Now Reading
STRANGER VISION – Intervista su Faust: Act I – Prelude to darkness

STRANGER VISION – Intervista su Faust: Act I – Prelude to darkness

Si intitola “Another Planet” l’EP d’esordio del progetto solo piano del musicista imolese Marco Pritoni, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 25 ottobre. La carriera solista di Marco è iniziata nel 2023 con il singolo “May of Sorrow”, brano a scopo benefico nato durante l’alluvione in Emilia-Romagna, cui hanno fatto seguito la struggente “Red Autumn Leaves” e l’ipnotica “Little Floating Fairies”.  A questi tre brani si aggiungono un intro, un outro e le tre nuove tracce “An Enchanted Mind”, “The Invisible Fountain” e “The Short Novel”.

Potete raccontarci brevemente la storia degli Stranger Vision e come si è formata la band? Il vostro nome, “Stranger Vision”, ha un significato particolare? Come si lega alla vostra musica?
Ivan
: Gli Stranger Vision nascono nel 2019 dall’idea di creare una musica che unisse potenza e melodia, senza compromessi. Il nostro nome rappresenta una “visione straniera”, ovvero un punto di vista alternativo rispetto alle convenzioni musicali. Si lega profondamente alla nostra musica, che vuole sorprendere e spingere oltre i confini del power prog metal, mantenendo una forte identità personale e narrativa.

Quali sono le vostre principali influenze musicali, sia individuali che come gruppo? Ci sono artisti o band che vi hanno particolarmente ispirato per questo progetto di “Faust”?
Riccardo
: Come gruppo, ci ispiriamo a band come Savatage, Symphony X, Dream Theater e Blind Guardian, ma cerchiamo sempre di reinterpretare queste influenze in chiave originale. Per Faust, ci hanno particolarmente ispirato il lato teatrale di Savatage e le atmosfere orchestrali dei Symphony X. Individualmente, ammiro chitarristi come Michael Romeo e Marty Friedman, ma amo anche la musica classica, che ha influenzato le orchestrazioni dell’album.

“Faust: Act I – Prelude to Darkness” è un concept album basato sull’opera di Goethe. Cosa vi ha ispirato a scegliere questa storia come tema centrale?
Ivan:
Siamo stati attratti dalla profondità tematica di Faust, che esplora l’ambizione, l’amore, la redenzione e la dualità dell’essere umano. È una storia senza tempo, che parla alle emozioni e ai dilemmi esistenziali di ognuno di noi. È perfetta per essere raccontata attraverso la potenza evocativa della musica metal.

Il vostro approccio musicale come si è adattato per raccontare una narrazione così complessa e profonda? Avete notato un’evoluzione nel vostro sound dai primi lavori fino a “Faust: Act 1”? In che direzione pensate stia andando la vostra musica?
Riccardo:
Con Faust, il nostro sound è diventato più ricco e narrativo. Abbiamo ampliato gli arrangiamenti orchestrali e sperimentato con atmosfere più drammatiche per accompagnare la complessità della storia. Rispetto a Poetica e Wasteland, questo album segna un’evoluzione verso un power prog metal più cinematografico, con sonorità più potenti e moderne e pensiamo che la nostra musica continuerà a esplorare queste dimensioni.

Avete apportato delle interpretazioni personali o delle licenze creative rispetto al testo originale di Goethe? Se sì, quali e perché? C’è una traccia dell’album che ritenete rappresenti al meglio l’essenza di Faust? Se sì, quale e perché?
Ivan:
Abbiamo reinterpretato alcuni temi per renderli più universali. Ad esempio, la dualità di Faust tra ambizione e moralità è stata resa più personale e contemporanea. La traccia che meglio rappresenta l’essenza dell’album è “Strive”, perché racchiude il tema centrale: la lotta continua dell’uomo per conoscenza e significato, un tema che tocca chiunque.

Come avete lavorato per creare un equilibrio tra il testo letterario originale e la vostra interpretazione musicale? Come si è sviluppato il processo compositivo di “Faust: Act 1”? Siete partiti dalla musica, dai testi o da un concept generale?
Riccardo:
Abbiamo iniziato dal concept generale, costruendo un quadro narrativo chiaro basato su Faust. Poi abbiamo lavorato in parallelo su testi e musica, adattando ogni elemento per far sì che rispecchiasse l’intensità emotiva e la profondità del racconto. Il risultato è un equilibrio che valorizza sia l’opera originale che la nostra visione musicale.

Avete già in mente come evolverà il secondo atto del progetto? Qual è stata la sfida maggiore nel mettere in musica un’opera letteraria così importante e complessa?
Ivan:
Abbiamo alcune idee per il secondo atto, che esplorerà la redenzione di Faust e l’evoluzione dei temi introdotti. La sfida maggiore è stata tradurre la densità tematica e filosofica di Goethe in musica, mantenendo un equilibrio tra fedeltà all’opera e accessibilità per l’ascoltatore.

Come sono nate le collaborazioni con James LaBrie e Angelica Patti? Che contributo hanno dato al progetto?
Riccardo:
James LaBrie è uno dei cantanti più importanti della scena prog metal mondiale da oltre 40 anni, ha rappresentato per noi un punto di riferimento musicale e artistico. Per una band come la nostra, italiana e ancora in crescita, avere il supporto di una figura come lui è stato un enorme onore. Il suo contributo ha arricchito il progetto con la sua esperienza e il suo carisma, portando una profondità unica al brano in cui ha partecipato. Angelica Patti, talentuosa cantante, ha aggiunto un tocco speciale con la sua voce, contribuendo a creare atmosfere intense e suggestive. La sua interpretazione ha reso alcuni passaggi emotivamente più impattanti, sottolineando le sfumature narrative dell’album. Entrambe queste collaborazioni sono la dimostrazione che la musica unisce, andando oltre confini geografici e differenze di notorietà. Per noi, il loro coinvolgimento è stato un valore aggiunto immenso, sia dal punto di vista artistico che umano.

La produzione è stata curata da Simone Mularoni e Simone Bertozzi. Come è stato lavorare con loro? Quanto tempo ha richiesto il processo di registrazione e quali sono stati i momenti più sfidanti?
Ivan:
Lavorare con Simone Mularoni e Simone Bertozzi è stato incredibile. Sono professionisti che ci hanno aiutato a raggiungere il massimo potenziale. Il processo di registrazione è durato diversi mesi e la sfida più grande è stata gestire i dettagli degli arrangiamenti orchestrali e vocali, assicurandoci che tutto fosse equilibrato.

 Il sound dell’album è molto ricco e stratificato. Come avete gestito gli arrangiamenti per bilanciare tutti gli elementi, dai riff di chitarra alle orchestrazioni?
Riccardo:
Abbiamo lavorato in modo meticoloso su ogni strato della musica. Le orchestrazioni e i synth sono state pensate per sostenere i riff di chitarra senza mai sovrastarli, mentre le linee vocali sono state create per guidare l’ascoltatore attraverso la storia. È stato un lavoro di squadra in cui ogni elemento doveva servire il racconto.

MAURIZIO DONINI

Band:
Ivan Adami – Voce
Riccardo Toni – Chitarre, Tastiere e Orchestrazioni
Daniele Morini – Basso
Alessio Monacelli – Batteria
Credits:
Photo : Annalisa Russo

Location: Estense University Library of Modena, courtesy of the Ministry of Cultural Heritage and Activities (MiBAC)
 
strangervisionband.com
facebook.com/StrangerVision
https://www.youtube.com/@StrangerVision
instagram.com/strangervision_band
tiktok.com/@strangervisionband
strangervisionband.bandcamp.com/album/faust-act-i-prelude-to-darkness
open.spotify.com/album/4MVYzzGdcM6S3EhdmUpvvd