Pictures Of You – intervista al fotografo Henry Ruggeri


In attesa della mostra “Pictures Of You” che si terrà i prossimi 22 e 23 Marzo a PARCO Milano, abbiamo intervistato il fotografo Henry Ruggeri, ideatore del progetto insieme a Rebel House.
“PICTURES OF YOU”, titolo in comune con un album dell’89 targato “The Cure”. Si tratta di una casualità?
No, inizialmente il titolo doveva essere un altro ma dopo qualche settimana dalla partenza del progetto, Massimo ci ha rivelato che il nome scelto non gli piaceva e ci ha suggerito “PICTURES OF YOU”, così lo abbiamo cambiato
A novembre avete pubblicato un libro omonimo per Gallucci Editore nella collana “Sounds good!”. Mi sembra di porre la domanda: “è nato prima l’uovo o la gallina?” Ma siete partiti dall’idea del libro per arrivare alla mostra o quello è stato una diretta conseguenza?
Siamo partiti dalla mostra, le prime due date inaugurate con Massimo le abbiamo fatte a Brescia e Mondovì. Era la prima fase del progetto che prevedeva un catalogo per le esposizioni itineranti poi diventato libro su richiesta da parte dell’editore.
La mostra è anche un modo per ricordare il collega Massimo Cotto che ‘rivive’ metaforicamente in alcuni contributi video fruibili attraverso l’app Notaway. In un certo senso si tratta di un lascito immortale, come lo è nella narrativa fantascientifica la ricostruzione olografica interattiva. Certamente un modo innovativo per mantenere viva l’eredità di un grande narratore della musica, giusto?
Il progetto ovviamente non era partito con lo scopo di ricordare Massimo ma poi purtroppo come hai detto te si è rivelato un modo innovativo per non dimenticare una grande persona.
Non sei nuovo all’impiego della tecnologia fornita dall’app Notaway, già impiegata per altre mostre, tra cui quella con Marky Ramone. Cosa ti affascina di questo strumento e come credi che possa evolversi nel futuro?
Abbiamo analizzato le tante tecnologie disponibili sul mercato e grazie al gran lavoro di un gruppo di sviluppatori informatici siamo riusciti a produrre l’applicazione, Notaway appunto, seguendo le nostre esigenze.
L’utilizzo della nostra app può essere utile in tanti settori diversi, primo tra tutti quello dell’arte dove, infatti, siamo riusciti a far ‘prendere vita’ ai dipinti di Marky Ramone. Stiamo inoltre lavorando per evolvere il nostro prodotto.
Alla realizzazione dell’evento ha collaborato anche Chiara Buratti, moglie di Massimo. Rapportarti con lei ti ha portato ad affrontare la situazione sotto una luce differente?
Devo dire che Chiara è stata determinante per il proseguo del progetto che una volta venuto a mancare Massimo, io ed il mio socio Mattia di Rebel House, avevamo deciso di interrompere. Lei ci ha detto che proseguire sarebbe stato il modo più bello per ricordarlo.
Mi hanno molto colpito le parole che hai rilasciato in un’intervista, ricordando il tumulto del palco di Imola prima del concerto degli AC/DC. Dici di Massimo: «lui invece di essere emozionato perché avrebbe dovuto parlare davanti a 100.000 persone, mi dice che gli sarebbe piaciuto collaborare con me. Poi ha affrontato il pubblico come se fosse la cosa più naturale del mondo», fai trasparire questo lato umano e davvero spontaneo della persona. Ma che tipo era Massimo Cotto nel privato?
Massimo era speciale. Oltre ad avere un carattere solare era una persona divertente. Tirava fuori aneddoti e battute in continuazione.
Abbiamo perso un grande uomo!
La tre giorni di esposizione fotografica, prevederà una serie di eventi collaterali, quali sono quelli assolutamente imperdibili?
Il programma in via di definizione lo annunceremo pochi giorni prima. Abbiamo invitato tutti gli amici di Massimo ed anche i miei ovviamente per quella che dovrebbe essere una bella festa.
Qual è il rapporto con l’impresa creativa Rebel House che con te ha curato il progetto?
Io e Mattia, titolare insieme a Serena di Rebel House, ci siamo ritrovati dopo un po’ di anni che non ci vedevamo. Abbiamo ritrovato una sintonia naturale che per motivi di distanza si era un po’ affievolita. Abbiamo in cantiere tante cose interessanti da proporre nei prossimi mesi!
Dal 2014 porti la musica e la cultura rock in giro per l’Italia. Stavolta esponi 50 fotografie che ritraggono artisti iconici del mondo della musica, come Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Ramones, Madonna e tanti altri. Quale criterio hai impiegato per la selezione? Forse hai incluso qualche fotografia che per te ha un significato particolare o che ti trasmette un’emozione unica ogni volta che rivedi?
Con Mattia avevamo selezionato 200 foto che con il tempo dovevano essere ‘aumentate’ dai racconti di Massimo. Siamo riusciti a completare 60 opere (foto più video tramite AR) che saranno quelle portate in mostra a Milano. Ogni mia foto è legata a qualche ricordo in genere bello e non riesco a scegliere.
Qual è il ricordo più bello in trent’anni di musica?
Condividere per qualche giorno il tour bus con i Ramones… primi anni novanta.
Il concerto che avresti voluto invece evitare? E Perché?
Onestamente non ricordo un concerto che avrei voluto evitare. Mi piace troppo stare ‘sottopalco’. Ogni concerto è diverso dall’ altro, ogni volta porti a casa una storia da raccontare. Ricordo quella volta che dovevo arrivare ad Udine per i Coldplay ma ho beccato l’esodo di fine Agosto in autostrada e non ci sono mai arrivato. Per fortuna poi li ho fotografati altre volte.
Una foto che non hai scattato tu ma che avresti voluto scattare e l’autore…?
La foto della copertina del primo album dei Ramones. Shooting fatto da Roberta Bayley dietro al CGBG’s di New York nel 1974
SUSANNA ZANDONÁ

Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal