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SCREAMACHINE – Intervista al bassista e fondatore Francesco Bucci e al cantante Valerio …

SCREAMACHINE – Intervista al bassista e fondatore Francesco Bucci e al cantante Valerio …

Gli ScreaMachine sono una nuova band romana di heavy metal e in occasione dell’uscita del loro primo ed omonimo album per Frontiers Records, ho avuto l’occasione di intervistare Francesco Bucci, bassista e fondatore e il loro cantante Valerio “The Brave” Caricchio. Un’intervista lunga e piacevole per me, perché conosco quasi tutti i ragazzi della band, abbiamo condiviso in passato concerti, incontri in negozi di dischi e l’amore per l’heavy metal, esperienze che si scoprono specialmente nell’ultima domanda dell’intervista ed esce la nostra ‘romanità’. Di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuti su Tuttorock.com. Inizierei subito nel chiedervi come nascono gli ScreaMachine. Da chi è nata l’idea?
Francesco Bucci:
Grazie per averci dedicato questo spazio, da band al debutto apprezziamo immensamente quando una testata musicale di tale rilevanza decide di approfondire anche le nuove leve oltre ai i grandi nomi, che risultano sicuramente più appetibili. L’idea di ScreaMachine nasce nel novembre del 2017 dalla mia dalla volontà di confrontarmi con le sonorità che porto nel cuore sin quando ero un teenager: quelle della musica heavy metal che così tanto mi ha dato sino ai giorni odierni.  Come puoi immaginare, quindi, i  riferimenti sono indubbiamente riconducibili a classici come Iron Maiden, Judas Priest, primi Metallica, Accept e così via. Al tempo stesso ci tengo a ribadire che ScreaMachine non è una tribute band che vuole limitarsi ad una semplice riproposizione di un sound vintage. Al contrario, il progetto è orientato a filtrare queste influenze in una chiave moderna e, soprattutto, contraddistinta da una personalità definita. Siamo intenzionati a sfruttare ogni vantaggio concesso dalla moderna tecnologia per dare vita ad un sound classico e fresco al tempo stesso, prendendo il meglio dei due mondi. D’altronde di bei dischi registrati negli anni ’80 ce ne sono a bizzeffe, quindi ritengo che non abbia senso, per noi, scimmiottare quel tipo di produzione per perseguire un risultato artificialmente antico: se oggi è possibile far suonare le chitarre più grosse e rumorose che mai, perché non farlo? Lo stesso vale per il songwriting: se le linee guida sono chiare e piuttosto tradizionali, non è detto che le influenze non possano oscillare da uno stile all’altro, attingendo costantemente dall’esperienza musicale che ci portiamo dietro.

Una nuova band ma ognuno di voi è conosciuto per aver militato in altre band del metal italiano, è quindi un progetto a sé o una vera e propria band?
Francesco Bucci: E’ vero, negli ultimi venti anni (arrotondando per difetto) siamo stati piuttosto attivi con realtà come Stormlord, parlando del sottoscritto, e Kaledon, con riferimento ad Alex Mele e Paolo Campitelli. Anche il nostro batterista Alfonso “Fo” Corace ha suonato con numerose realtà musicali fra cui Airlines Of Terror, Vidhar e Lunarsea, mentre Valerio “The Brave” Caricchio è sempre stato presente all’interno della scena metal romana con diverse realtà musicali. Questi trascorsi penso che possano fungere da curriculum a testimonianza della profonda passione che nutriamo per l’heavy metal, ed è proprio per seguire questa passione che oggi abbiamo deciso di impegnarci con tutte le nostre forze in ScreaMachine, che consideriamo una vera band a tutti gli effetti.
Anzi, forse la mancanza di pressione rispetto alle nostre altre band, più consolidate a livello di seguito e di aspettative, ci ha permesso di rientrare in contatto con quella dimensione gioiosa ed istintiva tipica delle band agli esordi. Ci sentiamo quasi ogni giorno, alterniamo decisioni “serie” riguardanti la band a discorsi prettamente musicali o lunghe tirate goliardiche, senza soluzione di continuità, facendoci tante risate e, al tempo stesso, portando avanti un progetto che ci appassiona moltissimo.

Come dividete gli impegni con le vostre principali band?
Francesco Bucci: E’ un po’ un problema quando siamo costretti ad incrociare gli impegni di ScreaMachine con i tour di supporto ai Metallica ed agli Iron Maiden che spesso vedono coinvolte le altre band in cui militiamo, ma fortunatamente abbiamo un nutrito stuolo di manager ed avvocati che riescono a mediare le diverse esigenze. Scherzi a parte, è solo questione di passione, oltre alla masochistica volontà di rinunciare alla corretta quantità di sonno necessaria ad una vita sana. Io ho una moglie (molto paziente), una figlia piccola ed un lavoro che impegna gran parte della giornata, come molte altre persone che conosco. La differenza è che, per qualche motivo, ho anche questa strana ossessione che mi porta a chiudermi in una stanza con altri quattro scappati di casa per produrre musica a tutto volume quando potrei riposarmi su un divano e guardare la partita, oppure ad impegnare i miei weekend girando su un furgoncino scassato per l’autostrada, per poter arrivare in un locale quasi sempre sito in una remota zona industriale dove della gente che beve birra scadente ci aspetta sotto al palco per ricordarci i motivi per cui amiamo così tanto questa musica. Questa storia va avanti da troppo tempo per ipotizzare un cambiamento, anche perché, come diceva la buonanima di Lemmy: “if you think you are too old to rock ‘n roll then you are”.

ScreaMachine, il significato del nome?
Francesco Bucci: Quando mi chiedono che musica suoniamo, rispondo “loud heavy metal music”, che è la stessa frase stampata sul retro delle nostre t-shirt. Amo pensare a questa band come ad un distributore automatico di volume.  Una macchina per le urla insomma, perché nulla è più liberatorio di un urlo, che sia di rabbia, che sia gioia, che sia semplicemente catartico. L’urlo non è forse una metafora del rock? Quanto erano preoccupate le nostre nonne quando nella musica italiana si presentarono i primi “urlatori”, capeggiati da icone come Adriano Celentano? Finché c’è un grido, c’è voglia di sentirsi liberi. E la macchina, dirai tu? Beh, la macchina è fatta di metallo, come la nostra musica.

Chi è quel mostro in copertina?
Francesco Bucci: Finalmente me lo chiede qualcuno! Inizialmente lo chiamavo, appunto, ScreaMachine, ma col passare del tempo per noi tutti è diventato il Metal Monster. Possiamo considerarlo il nostro ambasciatore e la nostra mascotte al tempo stesso. Credo rappresenti benissimo l’immaginario che caratterizza la band e sono certo che lo rivedrete anche sulle prossime copertine. Di base è brutto, cattivo, fatto di ferro, urla a squarciagola e si trova a suo agio in mezzo alle fiamme. Io la berrei una birra in compagnia di tipo così, tu no?

Ma si, perché no!! Ognuno di voi ha portato nella band le proprie influenze, ma quali sono quelle che vi uniscono tutti
Francesco Bucci: Senza dubbio i nomi che ho citato in precedenza: Judas Priest, Iron Maiden, Accept, Savatage, primi Manowar, ma anche la NWOBHM, i Mercyful Fate e l’irruenza dei Metallica degli esordi. Per il resto siamo abbastanza onnivori dal punto di vista musicale: per rimanere nel campo del rock duro, io, Valerio ed Alfonso spaziamo da Frank Zappa fino al black metal più putrido, passando per il thrash o geni folli come Devin Townsend. Alex e Paolo sono maggiormente orientati verso il metal classico e l’hard rock, generi che rappresentano l’ovvio punto di incontro per noi tutti.

Il significato dei testi?
Valerio “The Brave” Caricchio: L’obiettivo che mi ero posto era quello di “vestire” cotanta potenza sonora con un abito cucito su misura e quindi in via generale possiamo dire che i testi esprimono proprio la fierezza dell’essere Metal e di urlarlo al mondo. Nel particolare, andando in ordine, “Demondome” è una sorta di introduzione per l’ascoltatore a quello a cui andrà incontro ed è declinato secondo i migliori canoni della nostra tradizione, ovvero una sorta di demoniaco battesimo nel fuoco, ovviamente infernale. Manco a farlo apposta è stata collocata come opener del disco ed è un ruolo perfetto per quanto appena detto. “The Metal Monster” è a tutti gli effetti una rappresentazione del conflitto musicale tra ciò che è Metal e tutto il mare magnum delle immondizie musicali (per citare Battiato) che ci circonda e per il quale arriva il nostro Metal Monster a impartire ciò che esse meritano. “The Human God” è la rivincita dell’Uomo in quanto essere senziente su tutto ciò che rappresentano le varie religioni e le loro mortificazioni della Ragione per poter proliferare. “Darksteel” riprende il discorso  del conflitto Metal vs trend musicali  di Metal Monster, però in una chiave meno didascalica e figurativa e più metaforica. “Mistress of Disaster” racconta di questa  predatrice aliena venuta dallo spazio per dominare la terra grazie al suo irresistibile potere seduttivo. Il problema è che il prezzo di ogni amplesso consumato con lei, genera catastrofi e stragi. Dato il tiro hard rock sleazy del pezzo che si discosta un po’ dal resto dell’album, ho pensato che ci stesse bene una sana storia di sesso grottesco condita con un po’ di humour nero. “52hz” al contrario è più riflessivo. Il titolo si riferisce alla frequenza più bassa emessa in natura che è propria di una particolare specie di balena che proprio per tale motivo, è stata definita “la specie più sola al mondo” in quanto nessun altro essere vivente riesce a captare i suoi richiami. Questo spunto suggestivo si è sommato all’ispirazione venutami dalla lettura di “Arcipelago Gulag” di Solzeniczyn comparando la solitudine di quelle balene a quella dei confinati nei lager ai confini della terra, gli esseri appunto più soli al mondo. Questo mood più cupo viene comunque mitigato da un afflato di speranza verso il futuro. “Wisdom of the Ages” è un inno a quello che rappresenta il passato inteso come tutto ciò che ha contribuito a renderci ciò che siamo. E’ anche una celebrazione della nostalgia per qualcosa che essendo passata, non potrà più tornare. “Silver Fever” è un pezzo sulla licantropia, raccontata però dal punto di vista del lupo mannaro. “Dancing with Shadows” riporta alla dicotomia tragica Uomo/religione di “Human God”, soltanto che mentre lì il senso è di rivalsa nei confronti dell’oppressione religiosa, in “Dancing” invece i versi sono relativi a una sostanziale sconfitta di una minoranza nei confronti del credo imperante. “Scream Machine” è fin dal titolo semplicemente l’esaltazione di ciò che vuol dire suonare Heavy Metal: un viaggio fantastico a velocità folle.

Come sono nati i vari brani, da un riff, da una linea vocale o avere avuto altri metodi si scrittura?
Francesco Bucci: Posso parlare solo per me, dato che anche Alex, Paolo e Valerio hanno contribuito in sede di songwriting. Per quanto riguarda ScreaMachine, i miei brani nascono spesso da un singolo riff, dalla voglia di concretizzare un certo tipo di atmosfera, da una bozza di refrain o semplicemente da una “strimpellata” casuale al momento giusto. Ho la fortuna di conoscere bene la materia in quanto, come dicevo prima, si tratta di sonorità che mi accompagnano sin da quando ero un ragazzino, quindi una volta trovato il giusto abbrivio è abbastanza naturale arrivare ad una prima bozza di pezzo. Successivamente sottopongo lo scheletro del brano ai ragazzi della band, i quali forniscono il loro fondamentale apporto in fase di arrangiamento ed, in particolare, Valerio (Caricchio, cantante) mi fa ascoltare qualche idea per le melodie vocali che spesso e volentieri definisce la canzone in maniera fondamentale. Fortunatamente abbiamo (quasi tutti. Sto parlando di te, Valerio!!!) un buon rapporto con la tecnologia e, viste anche le nostre vite piuttosto impegnate, abbiamo iniziato a lavorare scambiandoci files su internet sin dagli inizi del gruppo, pur vivendo nella stessa città. Questa abitudine ci ha permesso di continuare a collaborare proficuamente anche durante il lockdown ed il successivo periodo. Ti dirò di più, da marzo 2020 non solo siamo riusciti a chiudere il mixaggio del debutto, di cui si è occupato il nostro chitarrista Paolo Campitelli confrontandosi con noi in via telematica, ma abbiamo anche approfittato per gettare delle ampie basi per il futuro materiale.

Ci sono anche alcuni ospiti nazionali ed internazionali nell’album. Vuoi presentarli e come li avete scelti?
Francesco Bucci: Dalle chiacchierate che ho avuto modo di fare finora con i tuoi colleghi ho notato, com’era lecito attendersi, che la presenza di tutti questi nomi blasonati ha suscitato una certa curiosità. In realtà tale scelta è stata molto spontanea e nasce dalla natura intrinseca del nostro disco, che prima di tutto è un’opera di grande amore e reale passione per l’heavy metal, senza troppi fronzoli di contorno. Quando ho deciso di iniziare questa avventura non avevo ancora in mente di pubblicare un disco o di cercare un’etichetta, volevo solo comporre della musica che mi venisse dal cuore in compagnia di musicisti sulla mia stessa lunghezza d’onda. Tutto il resto è venuto dopo. Per questo motivo, quando mi sono reso conto che i miei compagni di avventura erano quelli giusti, mi è venuta voglia di “battezzare” questo disco con il contributo di quelli che reputo essere fra i migliori chitarristi nella scena metal italiana in modo da renderlo ancora più magico e caricarlo di ulteriore valore affettivo. Massimiliano Pagliuso dei Novembre e degli Oceana (band che da poco mi vede al basso, in parte grazie anche a questa collaborazione), Simone Mularoni dei DGM, Andrea Angelini, mio compagno di band negli Stormlord e Francesco Mattei dei Noveria sono amici che conosciamo da anni, che stimiamo immensamente e che ci hanno donato delle performance uniche dando fiducia a ScreaMachine ancor prima che ci fosse la sicurezza di un’effettiva pubblicazione del disco. Sono quindi felicissimo di aver ripagato il loro affidamento facendo uscire l’album per un’etichetta prestigiosa come la Frontiers. Per quanto riguarda i due “pezzi da novanta internazionali”, il leggendario bassista fretless Steve Di Giorgio, noto per la sua militanza in Death, Testament, Iced Earth, Sadus e decine di altre band che hanno fatto la storia di questo genere musicale, ed il carismatico cantante Herbie Langhans, voce dei Firewind, Sonic Haven e noto anche come guest della all star band tedesca Avantasia, devo ringraziare la nostra label Frontiers Music che, dopo aver pazientemente ascoltato la personale “lista dei sogni” di ScreaMachine, si è offerta di metterci in contatto con Steve ed Herbie, premettendoci ovviamente che la parola finale sarebbe spettata solo la loro e sarebbe giunta all’esito dell’apprezzamento del brano. Steve è da sempre un mio riferimento per quanto riguarda il basso elettrico nel metal, in quanto amo il suo tocco deciso ma raffinato su uno strumento così particolare come il fretless. Nonostante lui sia un musicista dall’eccezionale bagaglio tecnico, ho preferito chiedergli di arrangiare con la sua consueta eleganza la parte iniziale di “Wisdom of the Ages”, che è il pezzo più atmosferico e particolare del disco, e Steve è rimasto piacevolmente sorpreso da questa scelta anche perché, nella maggior parte delle collaborazioni, gli è stato richiesto di sparare migliaia di note alla velocità della luce (e come lo fa bene, per carità…). Per quanto riguarda Herbie, ero alla ricerca di una voce dalle caratteristiche maschie e rudi, lontana dalle ugole cristalline tipiche di un certo heavy metal, per poter duettare con Valerio sempre in “Wisdom of the Ages”. Ovviamente ci aspettavamo un’ottima performance da un professionista di tal caratura, ma il risultato finale ci ha letteralmente tolto il respiro, e spero possa fare breccia anche fra i vostri lettori. In conclusione, ammetto di essere piuttosto soddisfatto dal punto di vista delle collaborazioni, anzi, forse ora è arrivato anche per noi il momento di imparare a suonare bene quanto gli ospiti che invitiamo, sennò è troppo semplice…

Nel video di “Metal Monster” ci sono immagini di guerra, di fantascienza e una figura da dittatore che mi ha ricordato il Roger Waters di “The Wall”. Quale è il vero significato del video?
Valerio “The Brave” Caricchio: Guarda, finora l’accostamento più gettonato è stato il Dottor Stranamore, anche se adesso che me lo fai notare anche il richiamo a “The Wall”, anche per i colori, è calzante. In realtà a dirla tutta la figura del Metal Dictator e degli spezzoni cinematografici sono state idee dei ragazzi di Kinorama Studio che hanno curato anche questo video, dopo aver fatto un lavoro egregio con il precedente “Demondome”. Noi gli avevamo semplicemente fornito l’input di un’ambientazione di battaglia per richiamare le immagini evocate dal testo, e naturalmente un bel Metal Monster degno della copertina, però tali desiderata si scontravano ovviamente con il budget. Così loro hanno avuto la geniale idea di trasporre l’intera ambientazione in una cornice fantascientifica con questa lotta tra gli umani e i mostri alieni con in più l’azzeccatissima figura del Metal Dictator, che mi sono divertito un sacco a interpretare. Diciamo che il significato di entrambi i caratteri, alieni e Metal Dictator, rimane aperto a contrapposte interpretazioni anche se io propendo verso quella per cui  gli alieni e il Metal Dictator sono venuti a portare il Metal sulla Terra  e quindi sono i “buoni” (le virgolette sono d’obbligo”).

Come stata vivendo questo brutto periodo da musicisti? Non si suona più dal vivo.
Francesco Bucci: Dovendo attendere per scatenarci sul palco ed avendo finito il primo disco, abbiamo deciso di impegnarci in quello che ci viene spontaneo: scrivere nuove canzoni. Durante gli ultimi mesi, come ti accennavo, abbiamo creato gran parte del materiale che, opportunamente rielaborato, andrà a finire sul secondo disco. E’ il nostro modo per stare vicino al pubblico e dare loro un pezzo di ScreaMachine, che si tratti di un concerto o di nuova musica. Quindi direi che ora l’obiettivo è tornare al più presto con un nuovo lavoro che possa segnare un ulteriore passo in avanti per il nostro sound, pur mantenendoci fedeli al tipo di sonorità che contraddistinguono il gruppo.

Quando tutto finirà porterete gli ScreaMachine dal vivo?
Francesco Bucci: Non è facile fare dei progetti in questo momento, specialmente per una band al debutto. In condizioni normali ti avrei parlato di attività live, ma allo stato attuale è difficile capire quando tutto questo finirà e, soprattutto, in che condizioni verserà non solo l’ambiente musicale, ma l’intera scena dell’intrattenimento in generale, che, a mio modo di vedere, è stata colpevolmente trascurata in sede di stanziamento dei ristori e supporto economico. Detto questo, ritengo che l’ambiente naturale per gli ScreaMachine sia il palco e farò di tutto per arrivare su quelle assi non appena sarà possibile esibirsi in totale sicurezza per tutti.

Il brano che più rappresenta la band di oggi e di domani.
Francesco Bucci: Sono molto legato a “Demondome”, che oltre ad essere il primo singolo e videoclip della band, che vi invito a guardare su youtube, ha anche rappresentato il mio iniziale contributo al progetto. Quando si ha un progetto in mente, il primo brano composto ha sempre un’importanza fondamentale perché traccia il sentiero di quello che sarà il percorso e l’evoluzione della band. In questo senso “Demondome” è esattamente il tipo di brano che farei ascoltare ad una persona per presentargli ScreaMachine, in quanto racchiude in sé molte delle caratteristiche principali del nostro stile. L’altro brano, fra quelli che ho scritto, che amo in particolar modo è “Mistress of Disaster”. Questa canzone in realtà è nata in maniera assolutamente spontanea nel 2005, da un refrain che mi frullava in testa e che ho sentito il bisogno di segnare fra le innumerevoli bozze di brani che ho raccolto negli anni. Trattandosi di un pezzo più hard rock che heavy metal, non mi è subito venuto in mente di recuperarlo per includerlo nel disco e infatti è stato registrato in un secondo momento rispetto al resto della tracklist. Fortunatamente un giorno ho avuto una vera e propria illuminazione ed ho capito che non aveva senso farsi limitare da dettami autoimposti relativi allo stile della band; il rock è soprattutto divertimento e spontaneità. “Mistress….” è un pezzo che mi fa stare bene e che picchia duro, quindi sarebbe stato un vero peccato lasciarlo in un cassetto. Col senno di poi posso dire di aver fatto una buona scelta, dato che rappresenta uno dei miei momenti preferiti dell’intera tracklist. 0Per il futuro… beh, ho già alcuni brani preferiti che fanno parte del nuovo materiale, in particolare ce n’è uno scritto da Paolo che continuo ad ascoltare a ripetizione. Speriamo di poterveli presentare a breve, perché questo vorrà dire che il primo disco è andato bene e che c’è in giro gente pronta a supportare ScreaMachine.

Grazie ragazzi, chiudete l’intervista a vostro piacimento, un messaggio per ascoltare il vostro album e visto che siete tutti romani, un messaggio alla romana e uno per il resto d’Italia e del mondo.
Valerio “The Brave” Caricchio: Grazie a voi di Tuttorock e agli utenti per il supporto. Come si dice da noi nella Capitale “Daje a tutta callara”! Accogliete il Metal Monster nel vostro stereo, diventerà la sua casa! Stay Metal & join the church of the Scream!!
Francesco Bucci: A Fabbio, mortà, ma quanti dischi m’hai vennuto dietro quer bancone de Revolver a Viale Marconi? Perartro lì c’ho preso pure quer live dei Ten che rappresenta la prima uscita ufficiale de Frontiers. Vedi a vorte la vita? E mo stamo co parecchi anni in più sur groppone a parlà de metallo. Per concludere, spero che i vostri lettori avranno voglia di alzare il volume ad 11 e fare un po’ di headbanging in nostra compagnia perché, oggi più che mai, c’è bisogno di chitarre rumorose che riempiano il silenzio di quest’ultimo periodo. 00Scoprite ScreaMachine seguendo i link riportati di seguito:

Official shop/merchandising: https://screamachine.bandcamp.com/
Official website: www.screamachineband.com
Facebook: www.facebook.com/screamachineofficial
Instagram: www.instagram.com/screamachineofficial
Youtube: https://bit.ly/screaMachine
Spotify: https://open.spotify.com/artist/3UC4PvlXNFLopYPk6Ytxjq?si=DGDgGqZXSY2Q4TBVV6WYbg

Contatti: info@screamachineband.com

Ahahahahah!! Non ce pensamo agli anni in più sur gruppone e anche io ve lo dico alla romana, perché romano lo sono anche io, “daje cor metal”!

FABIO LOFFREDO

Band:
Valerio “The Brave” Caricchio: Voce
Francesco Bucci: Basso
Alex Mele: Chitarra
Paolo Campitelli: Chitarra
Alfonso “Fo” Corace: Batteria