso mi sono trovato a dire che la musica, e ancora più in particolare il mio progetto di cantautore, nella mia vita sono la cosa più bella e allo stesso tempo la più straziante. Bella perché mi fa stare bene, mi fa esprimere e mi permette di parlare di cose che mai riuscirei a trattare in maniera diversa; straziante, invece, perché troppo spesso sono caduto nella tentazione di fare musica in funzione del giudizio altrui, con l’ansia che le mie canzoni piacessero agli altri. Oggi invece vivo la musica in modo molto vivo, quasi leggero, e scrivo canzoni parlando di quello che provo senza pensare troppo. Tutto poi viene di conseguenza.

Un tuo pensiero sui luoghi di cultura chiusi, sulla difficoltà della musica e della cultura in generale:
È un tema, questo, molto delicato e di cui si potrebbe parlare per ore. Quello che posso dire in poche righe è che mi manca enormemente tutto il mondo legato al live che, oltre ad essere forse la principale fonte di guadagno nel campo musicale, è soprattutto una delle più importanti forme d’arte esistenti. Spero davvero che nel più breve tempo possibile venga rivalutata la possibilità di riaprire i teatri, le sale concerti e più in generale i luoghi legati all’arte perché, rispettando le più rigorose norme di sicurezza, possano tornare a darci respiro.

Ci parli del progetto “Cara Sla”?
“Cara SLA” è stato un progetto nato dalla richiesta di Mauro Benetton, un caro amico malato di SLA, di scrivere un libro per raccontare la sua storia, la sua situazione e le difficoltà che lui e la sua famiglia stavano riscontrando. In un primo momento stavo per dire di no anche perché scrivere un libro è già di per sé difficile e non riuscivo minimamente ad immaginare come sarebbe stato scriverlo con un malato che ormai non riusciva nemmeno più a parlare; per fortuna però mi sono buttato. “La coccinella” è stato il libro più venduto della settimana sul portale ilmiolibro.it (portale con oltre 40.000 autori), ne hanno parlato reti locali e giornali locali e nazionali, tra cui Repubblica. Da questo libro è nato poi il progetto “Cara SLA” con l’obiettivo di raccontare in forma di evento l’esperienza vissuta insieme nella scrittura del libro e grazie alla quale abbiamo incontrato in particolare centinaia di studenti.

Come nascono le tue canzoni e quali progetti prossimi, Covid permettendo?
Le mie canzoni nascono sempre da uno stimolo: un’esperienza, un ricordo, un pensiero… Da qui inizia un processo creativo che mi porta a scavarmi dentro (sembra una cosa poco concreta, ma posso assicurare che è esattamente l’opposto) e a esprimere in parole e musica quello che sto provando. Questo processo ha dato vita a tutte le canzoni presenti nel mio nuovo album, “Zero”, in uscita a gennaio e, per collegarmi alla seconda domanda, spero davvero che l’obiettivo di tornare sul palco per presentare questo album e condividere con più persone possibile queste canzoni, possa avverarsi presto.

Alessandra Paparelli