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STEEL FLAMES – Intervista all’heavy metal band romana

STEEL FLAMES – Intervista all’heavy metal band romana

Da altre realtà romane in ambito heavy metal, nascono gli Steel Flames, band che ha rilasciato da poco il primo omonimo album (leggi qui la recensione). Ne Ho parlato con il cantante Marco Moretti e con il chitarrista Vincenzo Tauriello. Di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuto su Tuttorock. Inizierei subito chiedendoti come nascono gli Steel Flames. Una band nuova ma ognuno di voi ha varie esperienze alle spalle. Perché questo cambio?
Marco Moretti: Ciao Fabio e grazie per averci dato l’opportunità di presentare gli Steel Flames al pubblico di Tuttorock che salutiamo con affetto!  Gli Steel Flames nascono nell’autunno del 2019 a Roma attraverso l’unione di 3 ex membri dei Way Out (Vincenzo Tauriello alla chitarra, Riccardo Di Felice al basso e Stefano Strizzi alla batteria) con il sottoscritto alla voce (ex Savers, Muddy Roxx, Rebel Tango). Dopo varie vicissitudini e molte esperienze live e in studio, abbiamo splittato con le rispettive band: è in questo modo che abbiamo avuto la possibilità di conoscerci attraverso degli amici in comune che mi hanno presentato a Enzo, Rick e Stefano; la risultante è stato questo progetto che ha alla base una forte amicizia e una strepitosa intesa musicale e professionale.

Come sono nati i brani dell’album?
Marco Moretti: I brani sono nati per la maggior parte da un’idea di Riccardo (il bassista) che mediante riff costruiti ha posato le basi sulle quali ho inserito le linee vocali e il testo: in sala abbiamo arrangiato e definito i dettagli tutti insieme, arricchendo le tracce con idee e soluzioni provenienti da tutti e 4 i membri. Un paio di tracce (“Enslaved” e “Steel Flames”) nascono dal lavoro di tutti i componenti.

Solitamente componete partendo da un riff o cos’altro?
Marco Moretti: Esattamente ma la particolarità è che, come dicevo prima, Rick parte da una serie di riff e idee che rendono la maggior parte dei brani pronti per accogliere le mie linee vocali e successivamente il testo: il lavoro di squadra, infine, completa l’arrangiamento dei brani dei quali siamo estremamente soddisfatti e che spero abbiate apprezzato anche voi attraverso il nostro primo full length uscito a giugno scorso, presto disponibile anche sulle più comuni piattaforme digitali.

Il sound è ispirato dall’heavy metal classico, è questa la vostra influenza musicale?
Marco Moretti: Assolutamente d’accordo con te, l’Heavy Metal classico è decisamente il genere che più ci rappresenta; alcune melodie o riff possono lambire il power (come ad esempio in “Heart On Fire”), altre l’hard rock più epico come in “Eye Of Tomorrow” , ma in sostanza domina l’Heavy Metal classico anni 80.

Io nella recensione ho citato Iron Maiden, Judas Priest, ma anche Manowar, altre influenze?
Marco Moretti: Il nostro chitarrista (Vincenzo Tauriello) ammira molto Ritchie Blackmore, in alcuni passaggi si possono apprezzare le sue influenze; io adoro Michael Kiske, Eric Adams, Ronnie James Dio e Rob Halford ma anche Warlord e Primal Fear; Stefano (il batterista) e Riccardo (il bassista) apprezzano molto band come Accept, Saxon e Dream Theater.

Quale è il significato dei testi delle canzoni?
Marco Moretti: I testi trattano tematiche varie, alcune tipicamente Metal come in “Steel Flames” (in cui regna l’eterna lotta contro i posers ahahah) o “Drop The Blood In Fight (in cui l’armata del Metallo è impegnata in battaglie gloriose combattute con onore e acciaio), o ancora come in “Heart On Fire” (un eroe lotta per salvare il regno in mano ad un tiranno). “Eye Of Tomorrow” è dedicata a Madre Terra ed al suo pianto disperato dovuto alla nostra incuria e ingratitudine nei suoi confronti, mentre “China Blue Suit” mette in luce l’atteggiamento senza scrupoli che a volte assumono i datori di lavoro nei confronti di alcuni dipendenti che vedono piegati i loro diritti: la storia però è vista attraverso il tentato omicidio commesso da un killer vestito con un completo color china blue nei confronti di un suo ex dipendente che darà poi seguito ad una spietata vendetta! L’oppressione dei popoli più deboli (“Enslaved”), l’ipocrisia di chi prova invidia e odio verso il prossimo e usa le parole come coltelli (“Flyin’ Knives”) e un’analisi introspettiva (“Lost Identity”) le altre tematiche trattate nei testi.

Perché la scelta del nome Steel Flames?
Vincenzo Tauriello: Ci piaceva il suono, quando si pronuncia è tagliente come una lama affilata (ahahahah). Ovviamente un moniker cosí evoca in modo palese la grande energia, la passione totale che mettiamo per la musica che amiamo e con la quale siamo cresciuti: Heavy Metal classico.

 Sarete in tour a supporto dell’album?
Marco Moretti: In effetti stiamo suonando parecchio dal vivo, praticamente è come se stessimo in tour da Maggio scorso! Abbiamo dei contatti con alcune agenzie con le quali stiamo dialogando a proposito, vi terremo aggiornati riguardo l’autunno e il prossimo inverno, periodo in cui lavoreremo anche su brani nuovi per il secondo full length.

Quanto è importante per voi suonare dal vivo?
Marco Moretti: non è solo importante, è fondamentale per noi! Dal vivo abbiamo il riscontro del pubblico che premia il lavoro svolto in studio e a casa e devo dire che le persone si divertono moltissimo, cantano i nostri brani e partecipano ai cori! Non potremmo mai concepire la nostra musica solo in studio e a supporto di ciò ti dico che anche quando facciamo semplicemente le prove ci piace moltissimo avere amici che assistono! Il nostro rapporto con il pubblico è davvero carburante per noi, il palco è il nostro ambiente naturale e le persone lo percepiscono, rispondendo con passione, dedizione e coinvolgimento.

In un momento difficile della nostra storia, cosa vorreste comunicare con la vostra musica all’ascoltatore?
Vincenzo Tauriello:
Posso solo esprimere un’idea personale. La musica Hard’n’Heavy è la colonna sonora della mia vita da quando sono adolescente. Se non ci fossero stati i dischi dei Rainbow, Judas Priest, UFO, Triumph, Deep Purple, Angel Witch, Michael Schenker Group, Gary Moore, Riot, ecc. a sollevarmi quando ero totalmente a terra e a farmi sentire un’energia che non sapevo di avere, non saprei davvero dove sarei a questo punto della mia vita. Credo che qualcosa di simile sia successa a tutti noi. Il mondo attuale è inquietante, tra le minacce di una guerra totale, integralismi religiosi e ideologici, il mito del denaro e del successo facile, l’esibizionismo e il voyeurismo senza limiti dei social mettono davvero paura. La musica, come altre forme artistiche, non è solo una forma di comunicazione ma può farci immaginare e sentire dei modi di vivere diversi, piú veri, insieme alle altre persone, spronarci a reagire e a migliorarci. Penso che il nostro Heavy Metal fatto col cuore e col cervello vada in questa direzione.

Avete esperienze di vari anni nel mondo del metal, come vedete voi la scena metal italiana? C’è stata un’evoluzione
Vincenzo Tauriello: È cambiato soprattutto il mercato musicale e di conseguenza l’industria musicale ha adottato nuove strategie. La possibilità di incidere un disco autoprodotto o con piccole etichette indipendenti, fare viaggiare la propria musica sulle piattaforme digitali, legarsi a un’agenzia per fare dei tour con band affermate è diventato lo standard per tutti quelli che vogliono proporre della musica originale. Dei format televisivi tipo  X Factor non voglio neanche parlarne. La scena metal italiana in parte si è adeguata, ovviamente. Se per evoluzione intendi il successo di alcune band italiane all’estero questo è innegabile, pensiamo ai Lacuna Coil o ai Rhapsody Of Fire. Negli anni d’oro del Metal, gli anni Ottanta, purtroppo l’industria musicale italiana era totalmente impreparata riguardo al genere metal, sia a livello di produzione e di suoni sia riguardo la promozione. Di sicuro non mancavano le band di alto livello: Raff, Vanadium, Steel Crown ecc . A essere sincero ascolto tutt’ora le band della vecchia guardia o legate in qualche modo a quella scena: Strana Officina, Ancillotti, Fingernails, Heavy Star, Graal, Road Syndicate, Dunwitch ecc. A proposito abbiamo avuto l’onore di suonare poche sere fa al Metropolis con i mitici Crying Steel, spaccano alla grande. Esperienza indimenticabile!

Chiudete l’intervista come volete. Un messaggio o un invito ad ascoltare il vostro album.
Marco Moretti: In primis grazie ancora a Fabio e a TuttoRock per il tempo e la disponibilità! A chi non ha ancora ascoltato il nostro disco chiedo solo di dedicare 40 min del loro tempo ad un capitolo di sano e puro Heavy Metal senza compromessi, sarà del tempo speso bene e non se ne pentirà! …e come dico sempre: That’s Metal!!  A presto ragazzi, un abbraccio dagli Steel Flames!     Meltin’ boilin’ steel: in flames!!

FABIO LOFFREDO

Band:
Marco Moretti: Voce
Vincenzo Tauriello: Chitarra
Riccardo Di Felice: Basso
Stefano Strizzi: Batteria

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