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NOT MY GRAVE – Intervista alla melodic metalcore band marchigiana

NOT MY GRAVE – Intervista alla melodic metalcore band marchigiana

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Nella serata in cui è uscito il loro secondo video, quello che accompagna il singolo “Fault”, ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata in videochiamata con i Not My Grave, band melodic metalcore di Fano, nelle Marche, nata nel 2020. Ecco una sintesi di ciò che mi hanno raccontato.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Tuttorock, come state?

Ciao Marco, bene, grazie! Siamo gasati e impazienti!

Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di formare i Not My Grave?

Luca: La band inizialmente era composta da me, Nicola e Tommaso, abbiamo iniziato nel 2014, facevamo metal pesante poi, dopo circa 4 anni, ci siamo spostati verso un sound più melodico con voci pulite e synth, abbiamo avuto divergenze di vedute con gli altri membri, ci siamo staccati, abbiamo cambiato nome e abbiamo fatto entrare nella band Francesco alla batteria e Nicolò alla chitarra che hanno avuto un impatto devastante ed era ciò che ci serviva. Non sappiamo nemmeno noi che genere musicale facciamo ora, possiamo parlare di un metalcore alternative, stiamo producendo molto materiale e siamo contenti di quello che abbiamo scritto e che stiamo scrivendo.

Sta per uscire il video del vostro secondo singolo, “Fault”, farà parte di un album?

Luca: Dovevamo uscire a marzo col primo singolo “Thousand Ghosts”, poi, per il Covid, abbiamo aspettato un po’. L’album è già pronto, sicuramente uscirà un altro singolo tra gennaio e febbraio e, a marzo, dovrebbe uscire il disco completo.

Che riscontri avete avuto dal primo singolo?

Luca: Sono stati buoni riscontri da parte di degli amici e dei pochi fan che abbiamo, le emozioni e le aspettative erano tante e siamo stati contenti.

Voi siete di Fano, la scena metal lì nelle Marche com’è oggi?

Luca: La scena qua è abbastanza morta ma qualcuno c’è, ci stiamo lavorando, sicuramente puntiamo a uscire fuori da qua, non solo dalle Marche ma dall’Italia.

Tommaso: In realtà qualcosa si sta muovendo, qualche nuova band che nasce si vede, qualcuno che si da da fare e ci prova, come facciamo noi, c’è.

Parliamo un po’ dei vostri ascolti e delle vostre fonti di ispirazione.

Nicola: Ci ispiriamo a band abbastanza famose, come gli Architects, cerchiamo di migliorarci sempre di più e di ottenere sempre qualcosa di nuovo senza fare sempre le solite cose.

Nicolò: Ti direi i Bring Me The Horizon, comunque l’obiettivo nostro sarà di continuare a buttare fuori musica senza fermarci qualche mese, un po’ come fa la band di cui ho fatto il nome, che esce con materiale nuovo e ogni volta si tratta qualcosa di non sentito prima.

Dei gruppi di oggi, anche in Italia, ce n’è qualcuno che ritenete interessante?

Nicolò: Sicuramente gli Sharks In Your Mouth che salutiamo, poi i Destrage, loro li seguo parecchio.

Luca: Ci sono i The End At The Beginning di Bologna, poi i Discoveries, ce ne sono talmente tanti che ora non saprei chi dirti.

Tommaso: Io vorrei spendere due parole a favore degli Sharks In Your Mouth, come dicevo prima a proposito del qualcosa che si sta muovendo, si deve dire un grosso grazie a loro, perché hanno alzato l’asticella e hanno fatto vedere che qualcosa si può ottenere in Italia.

Parlando del video di “Thousand Ghosts”, è molto professionale e cinematografico, chi ha avuto l’idea e chi l’ha registrato?

Nicolò: Principalmente è partito da un’idea generale, come solitamente facciamo c’è tanta collaborazione tra noi, abbiamo trovato la location attraverso un amico e quella è stata una cosa che ha contribuito molto alla riuscita del video, poi, al momento delle riprese, c’è stata molta improvvisazione. La simbologia che sta dietro alla canzone, l’angoscia dovuta a tanti fantasmi, si capisce molto attraverso le riprese grazie anche all’ottima interpretazione del nostro cantante Luca e della ragazza che vedi nel video. Ci siamo divertiti molto quel giorno.

Il video nuovo invece?

Nicolò: Il team di persone che ha lavorato al video è sempre lo stesso l’abbiamo girato nel loro studio. La simbologia che sta dietro a questo brano è tanta, si parla di una società che aliena l’individuo e si vede un’attrice che è completamente confusa, sofferente, ma non sa perché e lo scopre attraverso i giudici che siamo noi, coloro che chiamiamo i giudici della vita, che pensano solo all’aspetto estetico della ragazza fregandosene dei suoi sentimenti e del suo essere.

Come nasce solitamente un vostro brano?

Tommaso: Di solito c’è uno di noi che ha un’idea, sviluppa la struttura e arrivano tutti gli altri a mettere il contorno per formare la canzone. Non c’è mai una persona sola che fa tutto dalla A alla Z ma c’è sempre molta collaborazione anche in questo.

Luca: Costruiamo una struttura solida sulla quale poi creiamo la linea vocale e cerchiamo la tematica da trattare. Il testo non è mai nato prima delle melodie, quella di partire da una linea vocale e dalle parole è però una cosa che stiamo sviluppando. Riguardo ai testi io e Francesco buttiamo giù un’idea poi collaboriamo un po’ tutti.

Francesco: Il giudizio finale comunque spetta a tutta la band, decidiamo sempre insieme.

Noto che date molta visibilità a temi sociali.

Luca: Nei primi due singoli sì, il prossimo sarà su temi ambientali. Ogni canzone ha il suo tema, ognuna ha la sua storia, non vogliamo fare dei concept album.

Nicolò: L’obiettivo nostro è di fare tanti video e il video deve essere un film di quella canzone, quindi preferiamo che ogni brano abbia la sua storia.

Avete scritto nuovi brani in questi mesi?

Luca: Abbiamo già pronto quasi un altro mezzo album, stiamo scrivendo quasi ogni giorno e stiamo prendendo una linea di sound diversa, ci piace modificare, capire cosa va adesso, avremo delle linee pop sia di voce che di giri di basso e di synth, non lasceremo di sicuro il metal ma sperimenteremo molto, quello è sicuro.

Questo album che uscirà a marzo come pensate di proporlo, potete dirmi anche come si chiamerà e dirmi qualcosa sulla copertina?

Luca: Sarà autoprodotto e proveremo a promuoverlo su Instagram, Spotify e Youtube, sarà il primo album e per noi sarà una prova per vedere come muoverci in futuro. Conterrà dieci canzoni, il titolo non posso ancora dirtelo perché lo annunceremo a gennaio.

Nicolò: Avrà una copertina dove cercheremo di far confluire tutte le immagini che caratterizzano i brani in una sola finale.

Avete studiato o siete autodidatti?

Tommaso: Io ho studiato in passato poi mi sono fermato, ho ricominciato e sto studiando tuttora.

Nicola: Sto provando ad ampliare le conoscenze con altri metodi e altri strumenti, cerco di essere in linea con il mondo.

Nicolò: Io ho iniziato intorno ai 17 anni, ho preso lezioni per un anno poi mi sono fermato, sono quindi quasi autodidatta.

Francesco: Io ho iniziato a suonare a 8 anni con un insegnante, l’ho fatto per 7 anni poi mi sono fermato ma ho da poco ripreso a prendere lezioni anche su altri generi musicali, ho trovato un insegnante con le palle e sono contento.

Luca: Io ho iniziato da autodidatta a fare scream e growl in cameretta, poi ho iniziato a prendere lezioni di canto pulito e, fare altri generi, è importantissimo. Il merito è anche di Francesco che con il canto è bravo.

Come riuscite a trovare il tempo necessario per le prove?

Francesco: Lavoro e faccio molte trasferte, mi sento principalmente online con gli altri, riesco a sistemare le batterie in sala prove nel weekend e negli altri giorni mi dedico a quello che si può fare a distanza, ovvero testi e linee vocali, ho questa fortuna. Per le prove ci siamo dati giorni fissi ed è una cosa importante.

Luca: A parte il discorso del coprifuoco, almeno in due o tre ci vedevamo tre volte alla settimana districandoci tra i nostri impegni di lavoro. Il sabato è la giornata classica delle prove.

Come studio di registrazione a chi vi affidate?

Nicolò: Ci siamo affidati finora allo studio di Brendan Paolini di Fano per le registrazioni e a Federico Ascari di Carpi per mix e mastering. Per il prossimo album pensiamo più o meno alle stesse persone.

Luca: Ognuno di noi a casa ha un piccolo studio dove può fare una propria pre-produzione delle proprie parti.

Francesco: Il futuro è incerto ma per ora ci troviamo bene con questi ragazzi.

Il vostro sogno musicale più grande?

Francesco: Suonare almeno una canzone a San Siro. A parte gli scherzi, suonare dal vivo, anche in posti piccoli, sentire l’adrenalina da live nel backstage.

Luca: Suonare dal vivo con tanto di errori annessi.

Nicolò: Fare più concerti possibili.

Immaginate un palco importante, con chi vorreste condividerlo?

Nicolò: I Bring Me The Horizon.

Nicola: Gli Architects.

Luca: Qualsiasi band perché suonare live da molto gusto, specialmente con band che hai sempre visto su Youtube e segui su Instagram, è sempre un’emozione anche quando hai 100 persone davanti, e farlo magari con band come Northlane e Polaris sarebbe una figata. Non abbiamo mai suonato con la formazione Not My Grave e speriamo di farlo presto, è il nostro obiettivo.

State pensando anche a concerti in streaming?

Luca: Sì, ci stiamo pensando, qualcosa tipo un release party.

E le tastiere chi le suonerà dal vivo?

Nicola: Ci affideremo a computer e basi.

Francesco: Pensa che ansia avrò per il primo live… (ride – ndr).

Nessuna new entry quindi?

Franceso: Beh, a me sarebbe sempre piaciuto un trombettista nella band (ride -ndr).

Nicola: A me piacerebbe molto avere un’orchestra come parte aggiuntiva.

Nicolò: Ci piacerebbe fare qualche featuring.

Se la musica dovesse diventare il vostro lavoro sareste disposti a lasciare l’Italia?

Luca: Questo gruppo ha molte ambizioni, quindi la risposta è sì.

Tommaso: Assolutamente sì. Quando fai un genere così lo metti in conto, dovessi farcela non mi farei problemi e non avrebbe senso mollare per la distanza da casa, tanto, a casa puoi comunque tornarci quando vuoi.

Nicolò: Ambizione e duro lavoro, al risposta è sì.

Grazie mille ragazzi, volete fare qualche saluto e dire ai lettori perché dovrebbero ascoltare la vostra musica?

Luca: Ascoltate la nostra musica perché ci sono tematiche molto importanti e possono aiutare qualcuno.

Nicolò: Bella domanda! Quello che diciamo con le note attraverso le immagini rende ancora di più, consiglio quindi di seguire la simbologia che sta dietro al video di “Fault”.

Salutiamo tutti quelli che collaborano con noi, mi raccomando andate a vedere il nostro nuovo video.

Ciao!

MARCO PRITONI