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ROBERTO CASALINO – Intervista su “L’ultima”

ROBERTO CASALINO – Intervista su “L’ultima”

L’ultima” è il nuovo singolo del cantautore Roberto Casalino, uscito venerdì 3 giugno per l’etichetta indipendente Casakiller e distribuito da Artist First

Il cantautore Roberto Casalino, dopo aver firmato nel 2008 per Giusy Ferreri i singoli di successo “Non ti scordar mai di me” e “Novembre”, colleziona in breve tempo una dozzina di pezzi in classifica scrivendo per gli artisti più amati del momento tra cui Emma Marrone, Annalisa, Francesca Michielin, Alessandra Amoroso e Noemi. Di particolare rilievo anche le sue collaborazioni con Tiziano Ferro, Elisa Toffoli e Antonello Venditti, oltre a quelle con artisti della scena rap italiana come Guè Pequeno e Fedez (con il quale firma le hit “Magnifico” feat. Francesca Michielin e “Piccole cose” feat. Alessandra Amoroso per l’album di J-Ax&Fedez).

Ciao Roberto, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Vuoi iniziare raccontandoci come ti sei avvicinato alla musica? Quali sono stati i tuoi primi ascolti?
Non ho un solo ricordo che non sia associato alla musica sin da quando ero piccolo. Ho avuto la fortuna di avere due genitori molto attenti alle mie inclinazioni, assecondando questa mia passione divenuta poi un lavoro. Mio zio era il mio “spacciatore” di vinili e musicassette: ho avuto un’infarinatura molto ampia di diversi generi musicali. Ho assorbito tantissimo del cantautorato italiano (Battisti-Mogol, Fossati, Tenco, Battiato, De Gregori, Dalla, Carboni, solo per citarne alcuni), ho amato le grandi interpreti come Loredana Bertè, Mia Martini, Fiorella Mannoia e ascoltato grandi gruppi come Pink Floyd, Deep Purple, Led Zeppelin, The Smiths, ma anche Le Orme. Non è mancata la musica dance e successivamente tutto quello che ha incontrato il mio gusto: sono un “madonnaro” di natura e un amante del periodo grunge degli anni 90. Potrei andare avanti ancora, ma la verità è che mi lascio contaminare da tantissima musica sin da quando ero piccolo. Ho iniziato a suonare la chitarra a 6 anni e a 11 ho scritto la mia prima canzone. 

Tra tutte le illustri collaborazioni che hai avuto, ce ne è una in particolare che ricordi? Un aneddoto?
Ogni collaborazione porta con sé un pezzo di cuore e una serie di aneddoti. Forse il primo che mi viene in mente è legato a una telefonata del mio editore Klaus Bonoldi (Universal Music Publishing) nel lontano dicembre 2011, dicendomi che bisognava scrivere velocemente un testo in italiano su un brano di Elisa destinato all’allora emergente Francesca Michielin per la finale di X Factor. Avevo solo 24 ore a disposizione per presentare il mio testo: quando ho ricevuto il provino cantato da Elisa (quello che poi sarebbe diventato “Distratto”) avevo il cuore a mille, perché ero abituato a stare sotto il palco ai suoi concerti essendo tra le mie cantanti italiane preferite. Mi sono detto “Spero di avere la giusta ispirazione e di riuscire a fare il massimo”. La canzone fu un colpo all’anima sin dalle prime note e il resto è “storia”. 

Passi da Giusy Ferreri ed Elisa a Gue Pequeno, da un genere all’altro, hai preferenze o c’è un mood in cui ti trovi più a tuo agio?
Sono molto eclettico nella scrittura, proprio perché ascolto tantissime cose diverse tra loro. A farla da padrone, nel mio caso, è sempre la melodia che non deve mai mancare e che funge da comune denominatore tra i vari generi cui mi avvicino. Sono uno all’antica: mi piace curare moltissimo il testo, avere sempre un contenuto ben chiaro e svilupparlo al meglio. Piuttosto non scrivo se in quel preciso momento non mi sento ispirato oppure ho poco da dire. Amo la melodia italiana, amo contaminarla e stare al passo con i tempi: alla base di tutto, però, deve esserci sempre autenticità e urgenza comunicativa. Le cose nate a tavolino non fanno per me. 

Della tua partecipazione ad Amici cosa ci puoi raccontare? I talent sono un percorso chiuso o potranno esserci altre collaborazioni in questo campo?
Ho scritto molte canzoni per artisti usciti da talenti (X-Factor da cui è iniziato tutto con “Non ti scordar mai di me” per Giusy Ferreri e “Amici” per l’Amoroso, Emma, Annalisa e molti altri). Nel 2018 sono stato anche “coach” dei ragazzi all’interno della scuola, dando loro dei consigli su come scrivere o come scegliere brani da        interpretare. È stata un’esperienza bellissima e che mi ha dato tanto da un punto di vita umano. Sono sempre attento a quello che accade nella musica e quindi anche in televisione: se c’è qualcuno che attira la mia attenzione, propongo alla          produzione qualche mio pezzo. Dev’esserci alla base sempre qualcosa che scatta e che m’incuriosisce. Sono uno che si lascia guidare molto dalla pancia, quindi non escludo affatto altre future collaborazioni. 

Inevitabile chiederti di Sanremo, tante partecipazioni e una vittoria? Che ricordi ne hai? Prevedi ulteriori presenze in futuro?
Ogni Sanremo è stata un’avventura a sé, indipendentemente dal risultato. Conto 9 partecipazioni come autore, a volte anche con più di un brano in gara. Sicuramente la vittoria nel 2013 con “L’essenziale” occupa un posto più che speciale nel mio cuore. Innanzitutto perché era il mio secondo Festival (il primo nel 2012 con “Per sempre” per Nina Zilli che le è valsa l’accesso all’Eurovision) e poi perché non mi aspettavo assolutamente che Marco e la canzone potessero vincere. Senza nulla togliere a entrambi: è che vedevo la vittoria come un’utopia, tant’è che fino al giorno prima della finale seguivo la gara da casa mia a Roma insieme ai miei amici. Ho raggiunto i miei editori solo il giorno della finale, perché si supponeva arrivasse almeno sul podio. E invece chi l’avrebbe mai detto che quella sarebbe stata la notte più lunga e folle della mia vita ad oggi. In merito a partecipazioni future, me lo auguro sicuramente. Ma la scelta del cast e delle canzoni dipende sempre da una serie imprevedibile di fattori: di sicuro proporrò qualcosa come ogni anno. Vediamo come andrà. 

L’ultima, il tuo nuovo singolo, davvero molto bello e ritmato, tanti suoni, non lo definirei per niente un sound minimal insomma. Hai voluto dare un messaggio preciso al significato di questo brano?
La produzione di questo brano che segna il mio ritorno con un inedito è affidata al mio amico, nonché produttore e autore, Niccolò Verrienti. Lo abbiamo prodotto insieme, ma lui ha fatto il grosso del lavoro: io ho dato input sulla mia visione del pezzo e lui ha messo in pratica i miei pensieri. È una persona molto pignola, che non si accontenta del risultato finché non è esattamente come se lo immagina. E su questo siamo molto allineati, oltre ad esserlo umanamente e legati da un’amicizia quasi ventennale. A livello di arrangiamento ci sono “poche” cose, ma messe al punto giusto: è un brano incalzante che vuole tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore per cogliere ogni sfumatura del testo. Come scrittura ci sono dei riferimenti alla scuola romana di fine anni 90, inizi 2000: l’arrangiamento è in funzione di questa forma canzone, esaltandone ogni aspetto con suoni appartenenti a questo momento storico. 

In questo caso Ultima non rappresenta una fine piuttosto un nuovo inizio?
Esatto. Il concetto è proprio quello delle infinite “ultime volte” che ci troviamo a vivere nella nostra esistenza, ma ogni “ultima” è circoscritta a un determinato momento e contesto. Altrove tutto sta continuando, qualcosa di nuovo magari sta già nascendo all’orizzonte. Nonostante le strofe raccontino di una fine, l’inciso segna un “fiorire dentro” che vuole dare speranza e positività. Il claim del pezzo è proprio “L’ultima non è sinonimo di fine”. 

Progetti futuri? Il singolo è l’anticipo di un nuovo album? Hai date live in arrivo?
L’Ultima rappresenta il primo di tanti tasselli musicali che usciranno nei prossimi mesi e che andranno a comporre un album. L’idea è quella di pubblicare un nuovo brano ogni due o tre mesi per dare a ciascuno l’attenzione che merita e condurre per mano chi segue la mia musica in questo viaggio emotivo. In un momento storico in cui tutto si consuma velocemente, mi piace preservare ogni mia canzone da questo caos e donare a ciascuna più luce possibile. Sul fronte dei live c’è all’orizzonte un grande concerto evento, qualcosa che mi sta assorbendo totalmente, un progetto molto ambizioso che si terrà il 16 luglio al Teatro Spazio Vitale di Nettuno (Roma). È uno spazio all’aperto, ma con palco e platea coperti per non farsi trovare impreparati da eventuale maltempo. In scaletta ci saranno brani del mio repertorio da cantautore, oltre ovviamente a tutti i più grandi successi scritti per altri. Ci saranno ospiti che sveleremo a breve: oltre alla mia band di 5 fantastici musicisti, ci saranno anche performer diretti dal regista e coreografo Luca Di Nicolantonio. Insomma, non potete mancare. I biglietti sono in prevendita su ciaotickets.com. Vi assicuro che non ve ne pentirete.

MAURIZIO DONINI 

Credits:
Scritto da: Roberto Casalino, Silvia Ianniello
Produzione: NiccoV, Roberto Casalino
Etichetta: Casakiller
Distribuzione: Artist First
Edizioni: Universal Music Italia Srl / Casakiller Srl

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