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SANLEVIGO – Intervista alla rock band romana

SANLEVIGO – Intervista alla rock band romana

I Sanlevigo sono una band di Roma, il loro rock è ricercato e cercano di dare un volto diverso al loro sound e anche il significato dei loro testi è sempre molto impegnativo. Ne ho parlato con loro e di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock. Parlatemi di voci, come nascono i Sanlevigo?
Siamo nati all’inizio del 2017, a Roma. Dopo aver cambiato un po’ la nostra formazione, siamo arrivati a quella attuale nel 2018 e da lì abbiamo iniziato un’attività live su Roma più intensa e soddisfacente.

Il vostro sound prende ispirazione dam un rock di ampie vedute, quale è la vostra formazione musicale? Quali le vostre preferenze?
Siamo 4: Matteo Lambertucci alla voce, Emanuele Campanella alla chitarra, Lorenzo Imperi al basso e Mattia Leoni alla batteria. Fra i nostri riferimenti ci sono sicuramente i Radiohead, che amiamo tantissimo.

C’è anche nei vostri brani una ricerca sonora, come nascono le vostre canzoni? Da un riff, da un testo?
Ogni brano ha una genesi differente, più o meno lunga. In ogni caso, a prescindere da chi sia a portare l’idea iniziale, lavoriamo tutti insieme all’arrangiamento del pezzo.

Il comunicato stampa che accompagnava l’uscita del vostro album “Un Giorno All’Alba” citava così “Ogni brano offre molteplici chiavi di lettura, collegate sia alla vicenda narrata che alle opere letterarie o drammaturgiche che l’hanno ispirata, dal Don Giovanni di Mozart al Cantico Dei Cantici dell’Antico Testamento, dai sonetti di Shakespeare alle poesie di Walt Whitman”. Spiegatemi meglio!!
Per la scrittura dei brani di “Un Giorno All’Alba” abbiamo provato a prendere ispirazione da opere letterarie che per motivi diversi ci hanno colpito o affascinato negli anni.  Essendo un concept-album, ci piaceva l’idea di poter caratterizzare la storia dei due protagonisti con gli episodi letterari o la drammaturgia che hanno ispirato grandi autori e musicisti.

“L’Evasione, Il Ritorno” è il nuovo singolo, da dove nasce l’idea?
Dopo aver pubblicato “Un Giorno All’Alba”, un concept sulla psicotanatologia applicata alla fine di un amore, volevamo scrivere un brano che trattasse tematiche diverse. In questo caso il brano parla di dipendenze nel senso più assoluto, di tutte quelle cose che ricerchiamo per stare meglio ma che puntualmente ci fanno del male e peggiorano solo la situazione.

Farà parte di un EP di prossima pubblicazione, “Eterociclico Vol. I”, potete anticipare qualcosa dei restanti brani?
Saranno pezzi molto diversi fra loro, dove proveremo a sperimentare sonorità e soluzioni musicali inedite rispetto ai lavori pubblicati fino a questo momento.

Perché un EP e perchè VOL. I?
L’idea alla base dell’EP “Eterociclico Vol. I” è quella di recuperare bozze e demo che negli anni non sono state pubblicate nei lavori ufficiali, per riarrangiarle in una veste totalmente nuova. Non avendo la possibilità di tornare in studio per il secondo album, a causa del tour, abbiamo deciso di sfruttare i “b-sides” e dargli nuova vita. È un modus operandi che ci piace molto e che sicuramente porteremo avanti anche con i prossimi lavori, per questo il “Vol. I”.

Quali sono le differenze rispetto all’album dello scorso anno?
Banalmente anagrafiche. La scrittura di “Un Giorno All’Alba” è terminata nell’estate del 2020 e da quel momento siamo cresciuti molto come persone e con noi il nostro gusto musicale. La veste che daremo ai brani sarà più vicina ai nostri ascolti attuali e quindi, per forza di cose, diversa da quello che eravamo due anni fa.

Quali tematiche trattate nei vostri testi?
Non c’è un’unica tematica, cerchiamo di variare molto. Il primo lavoro, l’EP “Doppelganger”, era dedicato ai disturbi dissociativi della psiche, mentre “Un Giorno All’Alba” parlava della fine di un amore. Questo “Eterociclico Vol. I” toccherà tematiche forse più introspettive e personali.

Avete un’intensa attività live, cosa vi aspettate dal pubblico che viene a vedervi e cosa voi cercate di trasmettere?
Di base vogliamo solo divertirci e “stressare” un pochino un album che abbiamo dovuto tenere fermo per tanto tempo, a causa della pandemia. Vedere il pubblico cantare o partecipare attivamente a un nostro concerto crediamo sia la soddisfazione più grande.

Progetti futuri?
Per il momento pubblicare questo EP e chiudere il tour nel migliore dei modi, arrivando a suonare in quelle città che ancora non abbiamo toccato come Firenze o Bologna.

Chiudete l’intervista come volete, un messaggio per ascoltare la vostra musica.
Un saluto a tutti i lettori di Tuttorock e grazie per questo spazio! Vi aspettiamo ad un nostro live o su tutti i social per ascoltare la nostra musica!

FABIO LOFFREDO

Band:
Matteo Lambertucci: Voce
Emanuele Campanella: Chitarra
Lorenzo Imperi Basso
Mattia Leoni: Batteria

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