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MURUBUTU – Intervista al cantautore rap

MURUBUTU – Intervista al cantautore rap

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In occasione del nuovo disco “Infernum”, rivisitazione in chiave rap dell’Inferno di Dante scritta insieme al rapper marchigiano Claver Gold, ho avuto modo di fare una chiacchierata con Alessio Mariani, alias Murubutu, cantautore reggiano attivo dai primi anni 90 che unisce l’hip hop alla letteratura, alla storia e alla filosofia.

Ciao Alessio, innanzitutto benvenuto su Tuttorock, la domanda che sto facendo più o meno a tutti è come hai vissuto la quarantena e come sta andando questa ripartenza generale?

Ciao Marco, grazie, abitando in campagna l’ho vissuta abbastanza bene perchè non sono stato costretto a stare rinchiuso in casa e ho avuto occasione di dedicarmi un po’ di più alla lettura e allo sport. Riguardo alla ripartenza la musica manca ma ricominciare a far qualcosa pian piano fa piacere.

La musica dal vivo, tralasciando gli eventi mainstream, era già abbastanza penalizzata prima del lockdown, ora è ancora ferma in gran percentuale a parte alcuni sporadici eventi, pensi che si potrà uscire dalla situazione attuale nel breve periodo? Hai qualche idea su cosa si potrebbe fare per rendere più dinamico il movimento musicale live?

Sembra che giorno dopo giorno le cose stiano migliorando, sabato suono al Mercato Sonato di Bologna per la Giornata Mondiale del Rifugiato, ci sono prospettive di apertura e immagino che si troveranno soluzioni via via sempre migliori, stiamo vivendo una fase paradossale e anche un po’ caricaturale dove ci sono molte contraddizioni, ad esempio ho sentito che a luglio riapriranno le sagre e non capisco perchè non possano ripartire anche i concerti. Penso che, a meno che non ci siano delle retrocessioni, andremo sempre meglio e spero eventualmente di fare il tour che ho rimandato al prossimo autunno.

Veniamo al disco tuo uscito lo scorso 31 di marzo, in piena pandemia, “Infernum”, che hai pubblicato in coppia con il rapper Claver Gold, perchè hai scelto lui per questo lavoro?

Perchè siamo due grandi amici e ci stimiamo reciprocamente, volevamo da tanto tempo collaborare ad un progetto di più ampio respiro, è una cosa che avevamo cominciato prima della pandemia e quando l’abbiamo conclusa l’abbiamo fatta uscire comunque anche per aiutare le persone a distrarsi un po’.

Quanto tempo avete impiegato per trasportare Dante ai giorni nostri?

É un lavoro che abbiamo iniziato a settembre e abbiamo concluso verso gennaio/febbraio.

Nel brano “Paolo e Francesca” c’è spazio anche per un artista non tipicamente hip hop, Giuliano Palma, quanto sono importanti per te le contaminazioni musicali?

Sempre di più, se prima ero più legato all’hip hop in senso stretto adesso mi piace aprire ad altri generi, ascolto molto nu soul e la mia è una musica sempre più contaminata. Nei miei live ho inserito in pianta stabile una corista soul e collaborare con un artista come Giuliano Palma è stato un grande onore per me.

Nel saggio universitario “Poesia italiana dal Novecento a oggi” di Alberto Bertoni, pubblicato qualche mese fa, venite citati tu e Caparezza, sei onorato di questo?

Sono onorato tantissimo di questo anche perchè nel mio piccolo ho sempre lavorato per uno sdoganamento del rap presso una scrittura alta, presso un riconoscimento letterario anche della forma canzone rap, quindi vedere riconosciuti i propri sforzi in senso accademico è un grande onore.

Ci sarebbe stato molto bene anche Rancore, che io ammiro tantissimo e che ha collaborato con te, tra te e Caparezza, sei d’accordo?

Rancore, come anche Claver Gold e Dargen. È una dimostrazione del fatto che esistono delle penne che hanno uno spessore letterario anche nella musica rap. Rancore è un grande amico e soprattutto un grandissimo artista sia dal punto di vista compositivo che delle performance live.

Il fatto che la sua “Eden” abbia vinto il premio per il miglior testo allo scorso Festival di Sanremo com’è stato accolto da voi rapper?

Innanzitutto è stato un motivo di grande orgoglio perchè avere un riconoscimento di questo tipo aiuta non solo Rancore nella sua carriera ma tutta la scena hip hop, lui è stato veramente il nostro orgoglio musicale, anche dal punto di vista della musica italiana in generale finalmente è stato sdoganato un genere molto sottovalutato. In linea di massima la sottovalutazione è riconducibile ad una caratteristica che è nel DNA del genere, ovvero al fatto che una gran parte di testi è superficiale e questo non si lo può negare, però non si può nemmeno negare il fatto che esista una corrente più strutturata all’interno del rap che è giusto considerare.

A proposito di sottovalutazione, un paio di anni fa Matteo Salvini, all’epoca Ministro dell’Interno, scrisse sulla sua pagina: I “cantanti” Gemitaiz e Murubutu ce l’hanno con me… Ah beh, allora… P.s. Io preferisco De Andrè, Vasco e Battisti”, senza probabilmente avendo mai letto un tuo testo, quel “cantanti” messo tra le virgolette in segno dispregiativo, ti ha fatto ridere, arrabbiare, o non ti ha minimamente toccato?

Innanzitutto mi ha fatto pubblicità (ride – ndr). A parte gli scherzi, Salvini ne dice una ogni giorno, lì eravamo in estate, quindi, in mancanza di argomenti, ha addirittura chiamato in causa me. Avevo fatto un’intervista per Repubblica dove paragonavo il suo modo pericoloso di far passare messaggi di odio a “La banalità del male” di Hannah Arendt. Soprattutto è pericoloso per la psicologia delle masse che arrivano a percepire delle cose come il razzismo come una banalità, quando invece si parla di una cosa gravissima.

Un paio di domande per chi non ti conosce bene, quando hai iniziato a scrivere testi?

Ho iniziato in prima superiore grazie ad una mia vocazione per una scrittura della canzone che, se ci pensi, è diversa sia dalla poesia che dalla prosa e con cui mi sono sempre trovato a mio agio. Ho trovato una insegnante che mi ha incoraggiato ed ho continuato a scrivere.

Tu sei anche professore di storia e filosofia al Liceo Matilde di Canossa di Reggio Emilia, nel tuo caso è più la carriera musicale che aiuta quella didattica o viceversa oppure si compensano?

Diciamo che si compensano, essere un artista mi aiuta a stare più vicino ai giovani da un certo punto di vista e il fatto di essere un insegnante mi da tantissimi stimoli culturali che poi riverso nella musica.

I tuoi studenti sono anche tuoi fan? Cerchi di indirizzarli verso una musica intelligente?

Mi è capitato di avere dei fan tra gli studenti, con loro parliamo ogni tanto di musica, non posso certo dir loro cosa ascoltare, sanno che non mi piace la trap ma rimangono sempre colpiti dalla mia conoscenza di quel tipo di musica perchè comunque cerco di stare al loro passo.

La didattica a distanza può avere futuro o, secondo te, la vicinanza fisica professori/studenti è fondamentale per la formazione dei ragazzi?

Io penso che la didattica tradizionale sia ancora fondamentale proprio perchè veicola le emozioni e il contatto diretto, ma non tutto della didattica a distanza è da buttare via, ci saranno degli aspetti da mantenere e da potenziare. Sicuramente la scuola italiana era impreparata ma speriamo colga i buoni frutti e le esperienze positive che ci sono state in questo periodo.

Hai anche due figli, è più difficile fare il cantautore, il professore o il papà?

Sicuramente la professione più difficile è sempre quella di genitore, anche perchè in periodi come questi egli si è sobbarcato anche la responsabilità e l’onere di fare l’insegnante e seguire i compiti dei figli a casa non è cosa semplice, anche se se ne parla poco. Comunque anche il lavoro di insegnante, che rimane il mio lavoro principale, è un lavoro delicatissimo.

Tornando al discorso di prima, tu e Claver come state lavorando alle date del tour?

Per ora, siccome c’erano diversi biglietti già venduti, abbiamo riprogrammato e comunicato le date per ottobre/novembre, speriamo di riuscire a farle, non è detto che si riesca ma se le cose vanno progressivamente così come stanno andando, eventualmente, magari in modalità leggermente diverse si potranno mantenere gli impegni.

Grazie del tempo che mi hai dedicato, vuoi dire qualcosa ai lettori di questa intervista e agli amanti della musica in generale?

Grazie a te! Il mio messaggio è quello di sfruttare questo periodo di pausa per creare qualcosa, qualcosa che deve essere originale e personale perchè viviamo in un mare di musica molto omologato. Fare qualcosa di diverso è fondamentale, ciao!

MARCO PRITONI