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SARA BATTAGLINI – Intervista alla cantautrice toscana

SARA BATTAGLINI – Intervista alla cantautrice toscana

“Vernal Love” è il nuovo album di Sara Battaglini, cantautrice toscana che in questo album dà importanza sia alle note che alle parole anche con testi in inglese. Di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao Sara e benvenuta su Tuttorock. Come stai?
Ciao Fabio, molto bene grazie e grazie mille per questa intervista.

“Vernal Love” è il nuovo album, come sono nati i brani
Questo disco nasce dall’esigenza di raccontare una storia, una storia sicuramente complessa e controversa ma allo stesso tempo molto semplice e pura. Ho sfruttato il periodo del lockdown per finire di comporre, sistemare gli arrangiamenti, registrare e produrre il disco. Quelli dopo le registrazioni sono stati mesi intensi e pieni di emozioni durante i quali con Francesco Ponticelli ci siamo dedicati ad una post produzione lunga e minuziosa, è stato davvero molto bello avere il tempo di curare il lavoro insieme.

Si può parlare di concept visto che trattano i temi della vita? Possono vivere da soli i brani? Spiega meglio il significato.
Si esatto, si tratta di un concept album. Vernal Love è un racconto sull’equilibrio tra ciò che nella fragilità umana è sognante e assurdo. E’ un inno al concetto di assenza, inteso non solo come distanza ma anche come un luogo sospeso e silenzioso, un limbo in cui non si scende e non si sale. I brani sono dialoghi con forme diverse della stessa materia, punti di vista differenti ma imprescindibili l’uno dall’altro che descrivono un amore puro e totale racchiuso in questa “bolla”.

Perché il titolo “Vernal Love”?
Alla base di ogni brano del disco a prescindere da quale sia la sua identità e la sua chiave di lettura, c’è sempre un amore in continua fioritura, qualcosa che periodicamente deve per natura morire ma la cui rinascita è inevitabile e incontrollabile.

Perché i testi in inglese?
Spesso scrivo anche in italiano, ma sicuramente l’inglese è una lingua che amo moltissimo. Amo studiare e approfondire le sfumature di questa lingua che credo nella scrittura dei testi possa offrire tantissime possibilità espressive e racchiudere anche in poche parole grandi concetti.

Musicalmente c’è molto jazz nel sound, è tra le tue influenze?
Si vengo da un percorso jazz, lo studio fin da bambina in conservatorio e non. Artisti, compositori e musicisti come Kenny Wheeler e Charles Mingus, ad esempio, sono stati e sono fondamentali per me.

Quali sono le altre tue influenze musicali?
Personalmente credo molto nella trasversalità della musica e artisti come Bon Iver e Laura Mvula sono importantissimi per me, come esempio e stimolo. Sono cresciuta con le poesie di De Andrè e ascoltando gruppi come i Pink Floyd e i Beatles ovviamente. Ho sempre pensato fosse fondamentale trovare qualcosa da imparare in ogni diverso genere musicale e nello specifico in diversi artisti a prescindere da quali siano quelli che più ci rappresentano.

C’è anche un po’ di oscurità nei brani, alcuni sono molto lenti, perché questa scelta?
C’è sicuramente tanta introspezione e ricerca personale e quindi sicuramente questo può comportare un briciolo di oscurità, ma penso anche questo faccia parte della natura umana. Le composizioni cercano di evocare diverse sfaccettature della persona, senza tristezza o paura nel farlo, ma anzi come ho già detto sempre con uno sguardo d’amore.

Come hai scelto i musicisti che ti accompagnano?
Ho voluto con me persone che potessero avere un’affinità musicale ma anche umana, ho cercato di creare un ensemble dove oltre alla condivisione artistica ci fosse la voglia e il piacere di lavorare insieme, di trascorrere tempo in studio, ai concerti o altrove. Ho cercato nonostante sia musica mia di lasciare loro modo di esprimersi e sentirsi parte fondamentale nei brani e mi ritengo davvero molto fortunata ed onorata ad avere la possibilità di avere a fianco artisti che stimo e ammiro così tanto. 

Hai altri interessi e passioni oltre la musica?
L’arte, in particolare la pittura è sempre stata uno dei miei grandi amori. Così come sicuramente anche lo sport ha avuto e ha un ruolo importante.

Sei pronta a tornare sul palco?
Ormai già da qualche mese sono ripresi i concerti, fortunatamente! E’ stato sicuramente molto emozionante e strano tornare sul palco dopo un periodo come quello trascorso, e in più farlo per presentare questo mio nuovo progetto a cui tengo davvero molto lo ha reso ancora più emozionante.

Grazie Sara! Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per entrare nel tuo mondo musicale ed ascoltare il tuo album.
E’ un disco scritto a cuore aperto, senza nessun filtro. Un inno all’equilibrio, all’amore e all’odio, all’amarezza e alla dolcezza. Penso che in un modo o in un altro tutti quanti spediamo la vita a nasconderci da una realtà che però cerchiamo costantemente di raggiungere. Usciamo ed entriamo continuamente da un rifugio che ci abbraccia e ci logora senza logica o distinzione. Ci spaventa sentirci vulnerabili, ci spaventa sentirci liberi. Vernal Love è la mia visione di questo contrasto di cui siamo fatti e spero che chi avrà piacere di ascoltarlo possa leggere ogni brano con la sincerità che ho messo io nello scriverlo.

FABIO LOFFREDO

Band:
Sara Battaglini: Voce, composizioni e arrangiamenti
Simone Graziano: Pianoforte, Fender Rhodes e synth
Francesco Ponticelli: Basso
Bernardo Guerra: Batteria
Jacopo Fagioli: Tromba e flicorno
Beppe Scardino: Sax baritono e clarinetto basso

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