Now Reading
PACO D’ALCATRAZ – Intervista su “IL SOLE ILLUMINA MIO ZIO”

PACO D’ALCATRAZ – Intervista su “IL SOLE ILLUMINA MIO ZIO”

PACO D’ALCATRAZ vive e lavora a Bologna. Musicista, cantante, attore, autore e aforista; si può considerare uno dei capiscuola con Freak Antoni del genere demenziale bolognese. Ha una particolare sensibilità tragicomica e iperrealistica. L’ho intervistato sull’uscita del libro “IL SOLE ILLUMINA MIO ZIO” per Scripta Volant Edizioni.

Ciao Fabio, eccoci qui a parlare di questa uscita letteraria, come nasce questo libro?
In realtà il libro risale, come prima stampa, al 1995, sebbene io l’avessi concepito nel 1987. Fu una cosa molto artigianale che feci in autonomia a casa. L’idea – come ho detto – è nata negli anni ’80 partendo dal materiale risultante da uno spettacolo in chiave rock che portavo in giro allora. Si tratta di una messe di aforismi, aneddoti, battute, giochi di parole e assurdità varie, tutti raccolti in questo piccolo libro. In quel periodo abitavo in centro e avevo come vicino di casa un anziano ingegnere che faceva il tipografo, era stato coinvolto anche in alcuni scontri a fuoco ed era scampato a una esecuzione nel periodo della guerra, salvò la pelle per miracolo. Lui non vedeva l’ora che lo andassi a trovare per distrarre la sua solitudine di anziano. Mi insegnò a usare le macchine necessarie a stampare il libro, ne realizzai qualche centinaio di copie che distribuivo negli spettacoli in giro per l’Italia, e andarono a ruba in pochissimo tempo. Arrivando ad oggi, nello scorso gennaio mi telefonò Rino Cerritelli, socio di “Scripta Volant Edizioni”, proponendomi di ripubblicare questo libro, che a suo parere è diventato una sorta di cult. 

Tanto cult che lui ne è venuto a conoscenza, senza che tu lo sapessi?
Io non so come lo sia venuto a sapere di questo mio libro, è anche vero che lui era molto introdotto nell’ambiente del cabaret, aveva anche un locale negli anni ’80-’90 in cui feci qualche spettacolo; anche Rino fece qualche spettacolo per un periodo della sua vita. Mise poi a frutto l’esperienza di cabarettista proponendo corsi alle aziende per insegnare l’utilizzo della comicità intesa come strumento per vivere meglio il lavoro, ed anche per ottimizzare le tecniche di vendita attraverso una dimensione empatica, associata alla forza della comicità e dell’umorismo.

Come mai nel 1977 eri un cantautore della Fonit Cetra e nel 1983 ti troviamo immerso nel mondo della comicità?
Io non ho mai smesso di essere un musicista ma non sono mai stato monotematico nelle scelte della mia vita. Quando ho capito che la comicità era diventata una passione importante come la musica, le ho fatte convivere sotto lo stesso tetto. Già dalla fine degli anni ‘70 avevo preso l’abitudine di appuntare alcune mie riflessioni. Lo facevo di frequente mentre componevo le canzoni. Erano digressioni dal testo che stavo scrivendo e spesso mi sembrava che diventassero più interessanti delle canzoni stesse. La canzone, per sua natura, t’impone una sintesi implacabile e ti allena a eliminare i dettagli superflui. L’aforisma è un distillato ancor più complesso. Da bambino amavo i chiassosi Brutos. Dopo seguì Mac Ronay che mi conquistò con i suoi silenzi. La loro poetica mi arrivò forte e chiara. Con Woody Allen ho imparato ad osare e con Ennio Flaiano, infine, mi sono cimentato nella comprensione e nello studio della profondità di un aforisma. Questi sono stati i miei inconsapevoli Mentori.

Ottimo, cosa troviamo nel libro?
Si parte con la prefazione a cura del Mago Forrest, poi ci sono quelli che ho definito come “elogi spontanei”, da parte di Flavio Oreglio, Franco Facchini, Vito Vita, Giangilberto Monti, Giovanni Cacioppo, Rocco Barbaro e Fabio “Dandy Bestia” Testoni, fondatore con Freak Antoni degli Skiantos. Dopo gli “Elogi Spontanei” entra in scena un personaggio strambo che soffre inconsapevolmente per amore, e ci racconta che sono 6 anni e 2 giorni che ha completamente dimenticato una donna, che è tuttora follemente innamorata di lui. Si tratta di 4 lettere scritte da questo personaggio stralunato – dalla clinica psichiatrica in cui è ricoverato – ai suoi parenti più stretti, che non ne possono più di lui. Le Lettere sono la spina dorsale di tutta la narrazione, tengono insieme tutti i momenti di questo piccolo libro eterogeneo, che io amo chiamare “Breviario Comico”. Andando avanti abbiamo “l’Antologia della Malasorte”, una serie di battute sulla sfortuna. Arriviamo poi a “Il Sole illumina mio zio”, una sequela di sentenze surreali dello strano testamento del personaggio che dona il titolo al libro. Proseguiamo con la saga dei “1, 5, 12”, con tutta una collezione di battute dissacranti, assurdità di classe, comicità sottile e ironica sul tipo di Achille Festa Campanile. 

Quindi questo libro è pari pari quello originale, non hai cambiato nulla?
No, anche perché penso che, se allora fosse piaciuto così, sia meglio lasciarlo nella sua veste originale. Mi sembrerebbe di violentarlo. Aggiungiamo che ne sto già scrivendo un altro, per cui ho già pronti almeno 300-400 aforismi, naturalmente da sfoltire. Devo ringraziare Gianni Pettenati che nei primi anni Settanta mi regalò un libro di Flaiano, di cui mi innamorai e scoprii cosa fossero gli aforismi. Non c’era internet allora, ma arrivarono i libri di Woody Allen, sicuramente le mie radici affondano soprattutto nel futurismo, da cui poi deriva il demenziale. Di questo filone vengo considerato un padre, assieme all’indimenticabile amico e complice Freak Antoni.

Se ti chiedessero un valido motivo per comprarlo, cosa risponderesti?
Rispondo con le stesse parole che ho detto al mio editore: “Un piccolo grande libro da rileggere ancora prima di leggerlo, scritto da un padre del demenziale, un distillato di umorismo tra aforismi e nonsense, paradossi, cretinerie varie con triplo salto mortale. Dicono che faccia molto bene allo spirito”. 

MAURIZIO DONINI

Band:
Fabio Ferriani aka PACO D’ALCATRAZ

https://www.facebook.com/paco.dalcatraz
https://www.youtube.com/@pacodalcatraz