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SUNSET ’99 – Intervista alla pop/rock band svizzera

SUNSET ’99 – Intervista alla pop/rock band svizzera

I Sunset ’99 arrivano dalla svizzera, sono una band giovane e hanno nel cuore il rock degli anni 90, con forti innesti pop. Il loro album “UPSDWN”, recensito su queste pagine (leggi qui la recensione), è fresco energico, semplice e scorrevole. Ne ho parlato con la band e ciò che segue è il resoconto dell’intervista.

Ciao ragazzi e benvenuti su Tuttorock.com. Vogliamo iniziare a parlare di voi? Come nascono i Sunset ‘99?
Christian Martinetti: Ciao a tutti, e grazie per averci concesso questa intervista! I Sunset’99 nascono dalle ceneri di un altro gruppo fondato da Gilles (batterista) e Alex (cantante e chitarra ritmica). Al quale ci siamo poi uniti Leo (bassista) ed io (chitarrista solista), dove abbiano contribuito a strutturare ed arrangiare quei pezzi che già c’erano, e che ci era piaciuti subito al primo ascolto, portarne altri ed a creare quella vibe melodica pop-rock anni ’90 con suoni più moderni.
Gilles Fontana: I Sunset’99 nascono con me ed Alex con il nome “Red On Grey”, ci eravamo conosciuti al McDonald’s di Locarno, si, detta così fa un po’ ridere. Da li abbiamo fatto circa un anno come duetto, scrivendo nostre canzoni. Poi sono arrivati Leo (basso) e Christian (chitarra) perché avevamo bisogno di più forza nella band e loro due erano perfetti. Abbiamo ripreso e migliorato alcuni brani dei Red On Grey e ne abbiamo creati altri nuovi, e pian piano siamo arrivati ad avere “UPSDWN”.
Leonardo Shine Palestini: Come menzionato prima, i Sunset nascono dall’esigenza dei componenti di esprimere in musica delle emozioni, ciascuno le sue a modo suo, in modo così imperfettamente personale come solo una band può esserlo, in modo così umano come solo i suoi membri sanno esserlo. I testi li scrive soprattutto il cantante, per adattare il suo modo di cantare alle nostre sonorità, come se fosse un pò un groovoso gioco d’incastro.

“UPSDWN” è l’album, come nascono i brani? Da un riff o dal testo?
Christian Martinetti: Difficile dare una linea generale della cosa, diciamo che ogni canzone ha la sua storia. “Bubble Gum” è nata da un riff che stavo suonando durante le prove e nell’arco di 10 minuti ci abbiamo costruito sopra una canzone. “Poison Eyes”, dall’altra parte, è stata una canzone che abbiamo completato in quasi 2 anni a causa di divergenze all’interno della band. Altre canzoni sono state portate avanti dalle bozze scritte dal gruppo precedente ai Sunset’99, altre ancora derivano da giri di accordi di chitarra sui quali è stata scritta una melodia cantata e poi tutto il resto.
Gilles Fontana: Come dicevo, alcuni pezzi arrivano dai Red On Grey, mentre quelli nuovi, sono nati da testi scritti dal cantante, sui quali poi Leo principalmente ha costruito intorno un primo arrangiamento e che poi sono stati lavorati insieme semplicemente jammando in sala prove, anche se poi come diceva Christian, ogni pezzo ha un po’ la sua storia.
Leonardo Shine Palestini: “UPSDWN” è un concept album emotivo, un viaggio durante il quale ti dimentichi di tutto e incontri i tuoi amici al mare, al tramonto, prima che la notte ti porti i suoi doni, dalle conversazioni che ti sei perso con qualcuno che non vedi da tanto tempo al gioco di sguardi con la ragazza/il ragazzo che ti piace, ci scapperà un bacio? Si porterà via il tuo cuore senza dirti nemmeno come si chiama? Da qui nascono i brani di “UPSDWN”, poi si prendono gli strumenti e si suona.

Perché il titolo “UPSDWN”? VI siete persi le altre vocali? Scherzi a parte, il suo significato e il significato dei testi?
Leonardo Shine Palestini: Ahah si, ce le siamo perse! Però se vuoi puoi comprarne un paio XD In realtà, “UPSDWN” è una canzone che parla di come le vite di ognuno di noi possano andare letteralmente in pezzi e capovolgersi completamente (quindi UPSDWN), ma di come possano anche poi, con l’aiuto dei propri amici o anche dopo periodi di riflessione e di assestamento rimettersi a posto, e riprendere magari con una direzione diversa, magari con un altro senso, alla fine è ciò che fai con il dono della tua vita che determina chi sei. (Cit.)

Nascete come band nel 2019 ed è arrivato subito il covid, un po’ sfortunati direi! Ma queto vi ha fermati o ha contribuito a rendere migliori i brani?
Christian Martinetti: Penso abbia inciso più dal lato concerti perché a causa del covid sono stati cancellati moltissimi eventi sociali e quindi è stato difficile poterci esibire. Dal punto di vista creativo invece penso ci abbia regalato più tempo ad ognuno singolarmente (stando chiusi in casa) per scrivere delle idee e farle evolvere in canzoni.
Gilles Fontana: Sfortunatissimi. Ma dici bene, abbiamo avuto più tempo per rivedere i pezzi e registrarli con calma. Quest’album gira da 2 anni ormai.
Leonardo Shine Palestini: Devo dire che per me invece, dal punto di vista musicale, il Covid ci ha scalfiti poco, certo fare concerti non era possibile ma avendo all’inizio zero canzoni che concerti volevamo fare? Abbiamo lavorato ciascuno per conto suo su riff e linee melodiche che poi abbiano arrangiato quando ci incontravamo.

Il titolo dell’ultimo brano “End Of The World” non sembra essere un messaggio positivo!!
Gilles Fontana: “End Of The World” da parte mia è un bello sfogo, ma mi passa un messaggio positivo. È come dire “okay, da qui si riparte”
Leonardo Shine Palestini: Beh, in fondo quando dici che una cosa è “la fine del mondo” non vuoi certo dire che è brutta, no?

Quali sono le vostre influenze musicali?
Christian Martinetti: Ascolto moltissimo i Beatles per gli anni ’60 (si ci sono anche altre band di quel periodo); i led Zeppelin, i Queen per gli anni ’70. Nell’ultimo anno sono diventato un grandissimo fan degli Arctic Monkeys.
Gilles Fontana: I Green Day sono stati nella maniera più assoluta la mia ispirazione. Ma ultimamente sento molto Machine Gun Kelly con i suoi due album, e vado su band underground americane o inglesi, sempre stile punk rock/pop.
Leonardo Shine Palestini: Principalmente Iron Maiden, Black Sabbath e Judas Priest, ma anche band di tutt’altro genere musicale, dalla trip hop ai Pink Floyd, a gente come Gigi D’Agostino, i Daft Punk, gli Eiffel 65 (ti ricordi?), mi piace molto il punk rock tipo i Thee STP (band dell’ underground lombardo anni 2000 dalla potenza incalcolabile), amo ogni cosa che abbia il suo groove e che quando sto in macchina mi smonti lo stereo.

Nel corso della mia recensione di “UPSDWN” ho nominato alcuni gruppi che ho sentito nelle vostre influenze, Nirvana, Red Hot Chilli Peppers e Green Day, è solo frutto della mia fantasia o sono tra le vostre band preferite?
Gilles Fontana: Hai centrato in pieno. Come dicevo, i Green Day sono la mia band preferita da quando ho 10 anni. Ho iniziato con loro a suonare (purtroppo avendoli solo nelle cuffie).
Leonardo Shine Palestini: Allora, Green Day sicuramente si, sono la band preferita del nostro drummer, Red Hot Chilli Peppers sono una band che invece seguo più io che gli altri membri (li seguo da quando uscì “By The Way”, ho ancora il singolo a casa) mentre i Nirvana forse un pò meno, credo che il nostro sound sia molto troppo “pulito” (anche nelle parti distorte) per ricordare i Nirvana, ma probabilmente nel nostro secondo disco (SE e QUANDO uscirà) lo sporcheremo un po’ di più, chissà!

Come è la scena musicale rock in Svizzera anche se penso che voi siete del cantone italiano visto che lo parlate?
Gilles Fontana: In Svizzera, non te lo so dire, onestamente. In Ticino, difficile. Ma penso di parlare per ciò che riguarda tutti i generi musicali. Purtroppo siamo una nazione piccola e sfociare nella musica diventa complicato (ma non impossibile!). Basta guardare i Gotthard. LA BAND della Svizzera. O altri gruppi come i Sinplus che non escono tanto dai confini nazionali.
Leonardo Shine Palestini: È una scena diversa rispetto a quella italiana (che conosco bene, suonando anche negli Aeternum) un po’ meno calorosa (vista da fuori) ma fatta di gente che ha un cuore enorme. I locali non ti chiedono di “portare gente”, spesso hanno la loro clientela, quindi da quel punto di vista è più “aperta” di quella italiana, poi ci sono anche numerosi eventi organizzati dal cantone (come dire statali) però riuscire ad inserirsi è molto difficile, perché sono necessarie le conoscenze giuste e insomma, solita storia.

Cosa vi aspettate da questo album?
Christian Martinetti/Leonardo Shine Palestini: Sicuramente ha favorito a posteriori una crescita a livello personale e a livello di band, come affiatamento e legame tra noi. Durante la produzione di questo album abbiamo commesso molti errori e siamo felici di poter dire (forse!) di aver imparato lezioni molto importanti per il futuro. Dal punto di vista invece del nostro pubblico, spero che chi ci ascolta, scoprendoci, possa passare una bella estate ed affezionarsi all’album e a noi. Associare bei ricordi alla nostra musica e godersi un minimo di spensieratezza che cerchiamo di garantire con i nostri pezzi.
Gilles Fontana: È il nostro primo lavoro, sono contentissimo di averlo finito dopo 2 anni e che siamo riusciti a pubblicarlo dopo molte complicazioni. Spero riusciremo a toccare i vostri cuori e che venga sentito da chi vuole.

State già programmando concerti per promuoverlo?
Leonardo Shine Palestini: Assolutamente Si! Abbiamo già fatto qualche data, ora stiamo ampliando un po’ il nostro repertorio inserendo proprio parti di jam on stage, c’è affiatamento quindi sul palco siamo sempre pronti a dare tutto, far fuoco con tutte le armi possibili. Non saremmo metal, ma sul palco abbiamo cazzimma e voglia di scapocciare da vendere.

Siete entrati nel rooster della Rock On Agency, agenzia più vicina al mondo dell’heavy metal e dell’hard rock, ma voi non lo siete, come mai questa scelta?
Leonardo Shine Palestini: Conoscendo i ragazzi nella Rock On, sapendo che il loro modo di lavorare è estremamente serio e professionale oltre che sempre gentilissimi e super disponibili, ci siamo voluti comunque affidare a loro, nonostante il nostro genere esuli un pò da quello della maggior parte delle band da loro seguite, piuttosto che ad altri che ci sono sembrati meno preparati e più caotici nella presentazione delle loro proposte.

Nel vostro sound c’è anche un po’ di pop, definite quindi voi il vostro sound!!
Gilles Fontana: Pop rock. Alcuni giorni più pop alcuni giorni più rock, dipende dal meteo.
Leonardo Shine Palestini: Il nostro sound è un genere a parte, siamo una band Pop Rock.

Perché il nome Sunset ‘99?
Leonardo Shine Palestini: Sunset ‘99 vuole riportare l’ascoltatore inconsciamente all’ultimo tramonto dell’ultimo giorno d’estate del millennio precedente, quando ancora sognare era più facile, e crederci era meno spaventoso. È una sensazione, sentire che è tutto possibile, che basta sognare in grande e difendere i propri sogni per realizzarli.

Grazie ragazzi!! Chiudete l’intervista come volete, un messaggio o un invito al pubblico italiano ad ascoltare la vostra musica.
Christian Martinetti: Grazie mille per l’intervista, è stato un piacere poter condividere i nostri pensieri e poter incuriosire qualcuno che non ci abbia mai ascoltato. Enjoy the Sunset Vibes!
Gilles Fontana: Il nostro messaggio è e rimarrà sempre “Dream Big”. Si, potrà sembrare banale ad uno sguardo superfiiciale, e magari ascoltando la nostra canzone (Dream Big appunto) rimane un pezzo allegro e dall’ascolto facile e spensierato, ma non bisogna assolutamente sottovalutarne l’estrema potenza, i nostri sogni, i nostri desideri, sono ciò che ci mandano avanti. Grazie!
Leonardo Shine Palestini: Grazie per questo bellissimo spazio che ci avete fornito e per la recensione molto generosa! A chi ci legge, posate i cellulari, godetevi i concerti, parlate con le persone, vivete questa vostra bellissima vita, e se ogni tanto volete tenerci in sottofondo noi siamo qua.
Enjoy The Sunset Vibes

FABIO LOFFREDO

Band:
Alex Py: Voce e chitarra
Christian Martinetti: Chitarra
Gilles Fontana: Batteria
Leonardo Shine Palestini: Basso

https://www.facebook.com/sunset99theband