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NASHVILLE PUSSY – Intervista a Ruyter Suys

NASHVILLE PUSSY – Intervista a Ruyter Suys

Io e Andrea incontriamo Ruyter Suys sulla coreografica terrazza del CafèLiber, a Torino; iniziamo a chiacchierare mentre lei fuma la proverbiale sigaretta post-caffè.

Ciao Ruyter, piacere di conoscerti. Vi state godendo la location?
E’ fottutamente bello qui, mi piace un sacco! E poi è difficile battere i tortellini, sono una sicurezza ogni volta, perfino in America, anche se bisogna essere più cauti a ordinare la pasta laggiù!

…e così oggi festeggiamo “100 years of Pussy”!
Si! In realtà sono 19 anni, ma sono 10 anni con la stessa etichetta, il che è abbastanza raro da meritare un festeggiamento. In effetti è la “relazione” più lunga che abbiamo avuto con qualsiasi casa discografica.

Ma ho sentito che voi avete anche una vostra etichetta personale.
Si, ma sono solo 6-7 anni da quando l’abbiamo fondata, presto celebreremo il decennale anche per quello!

Parlando di anniversari, come è cominciata la vostra storia, 19 anni fa?
È iniziata per noia, davvero. Blaine e io eravamo sposati, e lui era in una band. Vivevamo a Nashville, e lì la scena rock non esisteva affatto, per niente.

Mancava qualcosa, quindi.
Si, infatti! C’erano un sacco di musicisti bravissimi, fra i migliori al mondo, ma non sapevano esibirsi, praticamente stavano solo lì piantati. Era così noioso, anche se erano così bravi tecnicamente, forse perché erano abituati a stare in studio. Io ho iniziato a suonare la chitarra quando avevo 8 anni, e quando abbiamo iniziato con la band avevo 27 anni…pensavo di essere già troppo vecchia…più che vecchia ero antica! Avrei dovuto iniziare a 12 anni! Perciò avevo un disperato bisogno di suonare, anche perchè c’era un fottuto “vuoto”, specialmente dal punto di vista femminile, ma anche gli uomini musicisti mancavano! Andavamo a vedere un sacco di concerti, e mi ripetevo “che diamine, io posso fare meglio di loro, noi possiamo essere meglio!”

E così avete fatto. Dunque tu e Blaine stavate insieme già prima della nascita della band.
Si, eravamo sposati già da tre anni quando abbiamo cominciato.

E com’è avere una relazione con qualcuno che è nella tua stessa band?
…non lo raccomanderei a nessun altro! (ride) siamo completamente pazzi, e siamo una coppia completamente diversa da qualunque altra abbia mai visto. Siamo davvero “civili”, abbiamo rispetto reciproco e comprendiamo i bisogni l’uno dell’altro. Se lui deve fare qualcosa che lo rende felice, beh io voglio che sia felice! Sai, lui ha altre band e cose varie, e io ho altri progetti stupidi. Beh, in effetti niente di così “grosso” come i Nashville Pussy, che sono il nostro bambino prediletto, ma abbiamo anche un mucchio di figli illegittimi! Per esempio io suono in questa assurda band metal, chiamata “DickDelicious and the Tasty Testicules”.

Bel nome per una band metal!
Già, io faccio parte di una band chiamata Pussy e di una band chiamata Dick, il che è il top dei nomi delle band! Loro sono state una delle mie band preferite per anni, sono in giro da molto tempo e mi hanno chiesto prima di suonare la chitarra in alcune canzoni, e poi di unirmi al gruppo. Così abbiamo registrato un intero album insieme e poi siamo andati in tour un po’. Sono fottutamente esilaranti, sono come dei bambini di 10 anni troppo cresciuti. Tutte le loro canzoni parlano di cacca! È il metal dei bambini, ma è molto interessante dal punto di vista tecnico, è una vera sfida ed è stato davvero divertente suonare con loro.  Sul palco, lo scopo principale è essere più ubriachi possibile!

Stavo appunto per chiederti, com’è la sensazione che avete sul palco quando suonate con i Nashville, ma anche con i vostri altri progetti.
Beh, con i nashville Pussy noi cerchiamo in effetti di suonare per davvero! (ride)

In effetti voi siete tutti strumentisti molto tecnici, ma la sensazione che mi date è che sul palco vi stiate divertendo e che vogliate che anche il pubblico passi una serata grandiosa.
Si, assolutamente; diventiamo sempre più ubriachi via via che lo show va avanti, sia noi sia il pubblico! Sul finire della serata siamo tutti sudatissimi e sciolti, i vestiti spariscono e la gente inizia a svanire dietro gli angoli… la differenza rispetto ai DickDelicious è quella! Con loro si è molto molto ubriachi prima dello show, e se non veniamo arrestati prima della fine della serata capiamo che abbiamo fatto un buono spettacolo.

Qual è la cosa più pazza che abbiate fatto sul palco?
Non saprei, sono abituata a afferrare ragazzi e piazzargli la faccia sul mio inguine, come base! Quella è la roba normale! Poi sai, baciare ragazzi carini, ragazze carine…saltare sulle spalle delle persone, arrampicarsi sulle cose…vedremo cosa succede stasera! Sai, ci sono stati alcuni bei ragazzi nelle prime file ultimamente…

E com’è il pubblico italiano rispetto agli altri paesi dove vi siete esibiti?
Non lo so! È il nostro primo show qui a Torino. Mi piace l’Italia, avete buon cibo, i vostri poliziotti sono incredibilmente belli.

Davvero?
Porca miseria! Una cosa pazzesca! Abbiamo incontrato 3 poliziotti all’autogrill venendo qui, e penso mi siano caduti gli occhi! Il fascino dell’uniforme immagino! È stato assurdo, sia Bonnie sia io eravamo abbacinate da quelle divise!

…quindi Bonnie è decisamente diventata una parte integrante della vostra squadra.
Decisamente si! “Benvenuta nei Nashville Pussy, ora flirtiamo coi poliziotti! Il nostro obiettivo è essere arrestati in Italia”.

Tornando seri, “Up the dosage” è stato il vostro ultimo album prima di “10 years of Pussy”. A quando il vostro prossimo lavoro?
Speriamo di averlo pronto per il prossimo anno! Ne stiamo parlando proprio in questo periodo, e ci stiamo lavorando durante il tour, specialmente durante i soundcheck, che sono per noi un momento molto fertile. Oggi avendo tutti uno smartphone abbiamo in memoria caterve di pezzi registrati qua e là, e quando arriva il momento ci mettiamo semplicemente tuti nella stessa stanza e ascoltiamo tutta la roba che abbiamo registrato, e magari decidiamo che su 150 canzoni ce ne sono circa 15 buone.

E quello diventerà un album.
Si, a quel punto dobbiamo solo concentrarci e farlo diventare musica vera! Abbiamo scritto il nostro ultimo album così in fretta, in 10 giorni, è eccezionale!

E per quanto riguarda i testi?  Cercate sempre di ridicolizzare un po’ certe situazioni e far divertire il pubblico?
Oh si, costantemente! È fottuto rock’n’roll, e la vita è già abbastanza dura così com’è!
Quindi il rock è fatto per renderla migliore! Sai, come diceva Buddha, la vita è sofferenza, così devi viverla con grazia, e beh…credici o no, questa è la nostra idea di grazia! (ride). Blaine cerca sempre di tirare fuori dei versi stupidi nuovi, e alla fine trova sempre qualcosa di esilarante, che non si sa come riesce ad infilare in una canzone!


Voi avete suonato con dozzine di band eccezionali, penso a Motorhead, ZZ Top…chi saranno i prossimi?
Oh, cazzo! Vorrei poter dire AC/DC, ma stanno sparendo rapidamente…non so! Certo che se lo facessimo mi metterei lì e ruberei tutte le sue mosse a Angus! Vorrei anche suonare con i Rolling Stones, ma ora fanno un po’ schifo…è un peccato, potranno andare bene in un piccolo club ma noi li abbiamo visti in un’arena da baseball, uno show in cui i biglietti costavano più di 300 dollari. Noi eravamo in guest list, ma ce ne siamo andati durante lo show! Perché il mio ricordo degli Stones era migliore di quello che stavamo guardando in quel momento. La mia prima reazione è stata “alzate il volume a Keith, voglio sentire la chitarra!” …e poi invece ho pensato “oww, abbassategli il volume! Che diamine sta facendo?”. Il suono sarebbe stato migliore se avessero attaccato una qualche futuristica macchina ai cervelli del pubblico e avessero suonato quello che loro stavano immaginando! E conta che Keith è il mio eroe!
Sono una delle band che mi hanno ispirato di più…per cui immagino che se dovessi dire con quali band vorrei suonare ora, mi servirebbe una macchina del tempo! AC/DC, gli Stones, forse gli Status Quo…Free, Bad company. E basta direi, mi piace il rock classico!


Non siete molto da heavy metal quindi.
No! (ride) Mi piacciono i Motorhead, i vecchi Slayer…

Cosa vi piace di più dell’Italia, a parte i tortellini?
E i poliziotti! (ride) beh, i ragazzi e le ragazze sono molto fighi…avete un bel senso dello stile qui, non appena oltrepassi il confine questo manca, anche se i francesi sono stilosi hanno sempre un’aria da puzza sotto il naso! E poi insomma, l’Italia è la culla della civilità! Io adoro la storia romana, i miei gatti hanno il nome di imperatori romani, li ho chiamati Tiberius, Augustus e Livia! Poi mi viene da pensare che da allora nulla è cambiato, la democrazia è sempre un coacervo di piccole lotte, è sempre lo stesso litigio di quei tempi. Potremmo conoscere la politica di oggi studiando quella antica! Oh diamine, gli esseri umani sono così stupidi!

Ma quindi, se non avessi fatto la musicista, avresti voluto diventare un’esperta di storia antica?
Cavolo, no! No, io ho una laurea in Belle Arti, all’epoca mi occupavo soprattutto di creare stampi in bronzo. E guidavo anche un trattore, mentre andavo all’università! Lo facevo per pagarmi gli studi, e adoravo quel lavoro! Guidavo a 15 Km/ora, in cerchio, per 14 ore al giorno, ascoltando gli Slayer a tutto volume! Era divertentissimo!

E facendo i musicisti non siete mai stanchi del vostro lavoro? Ho sentito che i vostri tour possono durare anche per anni!
In effetti noi siamo sempre in tour! Magari un mese sì e l’altro no, ma di solito siamo in giro! Beh, veramente abbiamo avuto 5 mesi di pausa, ultimamente, il che è strano!

E quindi è stata una piccola vacanza per voi?
No!! È stata una tortura! Per un paio di mesi è stato anche piacevole riposarsi, ma poi ha iniziato a mancarci la sensazione del tour, questo è quello che facciamo. È come se qualcuno ci avesse tolto l’aria dai polmoni! Dopo un po’ ti senti come se dovessi assolutamente fare qualcosa, e ti chiedi: “che faccio, faccio un bambino? Imparo una nuova lingua? Scrivo un libro?”. In effetti vorrei imparare a surfare! Dopo questo tour andrò per un po’ alle Hawaii, spero di imparare!

Conoscete qualche rock band italiana che vi piace?
Ummm, conosco qualche band italiana? Forse i Lacuna Coil, ma solo di nome! In effetti non ascolto mai band moderne, sai, ascolto i Black Sabbath! Sono una della vecchia scuola…viviamo in questa sorta di bolla in cui tutta la musica che ascoltiamo è fantastica, e ci rifiutiamo di ascoltare musica di merda, ad esempio se entriamo in un locale e la musica fa schifo, ce ne andiamo! Abbandoniamo tantissimi concerti…specialmente Blaine, non sopporta proprio di ascoltare roba brutta! E questo è anche il motivo per cui non faccio shopping! Ascolto musica “moderna” solo quando vado a lezione di spinning! Ci ho messo un po’ a realizzare che quella è la musica che il resto della gente ascolta! Però adesso ho sentito che ci sono lezioni di yoga in cui mettono musica metal di sottofondo, devo provare!

Mi chiedevo, avete mai avuto problemi a causa del nome della vostra band, durante la vostra carriera?
Un sacco! Specialmente in America, se c’è una qualche ragione per non suonare la tua musica, la troveranno. E il nome “pussy” gli dà un’ottima ragione per farlo. C’è molto puritanesimo e molta ipocrisia; in Europa va meglio, nonostante siano per lo più cattolici…forse perché capiscono che è musica, non è niente di male. In America tendono a cercare sempre qualcuno da incolpare per i loro problemi, tipo i videogames per la violenza fra adolescenti, la musica, la tv…non vogliono mai dare la colpa ai genitori.

Avete molti fan adolescenti in America?
No, perché suoniamo in locali in cui bisogna avere l’età per bere per entrare…ma quello che sta capitando è che adesso improvvisamente i fan dei Nashville hanno dei figli! Per esempio a Parigi c’erano un sacco di ragazzine che mi dicevano “voglio essere come te!”. Il che è fantastico, perché io non ho mai avuto nessuno, ai miei tempi, da guardare come un modello, fra le chitarriste. Io ero decisamente più “selvaggia” di quelle poche donne musiciste che giravano all’epoca.

Sul palco infatti sembri una forza della natura.
Ma guarda, non so nemmeno io cosa faccio! A volte oggi guardo dei video dei nostri show e mi chiedo “oh mio dio, quella sono io?”, faccio davvero fatica a riconoscermi! Il mio coreografo dev’essere una scimmia!

Grazie Ruyter, è stato molto divertente parlare con te!
Anche per me! Ora torno a messaggiare con la mia ragazza in America, devo dirle dei poliziotti italiani!

IRENE DOGLIOTTI
photoset by Andrea Boschetti