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NICOLÒ PICCINNI – Intervista al cantautore e attore torinese

NICOLÒ PICCINNI – Intervista al cantautore e attore torinese

In occasione dell’uscita del nuovo album “mareAmare”, ho avuto il piacere di fare una nuova chiacchierata con il cantautore e attore torinese Nicolò Piccinni.

Dopo “Acqua fredda”, adattamento italiano di “Cold Water”, autorizzato ed elogiato dall’autore in persona Tom Waits, Nicolò torna con il suo terzo album in studio; un’opera multimediale che è un disco, un libro di racconti e illustrazioni, edito da Morsi Editore, e una raccolta di video prodotti dallo studio cinematografico Fuoricampo, tutti accomunati dal tema della dimensione virtuale.

L’album è un viaggio interiore che racconta la perdita e la riscoperta di sé nelle dimensioni virtuali, da internet all’amore, dal sogno alla follia. Dodici canzoni scritte dal cantautore Piccinni, prodotte e arrangiate insieme alla band Gli Internauti, divise in due lati, come in uno specchio: superficie e profondità.

Dodici brani che si espandono tra le coordinate del cantautorato e della sperimentazione con i featuring di artiste e artisti come Bunna degli Africa Unite, Fausia, Rossana De Pace, Giulia Impache, Vea, Protto e Andrea Boris Borasco.

Ciao Nicolò, bentornato su Tuttorock, “mareAmare” è il tuo nuovo album da me apprezzatissimo, che riscontri stai avendo?

Ciao Marco, grazie! Sono molto contento di tornare a parlare con te del nuovo album. Sto ricevendo molti riscontri positivi effettivamente. Quando la gente scopre che è un lavoro che è durato sette anni, forse per premura fa complimenti per non dirti che hai buttato via un sacco di tempo! Ma può anche darsi che stia piacendo perchè ha un suo valore.

Quando e come sono nati i brani?

Stiamo parlando di canzoni che ho iniziato a scrivere nel 2017. Ma tre in particolare, a dir la verità, sono ancora più antiche: le ho scritte tra il 2008 e il 2010. Per la maggior parte di questi brani non ricordo una causa scatenante precisa, che mi ha spinto a scrivere. Credo sia stato il malessere generale generato dalla frammentazione di vite diverse che viviamo, tra realtà concrete, virtuali e digitali.

Tu sei nato e vivi lontano dal mare, l’acqua però compare spesso nelle tue pubblicazioni, ricordo anche il tuo splendido “Acqua fredda”, adattamento italiano di “Cold Water”, autorizzato ed elogiato dall’autore in persona Tom Waits. Lo ritieni il tuo elemento preferito?

È vero sono molto attratto dall’acqua e allo stesso tempo ne ho paura. Non sono un grande nuotatore infatti, tendo a galleggiare goffamente e non mi avventuro dove la profondità supera il mio metro e settanta di altezza. Parlo del mare ovviamente, che comunque preferisco all’odore claustrofobico del cloro. Invece l’acqua di “Cold Water” di Tom Waits è tutto un altro tipo di acqua. Dovrebbe essere definita “dolce” in contrapposizione a quella salata del mare, ma non ha nulla di dolce. È l’acqua con cui si sveglia un senza dimora. Per cui è “fredda” sotto molti aspetti.

Hai scritto anche 12 racconti, ognuno di essi legato ad un simbolo del virtuale e tradotto in immagine dalle illustrazioni curate dall’artista Sara Zollo, insomma, un’opera multimediale in tutto e per tutto, proseguirai anche in futuro con pubblicazioni simili?

È una domanda davvero interessante a cui mi piacerebbe rispondere! Ma non so dire che forma avranno le mie opere future. Devo ammettere che persino “mareAmare” si è trasformato in qualcosa che non mi aspettavo. Doveva essere solo un concept album, ma è diventato anche un libro di racconti che ho scritto allargando l’universo che palpitava nelle canzoni. Tutto questo grazie a Morsi Editore e al lavoro immaginifico che ha compiuto Sara con le sue illustrazioni: ha analizzato le canzoni e i racconti, allargando a sua volta l’universo di “mareAmare”. Nel futuro non so davvero cosa accadrà. Potrei improvvisamente cambiare rotta, appendere la chitarra al chiodo e diventare marinaio. Sulle barche ci sono salvagenti giusto?

Mi avevi già presentato qualche anno fa gli Internauti che ti accompagnano nel tuo viaggio musicale, puoi rinfrescaci la memoria?

Sono ancora gli inossidabili Gabriele Prandi, Francesco Cornaglia, Federico Bertaccini, Michael Pusceddu ed Errico Canta Male.

Gli stessi dell’album precedente, “Autrement”. Anche se a dirla tutta “mareAmare” cronologicamente è stato concepito e in parte registrato prima dell’uscita di “Autrement”. Ad ogni modo a questo giro Gli Internauti si sono moltiplicati: ci sono un sacco di artisti e artiste in questo concept album che possono tranquillamente considerarsi Internaute e Internauti.

Compaiono come ospiti Bunna degli Africa Unite, Fausia, Rossana De Pace, Giulia Impache, Vea, Protto e Andrea Boris Borasco, li hai scelti per amicizia, per stima, per entrambe le cose?

Eccoli ed eccole, proprio loro aumentano in numero e in carica artistica la schiera internautica. Sì, direi stima e in alcuni casi antica amicizia. Ognuna e ognuno di loro ha un modo unico di esprimersi, di generare creatività. E quella loro energia autentica si è rivelata perfetta per il brano in cui compaiono.

Anche se rimani legato ai cantautori del passato, c’è qualche artista di oggi che ti ha colpito?

Ci sono diversi artisti e artiste con un grande talento che fanno musica ora, ma la macchina infernale del mainstream le riduce a carne da sponsor o figurine bidmensionali da baraccone. Per cui faccio fatica a distinguerle da un elettrodomestico in sconto, e quindi ad ascoltarle. Se avessi l’opportunità di sentirli e sentirle chitarra e voce dal vivo, senza filtri, forse mi colpirebbero di più. Questa è la ragione per cui se devo indicare artiste e artisti di oggi indico persone che stanno al di fuori di quella macchina: Amaranto e Leonardo Gallato per esempio.

Dei tuoi concerti, ce n’è uno che ricordi in maniera particolare?

Il primo da cantautore, senza dubbio. Era in un circoletto di provincia, con la gente che mangiava e beveva e parlava a voce altissima. Avevo diciotto anni ed ero terrorizzato, ma ero accompagnato da due amici musicisti storici, entrambi presenti in “mareAmare” tra l’altro: Lorenzo Favero alla chitarra elettrica e Boris Borasco all’armonica. Senza di loro mi sarei dissolto, mi sarei sciolto insieme al ghiaccio in un bicchiere e qualcuno mi avrebbe bevuto senza accorgersene. Malgrado il trauma continuo a suonare le mie canzoni ancora oggi, dai poteva andare peggio!

A proposito, hai qualche spettacolo in programma?

Ho un po’ di presentazioni del libro e dell’album nel 2025, stiamo definendo il calendario. Oltre a “mareAmare” ho appena concluso una doppietta live omaggio a Ivan Graziani per il format “Morto dal Vivo” insieme al suo ideatore Puso, a Torino e Cuneo, che è stata una bellissima esperienza e spero di poterla rifare presto.

Hai mai pensato di fare di questo mareAmare un musical?

In realtà sì e già esiste, non è propriamente un musical, ma rientra sicuramente nella forma di spettacolo musicale. Abbiamo fatto una data zero recentemente per un pubblico ridotto di novanta persone e abbiamo avuto un’ondata di pareri positivi davvero inaspettata e incoraggiante. Si tratta di uno spettacolo che mescola teatro e canzoni. È un viaggio intimo e onirico, spero di trovare i posti giusti dove poterlo mettere in scena a partire dal 2025.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferisci.

Chiudo ringraziandoti per le tue domande mai banali e con l’augurio di vederti presto a qualche concerto!

E per tutti e tutte noi “lupi di mare”: in bocca al lupo e viva il lupo, sempre.

MARCO PRITONI