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MOSCARDI – Intervista al cantautore

MOSCARDI – Intervista al cantautore

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In occasione dell’uscita del suo nuovo EP “ROSSO MOSCARDI” ho intervistato il cantautore MOSCARDI.

Pronto? Moscardi ciao sono Leonardo di TuttoRock, tutto bene come và?
Sì sì, tutto a posto, beh sono a casa nelle marche in reclusione forzata per questo covid.

Capito, io chiamo dalla puglia precisamente da Trani, vicino Bari.
Ah, conosco, nel senso non sono mai stato a Trani ma conosco il vino il Moscato di Trani, buonissimo.

Top! Comunque, posso chiamarti Rosso? Perché chiamarti per cognome è un po’ ostico ricorda quando a scuola gli insegnanti durante le interrogazioni ci chiamavano così, forse rievoca spiacevoli ricordi, inoltre siamo anche coetanei io di dicembre ’93 tu del ‘94.
Quello ovviamente è lo pseudonimo del disco ma io sono Francesco, chiamami Francesco.

Ok va bene. Allora ho ascoltato il tuo EP Rosso Moscardi e mi è piaciuto molto. Senza tanti giri di parole cattura, c’è il primo brano “Coincidenze” che trascina subito al primo ascolto, delle altre anche “Happiness” mi è rimasta impressa. I testi sono ricercati e significativi, sono intrisi di poesia. Non è da tutti aver a disposizione determinate parole e melodie, c’è un certo equilibrio tra poesia e naturalezza che credo sia il tuo punto di forza.
Mamma mia, grazie mille, sono veramente felice di questa cosa che mi dici, perché guarda uno cerca di scrivere come gli viene ma c’è una ricerca dietro.

Allora partiamo dalle domande. Dimmi Francesco, da dove nasce per te l’esigenza di scrivere una canzone?
Eh, da dove nasce, mah fondamentalmente non me lo sono mai troppo chiesto. Io fatico a reputarmi un artista perché ho tra gli idoli cantautori che vedo troppo grandi per me, io dico che semplicemente faccio le mie cose. Nella vita tendo a dare un senso alle cose che vivo e faccio e questa cosa qua si trasforma nel mio modo di esprimermi attraverso la musica, questo in primis poi vedo che le canzoni mi hanno aiutato a sintetizzare e fotografare esperienze che ho vissuto, se io metto una esperienza in una canzone è come portarmi sempre dietro il ricordo o l’esperienza. Nasce dal bisogno di ordinare quello che vivi, questo ti consente di rivivere un qualcosa che hai vissuto in maniera diverso.

È un po’ come conservare ricordi, cristallizzarli e averli sempre con sé.
Si, esatto conservarli capendone il senso profondo.

Capito. Francesco ascolta quali dischi, film o libri magari anche dipinti ti hanno influenzato durante la scrittura di Rosso Moscardi?
Guarda questo EP nasce anni fa senza sapere quale sarebbe stato il punto d’arrivo, è una raccolta di viaggi. In generale mi piace leggere e vorrei leggere di più, non sono un grande lettore ma mi piace molto l’arte della scrittura e adesso mi sto appassionando al cinema, film specifici che hanno ispirato l’album non ce ne sono, c’è tanta roba però. I film a cui mi interesso adesso e noto che coincidono per certi versi con i temi del mio album sono i film del cinema orientale, ho scoperto recentemente Kim Ki-duk il regista morto poca fa per covid che mi ha folgorato. Nel cinema orientale sto trovando un certo equilibrio simile a quello che hai descritto prima.

Capisco, l’arte si ruba e si fa propria per i propri lavori. Un’altra domanda è una domanda inversa, una di quelle che non sempre si pongono: c’è una canzone di questo album un po’ tra parentesi amara, che rievoca spiacevoli ricordi, una di quelle che non suoneresti due volte?
Guarda, la lego a quello che dicevamo prima, il discorso di esorcizzare attraverso la musica permette in un certo senso di andare avanti quindi non c’è una canzone di cui mi pento o non risuonerei, ci sono brani però che mi toccano particolarmente, sicuramente nell’album quella che più mi scava ma accetto è “stelle cadenti” un brano che mi riaccende qualcosa, sia per essere più lenta e meno ritmata, sia pechè parla di un tradimento, è un’esperienza adolescenziale spiacevole. L’ho scritta dopo anni dopo aver superato.

In Rosso Moscardi si canta prevalentemente di esperienze amorose, quindi adesso ti domando perché in copertina ritroviamo un bambino con accanto la tua data di nascita?
Perché semplicemente sono canzoni d’amore, le esperienze più forti vissute in questi 26 anni e sicuramente le più forti della vita, le cose che più mi hanno colpito e interessato e sono confluite in questo lavoro, c’è un bambino che sono io e la mia data di nascita perché questo viaggio è partito con la mia nascita, sono 26 anni di viaggio anche se ho cominciato a scrivere la 8. C’è la mia visione della felicità, del tempo dell’amore eccetera. Penso di essere alla fine di un viaggio e all’inizio di un altro che è quello della consapevolezza e età adulta.

Siamo quindi di fronte a una demarcazione.
Esatto, mi sono detto che sto partendo per un nuovo viaggio e bisogna capire da dove sono partito, la foto da bambino con la mia data di nascita mi ricorda da sono parto.

Tutto chiaro. Rosso Moscardi è un album prevalentemente di cantautorato con qualche eco rock. In futuro vorresti esplorare altri generi di musica?
Allora siamo già a lavoro su nuovi brani, io non ho mai smesso di lavorare in questo periodo e mi rendo conto che la mia matrice pop rimane nelle melodie e testi, però vedo che sto maturando scoprendo e amplificando la mia parte folk, io nasco batterista e ho suonato per molto tempo in un gruppo folk in giro per l’Italia, il folk che è in me sta emergendo con forza e nel prossimo album potrebbe esserci quindi della contaminazione folk.

Bello, il folk piace anche a me, anche se quello che suono io lo definisco “folk punk”, roba acustica suonata in modo pesante con accordi in croce suonati su una chitarra acustica come fosse un’elettrica.
Bello, che strumento?

Chitarra, ne ho due molto personalizzate piene di adesivi e scritte.
Wow sei un chitarrista anche tu quindi.

Diciamo, ho imparato tra amici sono ritmico e vado a orecchio.
Sfondi una porta aperta, io la chitarra l’ho imparata e la sto imparando da solo, però è importante continua.

Dai se poi scendi a Trani o se io salgo ci becchiamo per una strimpellata. France per chiudere, non voglio rubarti altro tempo, in quale decennio ti sarebbe piaciuto vivere?
Allora mi piace molto vivere in questo, risposta banale, riconosco enormi problematiche e difficoltà ma dato che siamo qui quindi facciamocelo piacere cercando di cambiare le cose che non ci piacciono a modo nostro. Il decennio che mi affascina in negativo e positivo è il decennio tra i ‘60 e ‘70 parliamo di Woodstock e di gruppi pazzeschi, altrimenti gli anni del primo ‘900 a cavallo dell‘800. Il primo decennio del ‘900 mi affascina. Ma nel bene e nel male non esiste un’epoca d’oro e basta. Ma quello che ho detto un periodo che mi affascina, leggo di storie di gente dell’epoca, ci trovo analogie col nostro tempo.

Un’ultima domanda, una a sfottò posso fartela?
Sì, sì, certo, quante ne vuoi.

Allora di queste 6 canzoni, tranne l’ultima “Happiness”, sono tutte dedicate a ragazze. Ma parliamo della stessa, o una canzone per ogni ragazza o qualcuna se né beccate due o tre boh?
Ahahaha, è come dici tu. C’è una ragazza che s’è presa il grosso “fidati di me”, “gli eroi”, “stelle cadenti” e pure “Happiness”.

Ha fatto quaterna quindi?
Esatto, poi c’è una ragazza per “Coincidenze” e una per “Prezioso”. Però ti dico una cosa, alla fine nelle 6 canzoni parlando di una storia, ho un poco parlato di tante storie e amori, sono dedicate ognuna a una persona ma al contempo a tante storie che ho vissuto.

Capisco, le più simili si accomunano. Beh Francesco io ti ringrazio della chiacchierata, buona serata e a presto! Ci conto per una strimpellata insieme!
Certo, grazie, e buona serata anche a te!

LEONARDO DeLARGE

Band:
Moscardi

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