Now Reading
MARI CONTI – Intervista alla cantautrice romana

MARI CONTI – Intervista alla cantautrice romana

mari conti 1

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Hangin’ on a Kiss”, ho intervistato la cantautrice romana Mari Conti.

Ciao Mari, benvenuta sulle pagine di Tuttorock, prima di tutto, ti chiedo come va in generale per te questa fase 2, ovvero la ripartenza dopo la quarantena.

Ciao Tuttorock! Diciamo che il momento piu’ difficile è passato. Io personalmente l’ho vissuto abbastanza bene avendo avuto la possibilità di continuare a lavorare sui miei nuovi pezzi avendo un piccolo home studio in casa. Ora si guarda in avanti, con positività, sperando che le cose cambino anche per il settore dell’arte in generale e soprattutto per la musica dal vivo.

Parliamo un po’ di questo singolo uscito circa un mese fa, “Hangin’ on a Kiss”, com’è nato?

Mi trovavo a Londra, nel periodo in cui ci ho vissuto per circa 8 anni. Sentivo molto la mancanza della mia famiglia e ho pensato a quanto importante fosse avere anche solo la consapevolezza di poter far conto su un abbraccio da parte delle persone che ci vogliono bene. Camminavo per strada ed ho avvertito un ritornello che mi ronzava in testa, il resto è stato fatto in studio grazie all’aiuto di Mozez Wright, produttore artistico e coautore del brano.

So che questo singolo fa da preambolo ad un LP, quando uscirà?

Si, l’album si chiama Invisible Things che spero uscirà ormai a fine estate. Abbiamo dovuto rimandare il tutto a causa di questo momento di stallo.

Il brano è accompagnato da un video curato in maniera molto professionale, di chi è stata l’idea e da chi è stato girato?

L’idea è stata di base la mia. Ho immaginato di raccontare un momento di seduzione fra una coppia dove il protagonista del brano, il bacio, non si manifesta mai ma la sensazione che accada fra i due è imminente. Ho pensato che sarebbe stato più romantico dare un tocco di romanzo alla storia che volevo raccontare. Le scene dove ci sono io sono state girate dal  bravissimo video maker Stefano Calabria, mentre  il montaggio è stato curato dal mio amico Paolo Palazzoli (Eono).

Quanto hanno influito sulla tua carriera gli incontri con due musicisti come Gary Lucas e Mozez Wright?

Decisamente molto. L’incontro con Gary Lucas mi ha scoperto cantautrice. Fu lui anni fa a darmi fiducia consegnandomi con estrema generosità un suo brano strumentale che avrebbe donato a Jeff Buckley (suo collaboratore e amico con il quale scrisse due capolavori del rock mondiale, Grace e Mojo Pin) prima che lui ci lasciasse, con l’intenzione di scrivere un’ennesima canzone insieme a lui. A Wandering Minstrel Eye, brano originale contenuta nell’album Evangeline di Gary Lucas, è diventato così You Will See My Flame Again, brano inedito di cui ho scritto testo e melodia, dedicato al mio cantante preferito fin dall’adolescenza, Jeff Buckley appunto. Poco dopo aver conosciuto Gary, ho incontrato Mozez Wright, frontman di una delle mie band preferite, gli Zero 7. Lo ascoltavo sempre, ricordo di averlo fatto letteralmente per anni. Averlo conosciuto e aver avuto modo di scrivere le mie canzoni con lui (e di continuare a farlo), ha un valore inestimabile per me. Entrambi gli incontri direi quindi sono stati determinanti per la mia formazione artistica.

Mi dici qualcosa della tua formazione musicale?

I miei genitori non erano musicisti. Di musica ne ho comunque sempre ascoltata tanta e di generi diversi. Da piccola ero “onnivera” di generi musicali, adoravo comprami vinili e musicassette (sono nata negli anni ’70) e successivamente cd. Amavo collezionarli, leggerne le copertine, gli autori e tutto quello che c’era da sapere su un’artista. Negli anni ho iniziato a cantare come corista (per divertirmi) in una band di cover soul e successivamente mi sono appassionata al canto in modo piuù serio. Ho iniziato a studiarlo in una scuola di musica prima e privatamente poi, mentre parallelamente frequentavo seminari sulla voce. Ad un certo punto volevo diventare foniatra, tanto fossi affascinata dal suono emesso dalle corde vocali! Ho successivamente iniziato a cantare in alcune cover band e negli alberghi in di Roma, come cantante di piano bar.

Gli artisti sia del passato che del presente che più ammiri quali sono?

Fra gli artisti del passato, come già detto precedentemente, uno fra tutti è sicuramente Jeff Buckley. Di sicuro adoro Alison Goldfrapp che può considerarsi a cavallo fra passato e presente. Ovviamente  anche Mozez, del quale amo sia la voce che il messaggio che trasmette soprattutto attraverso i suoi testi. Poi c’è lui, Ezio Bosso, che esulava dal mondo dei cantanti ma lo trovo incredibile specialmente per sua capacità di aver reso accessibile ai più la musica classica, essendo stato a mio avviso anche un grande oratore e divulgatore. Peccato sia scomparso così presto.

Tu sei nata a Roma, hai vissuto a Londra e sei tornata nella nostra capitale, a livello artistico e di possibilità di affermarsi musicalmente, quali sono le più grandi differenze che hai trovato tra le due metropoli?

Onestamente non ho frequentato molto gli ambienti musicali. Durante la mia permanenza a Londra ho dovuto lavorare parecchio per sostenermi con le spese (la vita lì è carissima) ed ho principalmente passato il poco tempo libero in studio con Mozez per realizzare Gentle Beauty (il mio primo album uscito nel 2012, quando già vivevo a Londra da circa un anno) e alcuni brani di Invisible Things, il mio prossimo album. Quello che però posso dirti è che sicuramente fuori dall’Italia si presta più attenzione e rispetto in generale alla figura del musicista e soprattutto si tende a considerare un po’ tutta la musica, anche quella apparentemente più “buia” o malinconica come la mia. Senza necessariamente essere classificati fuori moda o contro tendenza dall’opinione pubblica.

Sei soddisfatta di come sono andate le cose finora per te nella musica?

C’è ancora tanta strada da fare. Anche se a livello di partnership con Mozez non avrei potuto desiderare di meglio. È chiaro che sarei più felice se molte più persone conoscessero la mia musica, ma mi rendo conto che questo sia uno fra gli aspetti più difficili di chi fa musica.

Stai già programmando un tour o aspetti che la situazione diventi più chiara?

Per ora purtroppo non ho in mente un tour e certamente la situazione non è molto favorevole al momento. Vedremo più avanti…

Grazie mille per il tempo che mi hai dedicato, vuoi dire qualcosa ai lettori di questa intervista?

Grazie mille a voi! Vorrei ringraziare coloro che sono arrivati a leggere quest’intervista fino all’ultimo ed invitarli a sostenere la musica e i musicisti stessi. Finchè c’è musica c’è speranza e ne abbiamo bisogno fortemente, ora più che mai!

MARCO PRITONI