MARDI GRAS – Intervista al chitarrista e fondatore Fabrizio Fontanelli


Una carriera ventennale quella dei MArdi Gras, band romana che torna con il nuovo ed ottimo album “Sandcastle” (leggi qui la recensione). Ne ho parlato con il chitarrista e fondatore Fabrizio Fontanelli. Di seguito l’intervista.
Ciao e benvenuti su Tuttorock. Prima di concentrarsi sul nuovo album vorrei tornare con voi indietro nel tempo. Come nascono i Mardi Gras? Dove, quando, come e perché?
Nascono molte lune fa a Roma, inizio anni 2000 come duo acustico, io e un’altra cantante incontrata alla “Salamandra 33” sala prove di Trastevere che era il mio quartiere generale. Eravamo due hippies con le loro chitarre acustiche e una manciata di brani originali e qualche omaggio ai Creedence, Janis Joplin, Otis Redding, Van Morrison….da li a poco il primo album “Drops Made” come quartetto, un album decisamente in bianco e nero e “fuori fuoco”, che ci fece girare molto, sia nelle radio europee e americane sia live. Era un mondo musicale radicalmente diverso, ci si muoveva tramite Myspace e si creavano delle bellissime sinergie tra musicisti, fan e operatori del settore. Grazie a Myspace, per esempio, organizzammo il primo tour in Irlanda.
Da dove viene l’idea del nome Mardi Gras?
Ascoltando in modo compulsivo i Creedence, ecco..Mardi Gras è il loro canto del cigno, l’ultimo loro lavoro. Poi ho scoperto che Mardi Gras è specialmente il Carnevale di New Orleans, un’esplosione di musica e colori. Sempre tramite Myspace ricordo molti messaggi di chi viveva in Lousiana. Erano molto divertiti e incuriositi di ascoltare una band italiana con tale nome.
Ci sono stati cambi di line-up durante questi anni?
Molti, come canta Luca Carboni “Le band si sciolgono”, noi invece abbiamo avuto molte vite. Diverse cantantesse e diversi musicisti. Abbiamo esplorato molti mondi grazie a questo. Non è stato facile, ovviamente, ma abbiamo sempre avuto la voglia di ricominciare; lo dovevamo specialmente ai brani che avevamo scritto e che volevamo sempre portare in giro.
Circa 20 anni di attività, quanto è cambiata la band da allora?
Sicuramente abbiamo esplorato molto, se pensi che da quartetto prettamente acustico siamo ora una rock band di sei elementi…abbiamo chiamato il terzo album “Playground” campo giochi. Ecco giocare con la musica, andare in nuovi territori..anche questo ha tenuto la band viva e anche mentre eravamo dediti al quarto album “Sandcastle” ci siamo dedicati a far uscire molti singoli, pre e anche durante la pandemia. Mi piace citare le collaborazioni con Mark Geary e “From Zero To One” del 2020, un brano molto importante per noi scritto anche da Liina.
Arriviamo al nuovo album “Sandcastle” quindi, come nascono i brani?
“Sandcastle” è un concept album, abbiamo musicato 8 episodi di una storia originale ambientata nel New Jersey degli anni 80. Avevamo in precedenza musicato un cortometraggio “Alys”, ma qua si trattava di un graphic musical a fumetti il cui soggetto è stato scritto da Sante Sabbatini, Francesco Braida e Filippo Novelli e disegnato da quest’ultimo.
Racconta anche la storia del concept.
Nicholas e Cecilia Amato sono due fratelli che vivono una vita molto difficoltosa nella Jersey City degli anni 80 tra atti di bullismo e difficoltà economiche. Hanno perso i genitori in un misterioso incidente stradale e lo zio Don Nate Caruso boss della Mob locale si adopera ad aiutarli in cambio dei loro servigi. Tutto cambia con l’entrata in scena del bel Sebastian figlio del magnate dei media. Cecilia innamorandosene finisce vittima del suo narcisismo e da allora Nicholas, anche grazie a Zio Nate Caruso, intraprende un viaggio personale che lo porterà a vendicare quanto avvenuto alla sorella, trovando dentro di se una forza che mai avrebbe pensato di avere. il tema è “Quanto si è disposti a mettersi in gioco per amore?”.
Le vostre influenze musicali?
Essendo una big band di sei elementi ascoltiamo veramente di tutto.
Non siete una band metal ma l’album esce per Underground Symphony, storica label dedita più che altro al power metal e simili. Come mai?
Le vie della musica sono infinite, con Maurizio Chiarello si è stabilito da subito un rapporto bellissimo. Semplicemente gli è piaciuto l’album e l’ha voluto per la Underground Symphony, questo nonostante la tipologia di artisti e le uscite che ha nel suo ricchissimo catalogo…quando parlammo della diffusione di “Sandcastle” tra la sua cerchia di fondamentalisti metal ricordo che ci avvertì “Guardate che appena sentono due note di pianoforte…..”, ma non ha arretrato un millimetro sulla sua convinzione. Maurizio è una persona onestissima e rara. Un incontro veramente unico.
Come definite il vostro sound?
Siamo una band che ha sempre voluto fare la musica che voleva fare, senza calcoli commerciali o senza seguire i trend del momento. Personalmente non riesco definire il nostro sound e non mi piacciono le categorie. Per me esiste buona e cattiva musica, ecco spero che rientriamo nella prima.
Sicuramente si!! C’è un cuore nel disegno di copertina, ha un significato particolare?
Il viola è colore di metamorfosi e della transizione. E Nicholas durante la storia subisce proprio questo processo diventando una persona profondamente nuova e senza scrupoli. Da bullizzato a vendicatore.
Grazie Fabrizio e complimenti per l’album. Chiudi l’intervista come volete, un messaggio per ascoltare il vostro album e la vostra musica ai nostri lettori.
Seguiteci su tutte le piattaforme, siamo un po’ ovunque, l’Album non è solo liquido, ma è uscito anche in elegante versione cd deluxe e il graphic musical è disponibile su Amazon (“Sandcastle la danza della sabbia”). E’ stato un viaggio molto intenso e gettare luce su dei temi molto sensibili e mai, purtroppo, fuori moda è quello che da un valore extra al tuo viaggio musicale e soprattutto umano. E sostenete le band indipendenti.
FABIO LOFFREDO
Band:
Liina Rätsep: Voce
Fabrizio Fontanelli: Chitarra acustica/
Carlo Di Tore Tosti: Basso
Valerio Giovanardi: Batteria
Fabrizio Del Marchesato: Chitarra elettrica
Alessandro Matilli: Pianoforte e tastiere
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!