OTTODIX – intervista al cantante Alessandro Zannier

10 Marzo 2015
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In occasione del concerto al Freakout di Bologna del 28/2, abbiamo avuto il piacere di intervistare il cantante degli Ottodix, il poliedrico artista Alessandro Zannier.
Ottodix come nasce?
Veniamo da lontano, dalla metà degli anni ‘90, con una formazione di cui solo io sono il solo superstite, assieme al chitarrista che aveva lasciato e poi è rientrato, ma lo releghiamo nella preistoria, attualmente siamo in tre. Siamo del periodo Bluvertigo, Subsonica, e via dicendo. A furia di reinventarci siamo approdati alla lingua italiana, all’inizio cantavamo in inglese, ci chiamavano Otto Dix, come il pittore staccato, poi tramutato in Ottodix. Io ho fatto studi artistici, il progetto è molto legato alla mia attività parallela di artista visivo, soprattutto in questo ultimo album che ha i piedi in due staffe. Il debutto ufficiale del progetto è stato nel 2003, quindi abbiamo 12 anni di esperienza.
Il vostro genere musicale dove si pone?
Noi siamo sul versante elettro-rock, elettro-pop, stile Depeche Mode, noi vogliamo portare un progetto più cerebrale in studio, ed uno con più sangue, aggressivo e rock, sul palco. Proprio perché i testi sono abbastanza complessi, cerco anche di dare una stratificazione di lettura per evitare di infilarsi in una “pippa” letteraria. I canoni del rock ti danno dei limiti oltre cui non puoi andare, la creatività è molto più limitata quindi devi trovare un territorio di ricerca dove sperimentare, come l’elettronica, assieme a testi, spero, di un certo spessore, il tutto però deve scivolarti via molto più leggero di quello che dovrebbe essere normalmente, proprio perché è tutto riconducibile a strofe e ritornelli, ma è molto difficile perché devi tagliare e cesellare. Quando ci riesci però a me piace molto e mi dà una grande soddisfazione.
Progetti futuri?
Questo nuovo album, Chimera, lo porteremo in giro per almeno un altro anno e mezzo, e sta anche andando molto bene. Poi abbiamo tanti progetti paralleli e penseremo al nuovo lavoro nel 2016. Poi proprio stasera abbiamo Eleonora Beddini sul palco, una pianista bravissima con cui abbiamo molti progetti in cantiere. Per adesso portiamo in giro questa esperienza che si collega al mio progetto visivo, Chimera, che sta attraversando 10 città, anche all’estero, di pittura, scultura, installazioni.
Riscontrate problemi nel trovare luoghi dove suonare dal vivo?
Sì, molti, malgrado abbiamo una solida esperienza di 12 anni con 5 album, 1 raccolta ed anche 1 libro, non avendo poi un genere di quelli che vanno molto nei centri sociali, vediamo che dove si fa musica alternativa come la nostra si fa molta fatica. In questi periodi di crisi i primi settori che vanno in crisi sono proprio i settori della musica e del teatro.
Come proponete la vostra musica? Spotify e simili?
Ancora facciamo i cd anche perché le radio hanno comunque attrezzature che richiedono il cd, poi sicuramente iTunes, Spotify e simili. Poi siamo distribuiti Audioglobe, per cui ci trovate nelle catene come Feltrinelli e simili.
Del crowfunding che ne pensate?
Finchè abbiamo una etichetta che ci produce andiamo avanti così, capisco chi deve iniziare ed è molto bello il coinvolgere il pubblico, resta il fatto che devi fare una forma di stalker verso il tuo pubblico, è una carta che puoi usare una volta, non di più.
Aneddoti da raccontare ai nostri lettori?
La nostra casa discografica è la stessa di Garbo, Discipline, abbiamo collaborato per anni e fatto un tour assieme nel 2006, siamo figli della new wave anni ’80 ed abbiamo trovato in Garbo una sorta di padre che ci ha anche pubblicato il secondo album, Nero del 2006.
MAURIZIO DONINI
Ottodix band:
Alessandro Zannier OTTODIX – voce
Antonio Massari – chitarra
Mauro Dix Franceschini – percussioni elettroniche
Ottodix come nasce?
Veniamo da lontano, dalla metà degli anni ‘90, con una formazione di cui solo io sono il solo superstite, assieme al chitarrista che aveva lasciato e poi è rientrato, ma lo releghiamo nella preistoria, attualmente siamo in tre. Siamo del periodo Bluvertigo, Subsonica, e via dicendo. A furia di reinventarci siamo approdati alla lingua italiana, all’inizio cantavamo in inglese, ci chiamavano Otto Dix, come il pittore staccato, poi tramutato in Ottodix. Io ho fatto studi artistici, il progetto è molto legato alla mia attività parallela di artista visivo, soprattutto in questo ultimo album che ha i piedi in due staffe. Il debutto ufficiale del progetto è stato nel 2003, quindi abbiamo 12 anni di esperienza.
Il vostro genere musicale dove si pone?
Noi siamo sul versante elettro-rock, elettro-pop, stile Depeche Mode, noi vogliamo portare un progetto più cerebrale in studio, ed uno con più sangue, aggressivo e rock, sul palco. Proprio perché i testi sono abbastanza complessi, cerco anche di dare una stratificazione di lettura per evitare di infilarsi in una “pippa” letteraria. I canoni del rock ti danno dei limiti oltre cui non puoi andare, la creatività è molto più limitata quindi devi trovare un territorio di ricerca dove sperimentare, come l’elettronica, assieme a testi, spero, di un certo spessore, il tutto però deve scivolarti via molto più leggero di quello che dovrebbe essere normalmente, proprio perché è tutto riconducibile a strofe e ritornelli, ma è molto difficile perché devi tagliare e cesellare. Quando ci riesci però a me piace molto e mi dà una grande soddisfazione.
Progetti futuri?
Questo nuovo album, Chimera, lo porteremo in giro per almeno un altro anno e mezzo, e sta anche andando molto bene. Poi abbiamo tanti progetti paralleli e penseremo al nuovo lavoro nel 2016. Poi proprio stasera abbiamo Eleonora Beddini sul palco, una pianista bravissima con cui abbiamo molti progetti in cantiere. Per adesso portiamo in giro questa esperienza che si collega al mio progetto visivo, Chimera, che sta attraversando 10 città, anche all’estero, di pittura, scultura, installazioni.
Riscontrate problemi nel trovare luoghi dove suonare dal vivo?
Sì, molti, malgrado abbiamo una solida esperienza di 12 anni con 5 album, 1 raccolta ed anche 1 libro, non avendo poi un genere di quelli che vanno molto nei centri sociali, vediamo che dove si fa musica alternativa come la nostra si fa molta fatica. In questi periodi di crisi i primi settori che vanno in crisi sono proprio i settori della musica e del teatro.
Come proponete la vostra musica? Spotify e simili?
Ancora facciamo i cd anche perché le radio hanno comunque attrezzature che richiedono il cd, poi sicuramente iTunes, Spotify e simili. Poi siamo distribuiti Audioglobe, per cui ci trovate nelle catene come Feltrinelli e simili.
Del crowfunding che ne pensate?
Finchè abbiamo una etichetta che ci produce andiamo avanti così, capisco chi deve iniziare ed è molto bello il coinvolgere il pubblico, resta il fatto che devi fare una forma di stalker verso il tuo pubblico, è una carta che puoi usare una volta, non di più.
Aneddoti da raccontare ai nostri lettori?
La nostra casa discografica è la stessa di Garbo, Discipline, abbiamo collaborato per anni e fatto un tour assieme nel 2006, siamo figli della new wave anni ’80 ed abbiamo trovato in Garbo una sorta di padre che ci ha anche pubblicato il secondo album, Nero del 2006.
MAURIZIO DONINI
Ottodix band:
Alessandro Zannier OTTODIX – voce
Antonio Massari – chitarra
Mauro Dix Franceschini – percussioni elettroniche
http://www.ottodix.it
http://www.alessandrozannire.com
https://www.facebook.com/officialottodix
https://www.youtube.com/user/ottodixband
http://www.flickr.com/groups/ottodix
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https://soundcloud.com/ottodix
https://www.facebook.com/events/609338785879148 http://www.tuttorock.net/3/post/2015/03/ottodix-opening-mastice-la-tarma-freakout-bologna-28-2-2015.html

Maurizio Donini
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.