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PAOLA MAUGERI – Intervista alla “Signora del Rock”

PAOLA MAUGERI – Intervista alla “Signora del Rock”

In occasione dell’evento teatrale con Phil Palmer “PP50 Sessionman“, ho intervistato la “Signora del rock” PAOLA MAUGERI. Appassionata di musica e ricerca spirituale, ha intervistato le più grandi rockstars mondiali: da Bono a Patti Smith, da Lou Reed ai Coldplay, a Roger Waters dei Pink Floyd, tra gli altri… Da 30 anni studia buddismo, macrobiotica, antroposofia e ambientalismo. Con questo afflato ha creato il suo podcast #PMCONFIDENTIAL, in cima alle classifiche con oltre 800.000 ascolti, da cui ha origina la piattaforma di mentoring humans. Conduce Long Playing Stories su Virgin Radio e ha pubblicato 7 libri su come stare al mondo con passo lieve.

Buongiorno Paola, è un grandissimo piacere e colgo l’occasione che anticipa la richiesta che le avrei fatto 😊 Dopo tutti gli altri speaker di Virgin Radio che ho conosciuto e/o stretto amicizie, come Andrea Rock, Massimo Cotto, Giulia Salvi, Dr. Feelgood, Vittoria Hyde, mi mancava solo “La signora del Rock”! Ma a tale proposito, come nasce la tua passione per la musica e il rock?
Ciao Maurizio, grazie 😊 La musica è la mia vita da quando ero piccola, sono cresciuta con un padre che ascoltava tantissima musica classica e jazz, e io mi sono appassionata, per l’appunto, di jazz, da quando avevo 14 anni a e, come racconto in “rock e resilienza” (che ti consiglio di leggere), durante un Festival jazz molto importante vicino alla mia città di origine trovai l’espediente di portare le bottiglie dell’acqua sul palco dei grandi artisti, offrendomi per questa attività di portatrice delle bottiglie d’acqua, ma con lo scopo di poter stare vicina a grandi mostri sacri del jazz. Questo fatto accaduto quando avevo solo 14 anni lo racconto anche al mio spettacolo teatrale, spiegando così come ho potuto veramente conoscere alcuni tra i più grandi jazzisti al mondo. Loro erano molto inteneriti da questa ragazzina di 14 anni che non aveva i soldi per pagarsi il biglietto, ma che in compenso porgeva loro l’acqua mentre suonavano; e da lì è nata la mia passione. Se devo identificare un momento preciso, è stato quando ho visto Miles Davis, ascoltandolo durante un film che guardava il mio fratello maggiore, dove c’è questo ascensore per il patibolo. Lì mi sono detta: “Che musica straordinaria! Voglio intervistare grandi persone come questo musicista.”, ma ovviamente era tutto nella mia testa in quel momento. Ero solo una ragazzina, però poi c’è l’ho fatta, quindi nasce tutto così, attraverso il jazz in realtà, successivamente è arrivato il rock, che mi è sempre piaciuto moltissimo. Amo la musica in genere, ascolto anche tanta musica classica, ma le rockstar hanno qualcosa di estremamente interessante per me, ed è così che è nata la mia passione per il rock. Facendo dei programmi in piccole reti televisive siciliane negli anni ‘90 mi sono appassionata di crossover di rock di punk e ed eccomi qui. 

Come hai costruito la tua sconfinata cultura musicale?
Innanzitutto, grazie 😊 L’ho costruita ascoltando molta musica, leggendo molti libri di musica, perché questo è quello che fa la differenza secondo me, e soprattutto avendo l’opportunità, in tempi non sospetti, di presentare programmi come “Segnali di fumo” su Videomusic; la possibilità quindi di fare le prime interviste in Italia a grandissimi artisti come Radiohead, Pat Metheny, Laurie Anderson, Lou Reed, Megadeth, Metallica. La possibilità di intervistare e frequentare grandi artisti sicuramente ha giocato un grande ruolo nella crescita della mia cultura musicale, pensa che ogni giorno io intervistavo almeno 2/3 artisti e questo è successo per anni quindi se ci pensi una grandissima occasione di crescita. In sintesi, direi ascoltando molta musica, intervistando tanti artisti, leggendo tantissime biografie. 

In quale modo sei arrivata a diventare conduttrice trasformando la passione in un lavoro?
Producendo i miei programmi da sola in una la piccola rete siciliana dove facevano soltanto comizi elettorali, ci sono andata e ho chiesto: “Posso mettermi a fare un programma io?”. E loro mi hanno risposto: “Lì c’è la telecamera, lì c’è il palco”. Quindi ho creato tutto io, per la scenografia ho portato i tappeti da casa assieme alle sedie, puntavo la telecamera e andavo dall’altra parte della telecamera, poi parlavo, parlavo, parlavo, creando dei mondi in cui discorrevo di crossover, di rock, di tatuaggi. Quindi tutto da sola in una piccolissima minuscola rete siciliana a metà degli anni ’90, ma da lì poi ho capito che ero molto brava a fare questo lavoro e che sarei dovuta andare al nord per realizzare il mio sogno. Arrivata lì, dopo una serie infinita di porte in faccia che avrebbero fatto desistere chiunque, ma che ebbero invece l’effetto contrario, più porte in faccia mi si chiudevano, più prendevo forza, alla fine la mia la mia storia è iniziata con “Segnali di fumo” su Videomusic. 

Adoro il tuo stile narrativo, questo storytelling così passionale e coinvolgente, che è sicuramente quello che adotto nel mio piccolo. Sono tanti i modi di raccontare, da questo all’accademico o al professionale, che pensiero hai su questo?
Sono tanti modi di raccontare e di esprimersi, come sono tanti modi di essere, come sono tanti modi di pensare, come sono tanti modi di vivere, come sono tanti modi di amare. Ognuno ha il proprio e io ogni volta che apro bocca sulla musica voglio rendere omaggio alla musa, io sono al servizio della musa, sono una vestale al servizio della musa, amo profondamente la musica e la rispetto profondamente. Come disse Ravi Shankar a George Harrison, “Non si può amare nulla che non si rispetti.”; io amo moltissimo la musica perché la rispetto. Ognuno ha la propria storia ognuno racconta a proprio modo ognuno viva a proprio modo. 

Sono iscritto da tanto tempo, anche se per motivi di tempo non riesco a seguire e interagire, al tuo be humans. Vuoi spiegare di cosa si tratta a chi non lo conosce?
Molto volentieri! humans è una piattaforma di mentoring che sognavo da tanto tempo e che ha preso forma nel mio cuore dopo un’intervista a New York a Roger Waters poco prima del covid, direi 2018/2019, in cui sentendo parlare mister Waters riguardo la bellezza di quanto sia importante creare arte per portare gli esseri umani a investigare il loro senso di empatia, ho deciso che anch’io avrei voluto fare la mia parte e ho aperto questa piattaforma che è humans. Oggi conta migliaia di persone, è che un luogo felice dove le persone si possono confrontare con il cuore, ecco che cos’è humans. 

Veniamo a questo evento con Phil Palmer, The Sessionman, come sei stata coinvolta nell’evento? Quale sarà il tuo ruolo?
Il mio ruolo sarà quello di intervistare mister Phil Palmer e di raccontare la sua storia, sono stata coinvolta nell’evento attraverso una mail e sono molto felice che accanto a un grande musicista ci possa essere io a raccontare la sua storia a raccogliere le sue confidenze e a fare da tramite. I’m service of music, sono servizio della musica e di Phil Palmer affinché la sua storia possa toccare più cuori possibili. 

Cosa hai pensato quando te l’hanno proposto? Cosa si può aspettare chi verrà in teatro ad assistere?
Che sono la persona giusta 😊 Chi verrà a teatro avrà la possibilità di vivere una serata in cui attraverseremo tante canzoni che fanno parte della nostra cultura musicale e potrà conoscere la storia di un ragazzino amante della musica e della chitarra che è riuscito a diventare un grande musicista con la sua forza di volontà e la sua dedizione. 

In base a tutta la tua conoscenza del mondo musicale, cosa ne pensi del ruolo del sessionman?
Ne penso molto bene, perché i session man anche loro sono dei musicisti al servizio della musica, e trovo straordinario che una persona possa proprio decidere di essere una sorta di servitore, nel senso più alto e più poetico del termine, ancora una volta della musica, per far sì che canzoni e musiche non proprie, possano arrivare a più persone possibili attraverso i propri strumenti e la propria arte. 

Al momento sei in onda con “Long playing stories” su Virgin, hai altri progetti in corso? Ulteriori programmi in arrivo?
Al momento direi che va benissimo così 😊 , c’è humans e la musica con “Long playing stories”, fra qualche mese inizieranno i concerti; ho lo spettacolo teatrale e mi piace concentrarmi con amore nelle cose, essere presente e non fare 1000 cose contemporaneamente. Quindi, direi che per il momento ci sono abbastanza cose da fare. Sono molto felice di questa intervista e spero di vederti in teatro, sarà un piacere conoscerti

MAURIZIO DONINI

Credits: si ringrazia Claudia Grohovaz – We4Show per la gentilissima assistenza e disponibilità. Photo credits @ Charlotte Trippetti.

Paola Maugeri

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