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SOLAR MANTRA – Intervista alla stoner rock band romana

SOLAR MANTRA – Intervista alla stoner rock band romana

Nel titolo ho citato i Solar Mantra come una band d stoner rock band, mail quartetto romano è qualcosa di più, nel loro sound ci sono varie contaminazioni. Nascono nel 2017 come band strumentale, decidono poi di allargare la formazione con l’ingresso di un cantante e di allargate gli orizzonti del loro sound. Di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao e benvenuti su Tuttorock. La prima domanda che faccio di solito è di parlarmi di voi, quindi come nascono i Solar Mantra?
Simone Bianchini: Il progetto prende forma nel 2016 ed originariamente suonavamo musica strumentale. Quello che ci ha spinti ad intraprendere questo percorso lo dobbiamo alla passione per il genere musicale: lo stoner rock. È un genere che, fondamentalmente sin dagli inizi degli anni ‘90 ad oggi, non è mai tramontato.

Il vostro genere musicale si ispira allo stoner, come è nata la passione per questo genere musicale?
Tommaso Santillo: Difficile relegare i Solar Mantra in un genere musicale. Dal mio punto di vista, vivo con un pizzico di rammarico la necessità/obbligo di autodefinirci ed omologarci secondo categorie stilistiche predefinite. Diciamo che lo stoner è un po’ il punto di incontro tra tutte le nostre influenze e che indubbiamente condiziona un po’ tutta la nostra produzione ma lasciatemi dire con un po’ di orgoglio che i Solar Mantra sono molto altro!
Francesco Carretti: Ho sempre amato i Black Sabbath di Ozzy ma credo che i primi dischi che mi hanno portato ad avvicinarmi al genere siano stati ”Songs For The Deaf” dei Queens of the Stone “Age e The Ethereal Mirror” dei Cathedral.

Altre influenze musicali?
Tommaso Santillo: Per quanto mi riguarda, la base della mia formazione artistica è il classic rock. Questo mi ha permesso di addentrarmi e sentirmi a mio agio nel grunge prima e nel desert rock poi. Credo che questa linea stilistica si sposi bene con le altre influenze che ispirano gli altri membri dei Solar Mantra e quello che esce fuori nel complesso sia qualcosa di estremamente evocativo ma anche originale e soprattutto mai scontato.
Francesco Carretti: Ognuno di noi ascolta musica diversa ed io in particolare adoro molta black music, musica elettronica e jazz: avere punti di riferimento e soluzioni diverse in mente è fondamentale per scrivere materiale che non ti rompa i coglioni. Poi naturalmente i Solar Mantra hanno un indirizzo che è quello dello stoner e affini (desert, doom ecc..), ma non vuol dire che l’ispirazione non possa arrivare da cose diverse, come i Prodigy o Miles Davis. Basta che poi il risultato sia funzionale a quello che abbiamo in mente…e molto spesso è musica rumorosa e grassa ma con un pizzico di melodia a condire il tutto.
Carlo Loffredo: Tutti e quattro apprezziamo diversi generi musicali ed è naturale come l’ispirazione possa arrivare in modo inaspettato anche ascoltando musica molto diversa dallo stoner. Detto ciò ci sono comunque dei capisaldi dello stoner/doom che fungono da fonte inesauribile di empito creativo ed è impossibile non menzionare band come gli Om, gli Elder o gli Earthless tra queste.

Eravate una band di musica strumentale, oggi avete un cantante, perché questo cambiamento?
Francesco Carretti: Durante i primi mesi di vita della band fu molto facile trovare la giusta amalgama tra batteria, basso e chitarra, tuttavia l’idea è sempre stata quella di aggiungere il cantato all’interno dei pezzi. Scegliere un cantante è un’operazione tortuosa, dato che non ci sono compromessi possibili. Dopo una lunga ricerca contattammo Tommaso che ci convinse fin dalla primissima registrazione. Il pezzo scelto era “Rise”, successivamente inserito nell’EP di debutto “Solar Mantra”, e fu subito chiaro come la sua voce avrebbe aggiunto una dimensione irrinunciabile alla nostra produzione.
Simone Bianchini: Andando avanti nel percorso creativo ci siamo resi conto che mancava qualcosa, all’inizio non sapevamo bene cosa. Dopo aver provato decine e decine di cantanti, la risposta fu chiara quando conoscemmo finalmente Tommaso.

Come nasce un vostro brano? Da un riff?
Francesco Carretti:La maggio parte dei brani si parte da riff ed altre idee strumentali. Molto spesso cerchiamo di organizzare queste idee digitalmente, in maniera tale da avere già una sorta di struttura da canzone, con strofa e ritornello, per poi passare alle parti vocali di Tommaso: da qui, se il brano ci piace, viene suonato e rifinito in sala, valutando le varie modifiche da apportare.

Perché Solar Mantra?
Simone Bianchini: Vorrei poter dire che l’ispirazione è giunta al termine di un viaggio sciamanico dopo una scorpacciata di peyote nel deserto oppure annoiarvi con delle lunghe digressioni sui mantra tibetani. Nulla di tutto ciò: in realtà abbiamo semplicemente unito due parole che potessero fondersi ed evocare con un unico termine il Desert Rock da un lato ed alla psichedelia dall’altro.. in poche parole, ci suonava bene.
Francesco Carretti: All’epoca non ero presente ma credo che cercassero ardentemente un nome che potesse essere confuso con Salamandra.0

Lo scorso anno è uscito “Away” e la bio parla di vostro primo LP. Quindi è uscito in vinile?
Francesco Carretti: No ma uscirà! Prima o dopo.

Cosa pensate quindi di questa voglia di vintage? Di questo ritorno al vinile?
Francesco Carretti: In generale credo che sia una questione abbastanza complessa e in cui subentrano vari fattori tra cui, la nostalgia diffusa, la cultura pop che pur di produrre ricicla continuamente cose dal passato, il fatto che siamo tutti bombardati da contenuti nuovi e non riusciamo a stargli dietro…Per quanto riguarda il vinile, penso sia anch’esso una reazione al modo frettoloso con cui si consuma la musica attualmente: il vinile ti obbliga a fermarti e a prenderti del tempo, come in un rituale…senza contare che le copertine sono molto più belle e grandi!

State preparando un nuovo album?
Francesco Carretti: Stiamo raggruppando il materiale per il prossimo disco e già siamo a buon punto! Fortunatamente i Solar Mantra scrivono continuamente cose nuove e di brani tra le mani ne abbiamo a iosa.

Quale percorso musicale seguirà?
Francesco Carretti: Credo che il prossimo album sarà un po’ più pesante a livello sonoro…Non mancheranno momenti più melodici ma la direzione sembra quella di un sound più massiccio e pachidermico.

Di cosa parlano i vostri testi?
Tommaso Santillo: Volendo trovare una matrice comune nella produzione dei Solar Mantra dalle origini fino ad ora, credo che si possa sintetizzare nella Rivalsa, nella resilienza, nella capacità di rialzarsi e non darsi per vinti malgrado le sfide che quotidianamente la vita ci propone. Nei miei testi parlo di gente normale, non troppo idealizzata e tendenzialmente incazzata per ciò che la circonda e per come condiziona la vita di ognuno di noi. Dall’amore, al lavoro, alle relazioni con gli altri. Tutto viene stravolto e centrifugato dagli eventi che dobbiamo necessariamente fronteggiare per sopravvivere. I nostri eroi sono le persone comuni che si fanno in quattro per svoltare senza piegarsi.

Come state vivendo questo periodo buio della nostra vita, pandemia, guerra, cambiamenti climatici. Influisce nel vostro modo di comporre?
Tommaso Santillo: Riallacciandomi un po’ alla domanda precedente, la nostra produzione artistica è stata ed è solennemente condizionata dalle catastrofi che stiamo vivendo e l’emblema di questa ispirazione e anche del nostro spirito è stato proprio il nostro album di debutto  “Away”, scritto, registrato e presentato tra un lockdown e l’altro, tra locali chiusi e clausura, tra autocertificazioni e salatissime contravvenzioni prese per raggiungere lo studio di registrazione. Tutto reale. Tutto come da copione. Un fiore nato dal fango.

Progetti futuri? Concerti?
Tommaso Santillo: Tanti. Al di là della produzione di un nuovo disco che abbiamo in cantiere, abbiamo una gran voglia di farci sentire e recuperare i tanti, troppi mesi di assenza dal palco. Abbiamo recentemente iniziato una collaborazione con l’agenzia Rock On e confidiamo molto in questo sodalizio per poter presto recuperare tutto il tempo perso.

Chiudete l’intervista come volete, un messaggio per ascoltare la vostra musica.
Tommaso Santillo: Ascoltare e sostenere la musica indipendente della scena Underground è un modo per fare cultura, per crescere spiritualmente e riconoscersi. Non fermatevi in superficie ma scavate alla radice (fa anche rima). Ascoltare e sostenete i Solar Mantra. Andate oltre.
Francesco Carretti: Immaginate di voler mangiare un panino: potete andare in una famosa catena americana, nell’hamburgeria gourmet o quella che fa solo panini al pesce o etnici. In mezzo a questa grandiosa offerta ci sta anche il paninaro sotto casa, poco conosciuto, che però fa cose belle grasse, unte e, soprattutto, le fa con amore: ecco questo sono i Solar Mantra!

FABIO LOFFREDO