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ROBERTO CACCIAPAGLIA – Intervista su “Invisible Rainbows”

ROBERTO CACCIAPAGLIA – Intervista su “Invisible Rainbows”

Dopo i successi dei concerti del North America Tour, fra cui quello di New York – Carnegie Hall, votato “Best Concert 2019” da Bluebird Reviews; dopo l’invito alla Cadogan Hall di Londra, prestigiosa residenza della Royal Philharmonic Orchestra, e il ritorno nella sua città, Milano, al Conservatorio G. Verdi; dopo i tour in USA, Cina, Russia, Turchia, Italia, Roberto Cacciapaglia torna con un nuovo, sorprendente concerto: Invisible Rainbows, live concert del suo nuovo omonimo album, in uscita il 24 febbraio 2023, di cui i tre singoli che lo anticipano sono già in vetta alle classifiche UK, Italia e Cina. Nel concerto, il compositore eseguirà i nuovi brani dell’album e musiche tra le più significative della sua carriera. L’evento, creato non solo per l’ascolto, ma per la partecipazione profonda con il pubblico, è pensato per vivere un’esperienza estremamente intima e insieme condivisa. In Invisible Rainbows, Roberto Cacciapaglia continua il suo lavoro di interazione emotiva, che si conferma sempre una nuova e rinnovata esperienza.

Buongiorno Roberto, che piacere ritrovarsi nuovamente, ma ho visto che nemmeno la pandemia ti ha fermato nella tua attività con esibizioni in streaming. Ora finalmente si ricomincia dal vivo.
Ciao, vero, ho fatto l’ultimo concerto italiano al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, poi mi sono recato a Londra alla Cadogan Hall, su invito della Royal Philarmonic Orchestra che è lì residente. E’ stato un bellissimo concerto, poi a Londra ho la casa discografica e il management, ma pur avendo vissuto molto lì, non dimentico certo l’Italia. Riguardo il lockdown ho scritto un brano su questo: “Days of experience”, che si troverà nell’album distribuito in Cina e Stati Uniti. 

Ci sono già 3 singoli di grande successo pubblicati: Atlantis, London sleeps, Rainbows.
Sono andati benissimo arrivando ai primi posti nelle classifiche UK. 

Pur non essendo un esperto della musica classica, sono bellissimi, e ho percepito intonazioni diverse, uno più potente, l’altro sognante, sei d’accordo con questa sensazione?
Grazie davvero. Come sai io ho una grande sensibilità verso l’ecologia, vorrei cercare di trasformare la paura in speranza, Rainbows è l’arcobaleno che arriva dopo la tempesta, è il primo segno della luce. Ricordiamo che la luce si scompone in tanti colori, come gli armonici sono i colori della musica. Per questo il video l’abbiamo girato a Botany Bay, sulle scogliere di Dover. London Sleeps invece l’abbiamo girato in questa Londra silenziosa, deserta, un’atmosfera post-pandemica dove la Londra notturna è popolata di volpi. 

Per fortuna abbiamo la musica, che ha aiutato tanto durante il lockdown, e unisce più di qualunque altra cosa. E’ un messaggio universale comprensibile in tutto il mondo.
Verissimo! Dovunque vada, che sia la Turchia o gli Stati Uniti, si percepisce come la musica sia un ponte tra le genti, una luce, una speranza. Ogni volta, a fine concerto, guardo gli spettatori e gli dico “Si vede la luce nei vostri sguardi”. La musica abbatte tutti i muri e le barriere, io cerco di lavorare molto sull’essenza, si vibra assieme al pubblico, è qualcosa di unico. 

I tre singoli pubblicati anticipano il nuovo album.
Esatto, “Invisible rainbows” uscirà il prossimo 25 febbraio, anticipato da un altro singolo “Moonrise”. Dopo 5 anni con la Royal Philarmonic, questo l’ho voluto fare con “I Virtuosi Italiani” al Teatro Ristori di Verona, dove inizieremo anche il tour il 19 maggio. Sono dei musicisti incredibili, una vera eccellenza italiana, sono contentissimo del lavoro fatto, con un forte trasporto emozionale unito a una grande pulizia sonora. Sono stato all’isola di San Giulio dove si trova un monastero di clausura (ndr: Abbazia Benedettina “Mater Ecclesiae”, e fra le varie epigrafi ho letto “I muri sono nella mente”. La musica abbatte tutti i muri con l’emozione che suscita, un raggio di luce che squarcia il buio. Il suono è invisibile, ma ci tiene uniti. 

Abbiamo ascoltato e parlato dei singoli usciti, ma cosa troveremo nell’album?
Ci saranno vari lavori che accerchiano l’emozione, io lavoro molto sui temi pitagorici, triadi, consonanti, melodie, ottave. Questo è un lavoro talmente armonico con cui voglio colorare l’arcobaleno con queste note sferiche, quando lanci questo tipo di suoni, poi arrivano. Sono poi presenti 5, come i colori dell’arcobaleno, interludi per pianoforte solo, inseriti tra un pezzo e l’altro, tra un colore e il successivo. 

Sarà un album ottimistico ora che abbiamo superato il periodo pandemico?
Certamente, io sono orientato verso la luce, l’arcobaleno spazza via la tempesta e il buio. E’ quello che si trova anche nei miei precedenti lavori, da Diapason a Scacciapensieri, tutto è sempre stato orientato alla consapevolezza ed evoluzione della mente e dello spirito. 

Hai una carriera e una discografia molto ricca, se dovessi dirci cosa c’è di diverso in questo nuovo lavoro rispetto i precedenti?
Questo sarà il mio 22° album, quindi l’esperienza, ma anche l’uso dell’elettronica. Mi ricordo che quando avevo 16 anni il mio amico Battiato venne al Conservatorio di Milano a vedere che strumenti usavamo. Il pianoforte l’ho iniziato a 4 anni e l’elettronica a 14, cercando di coniugare le dissonanze della musica colta con le assonanze di quella popolare. Oggi uso l’elettronica in modo ‘ecologico’, sono dei software molto moderni che amplificano l’acustica per permettere al pubblico di sentire il suono muoversi nello spazio. Poi c’è il pianoforte che è centrale, come spesso nei miei lavori, e l’orchestra è una costellazione che gli ruota attorno come in un mandala. 

Capisco, un uso molto misurato e intelligente dell’elettronica.
Io cerco sempre la purezza nel suono, per questo lo definisco ‘ecologico’, volendo potrei dire ‘biologico’, perché rispetta la natura del suono, dal pianoforte ai violini. Da lì parte per ampliare ed espandere, senza toccare l’essenza delle note. 

In tour come andrai? Musicisti fissi?
Sì, avrò sul palco un trio d’archi, una postazione elettronica e il pianoforte. Non esco con la grande orchestra, anche perché mi piace reinventare tutto adattandolo al formato live. 

Allora ti aspetto a Bologna il 25 maggio per la data prevista al Teatro Duse.
Cominciamo il 19 il tour, ci vediamo a Bologna allora ????

MAURIZIO DONINI 

Band:
Roberto Cacciapaglia

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