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ROCKNROLLA – Intervista a Marc Magnus sul decennale

ROCKNROLLA – Intervista a Marc Magnus sul decennale

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In occasione dei primi 10 anni di Rocknrolla Eventi, ho intervistato il titolare Marc Magnus.

10 anni di Rocknrolla, come è iniziato tutto questo?
Innanzitutto devo precisare che io sono arrivato dopo, Rocknrolla è stata creata nel 2009 da Enrico “Berry” Bigi, lui creò questo marchio iniziando a organizzare serate al circolo della Grada. Poi a lui si unì Mario Vox portando delle idee innovative che all’epoca si dimostrarono vincenti. Rocknrolla prese il posto di quello che allora era il ritrovo rock di Bologna, il Transilvania. Alla Grada si proponeva, rock, metal, dj set, Boyler che è uno dei DJ più famosi di Bologna è nato in quel contesto. Io sono entrato come collaboratore per i live nel 2010, in seguito sono passato alla parte attiva dell’organizzazione già nel 2011 al posto di Mario Vox che ha intrapreso nuovi percorsi.

E Berry?
Anche lui qualche anno fa ha deciso di abbandonare passando alla conduzione di un meraviglioso ristorante come è l’Antica Trattoria del Reno. Quindi da tre anni sono rimasto, purtroppo, da solo, anche perché nel frattempo l’attività è quasi triplicata. 

Le più grandi soddisfazioni e le più grandi delusioni di questi 10 anni?
Per assurdo le più grandi delusioni sono state legate alle più grandi soddisfazioni, ad esempio Don Airey (tastierista dei Deep Purple) fu una serata musicalmente eccezionale con una band di assoluto livello mondiale, purtroppo la risposta del pubblico bolognese fu deludente, come dolorosamente devo dire, in tante altre occasioni. Grandi soddisfazioni sicuramente il Prog Festival di cui ho organizzato 3 edizioni, purtroppo non faremo la quarta quest’anno per motivi logistici. Poi ricordo il lancio di tante bravissime band emergenti. 

La musica live oggi in Italia, quanto è difficile organizzare eventi?
Come ti diranno tutti, i problemi sono soprattutto logistici, i locali che possono accogliere eventi sono sempre meno, per fortuna a Bologna resistono belle realtà come Alchemica Music Club e il Freakout Club, che comunque fanno produzioni loro o puntano su musica rock e metal. In sintesi, se non hai un locale tuo diventa molto difficile. Cito il Locomotiv Club che è sempre disponibile, ma in questo caso devi affittare il locale e questo non sempre è disponibile per motivi di calendario. Abbiamo avuto anche il piacere di usufruire della location del Cà de Mandori a San Lazzaro di Savena per un certo periodo.

Come vedi il gusto del pubblico italiano attuale, con band storiche che fanno fatica a riempire le arene, mentre rapper e trapper fanno sold-out.
Manca un ricambio generazionale nel settore rock, prog, metal, il pubblico è sempre più vecchio e mette assieme altre priorità. Le radio sono oramai tutte commerciali e manca la promozione di certi generi musicali, i giovani quasi non ascoltano più rock e metal e si riversano sui generi citati, dal rap al trap.

Hai qualche suggerimento su come si potrebbe intervenire per migliorare questo trend?
Che le radio debbano guardare il mercato è obbligatorio se vogliono sopravvivere, poi le etichette investono sempre meno su questi generi di rock, è un mercato che sta evolvendo e risentendo di questa situazione anche all’estero. 

Possiamo dire che rap e trap abbiano successo perché riescono ad interpretare il gusto e i sentimenti dei giovani mentre il rock ha perso questa presa? Una certa incapacità della musica rock in questo senso?
Temo di sì, senza criticare rap e trap che non seguo, ma è legittimo che chiunque ascolti quello che gli piace. Quello che mi intristisce è che pare sia più importante l’apparire, il catenone d’oro o il numero di ragazze conquistate, che il messaggio che porta il rock e il metal. Negli anni ’60 e ’70 i testi delle grandi band trasmettevano un senso di protesta che oggi pare perso. 

Anche il format dei talent ha cambiato il modo di proporre la musica, mostrando ai primi posti sempre lo stesso genere di musica?
Dal mio punto di vista i talent aiutano le etichette che puntano su un genere molto confezionato, l’anno scorso come Rocknrolla proponemmo i Seveso Casino Palace, usciti da X-Factor e facevano rock. Arrivati secondi al talent e proposti da noi al Locomotiv non avemmo un grande riscontro di pubblico, e temo che a tutt’oggi siano fermi a quel punto. 

Programmi futuri per i prossimi 10 anni di Rocknrolla?
Spero che per altri 10 anni si possa continuare così, magari trovando chi possa dare una mano. Ringrazio sicuramente il locale del Bononia che da 10 anni ci ospita nella rassegna estiva e ci ha già confermato per l’undicesimo. Poi abbiamo lanciato questo format che unisce parole e musica, racconto e suoni, dopo Omar Pedrini che ha inaugurato la rassegna, abbiamo in arrivo Pino Scotto, Giacomo Voli, Johnson Righeira, e tanti altri nomi che sveleremo man mano. Il 6 dicembre poi proporremo alla Sala Estense di Ferrara lo storico complesso dei Ranestrane che proporrà The Wall, iniziando un tour che proseguirà anche all’estero.

MAURIZIO DONINI 

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