OSAKA FLU – Intervista alla band toscana
In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Odio gli indifferenti”, ho avuto il piacere di fare una nuova chiacchierata con gli Osaka Flu, che nascono nel 2010 ad Arezzo. Con un sound che mescola indie, punk e cantautorato, raccontano il mondo con ironia e testi diretti. Totalmente indipendenti, curano scrittura, produzione e promozione in autonomia. Tra le influenze: Clash, Rancid, Devo, Dylan, Gaber e De André.
Ciao e bentornati. “Odio gli indifferenti” è il vostro nuovo singolo, quando e com’è nato?
È nato un paio d’anni fa. Il nostro bassista, Cecco, si è fissato con Antonio Gramsci dopo aver letto le sue lettere dal carcere e “Odio gli indifferenti”. Ha regalato il libro agli altri due membri per Natale. Siamo rimasti tutti folgorati da quello scritto. All’inizio abbiamo buttato giù una versione che usava solo le sue parole, ma veniva troppo seria e non ci rappresentava. Mancavamo noi. Così insieme alla nostra co – autrice abbiamo cercato una strada più consona e aderente alla nostra filosofia comunicativa: abbiamo partorito un pezzo su cosa sarebbe successo se avessimo letto Gramsci a 17 anni, ma purtroppo a quell’età non capivamo un cazzo.
Com’è stato accolto da ascoltatori e critica?
“Odio gli indifferenti” è un brano diretto, senza fronzoli, un mix tra un basso pesante come quello di Billy Idol in “Dancing with Myself”, chitarre che sanno di vecchi giochi arcade, e un sound volutamente graffiante, scortese. Alcuni hanno storto il naso alla parola “odio”, ma noi crediamo che la musica e la scrittura siano sopra ogni cosa espressione di tutto ciò che è umano e l’odio è un sentimento che conosciamo tutti proprio in quanto umani. Inoltre nel contesto storico in cui Gramsci scriveva (e nella condizione personale in cui si trovava) l’odio era un sentimento legittimo e necessario; l’odio verso la dittatura, la segregazione, il colonialismo, il razzismo e il nazionalismo fanatico del ventennio fascista ci è sembrato sano, necessario e salvifico. L’odio di Gramsci ha portato alla nascita di movimenti che hanno contribuito a salvare il nostro paese dalla tirannia. Oggi come allora è importante prendere parte, schierarsi. Il pezzo è piaciuto proprio per la sua onestà e per il messaggio che spinge al dissenso e alla partecipazione attiva.
Di chi è stata l’idea della foto di copertina?
L’idea è di Michele. Dopo aver deciso di inserire Mitch Buchannon nel pezzo, ha pensato subito alla foto. L’abbiamo scattata a dicembre, l’album era pronto e noi eravamo inconsapevoli del casino che avremmo creato accostando Gramsci a Mitch Buchannon. È la nostra personale follia e la rivendichiamo.
Cosa succederebbe oggi se un diciassettenne leggesse Gramsci?
Non ci piacciono le generalizzazioni. A qualcuno cambierebbe la vita, ad altri magari no.
Per noi è un libro ingombrante, che lascia un segno e che non ha paura di essere fazioso e proprio per questo è particolarmente adatto alle persone giovani perché possano essere esposti ad un pensiero sociale e politico coraggioso, anche a costo di farsi carico di critiche e mistificazioni. Fanculo la par condicio.
Per l’album “Lasciateci divertire” avete lanciato una campagna di crowdfunding. È andata come ve l’aspettavate?
È andata benissimo. Abbiamo raccolto più di 3.000 euro, il che non è affatto scontato. Noi l’abbiamo presa come una conferma che abbiamo dato qualcosa ai nostri ascoltatori e loro hanno ricambiato il favore. Non siamo un brand, siamo una comunità e la sentiamo forte la vicinanza delle persone che ci hanno sempre seguito.
C’è un artista di oggi che vi ha particolarmente colpito?
Certo. Come sostenitori della scena indipendente, vogliamo indicare due band della nostra città: i Venere Gommosa, che fanno un punk rock fresco e “gommoso”, e gli Objct, post punk matto che spacca la testa e le orecchie. Ascoltateli.
Avete concerti in programma prossimamente?
Siamo in pausa per rinnovare lo spettacolo, dobbiamo inserire i pezzi nuovi. Ripartiremo a gennaio, forse a fine dicembre. Per ora non possiamo dire nulla, ma state sintonizzati. Seguiteci su www.osakaflu.com e iscrivetevi alla nostra newsletter per le date. Supportate la musica indipendente, e potrete scommettere che la musica indipendente vi darà qualcosa di vero in cambio.
Grazie, vi lascio la libertà di chiudere l’intervista come preferite.
Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò, odio gli indifferenti. (Antonio Gramsci).
MARCO PRITONI
Band:
Denni – voce e chitarra
Cecco – basso e cori
Michi – batteria e cori
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.




