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MARCO PRITONI – Intervista sul suo EP “Another Planet”

MARCO PRITONI – Intervista sul suo EP “Another Planet”

Si intitola “Another Planet” l’EP d’esordio del progetto solo piano del musicista imolese Marco Pritoni, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 25 ottobre. La carriera solista di Marco è iniziata nel 2023 con il singolo “May of Sorrow”, brano a scopo benefico nato durante l’alluvione in Emilia-Romagna, cui hanno fatto seguito la struggente “Red Autumn Leaves” e l’ipnotica “Little Floating Fairies”.  A questi tre brani si aggiungono un intro, un outro e le tre nuove tracce “An Enchanted Mind”, “The Invisible Fountain” e “The Short Novel”.

“Another Planet” è un titolo evocativo. Come è nato il progetto? Cosa ha ispirato questo concetto e come si lega alle tematiche che esplori nell’EP?
Ciao Maurizio! È nato tutto dando seguito ai tre singoli da me pubblicati, in primis “May of Sorrow”, brano che ha preso vita nella mia camera durante la tragica alluvione del maggio del 2023, mentre sentivo il frastuono degli elicotteri che passavano per andare a salvare le persone sui tetti di Sant’Agata sul Santerno, paese che si trova a circa 3 km da dove abito. Poi sono arrivati “Red Autumn Leaves” e “Little Floating Fairies”. I brani nascono appena mi siedo al pianoforte e nella mia mente si creano immagini che vanno di pari passo con le note, da qui i titoli. Il titolo dell’album invece è stato scelto da Massimiliano Cicchetti, colui che si occupa delle grafiche di questo progetto, lo ha scelto semplicemente perché lo ha pensato assolutamente adatto per me come persona e come musicista. 

L’EP presenta una varietà di sonorità. Come descriveresti il tuo processo creativo nella scelta degli arrangiamenti e degli strumenti?
È facile, il pianoforte per me è lo strumento che più riesce a trasmettere le mie emozioni, avevo pensato anche all’aggiunta di archi ma ho riflettuto poi sul fatto che avrebbero snaturato questo processo emotivo. 

Quali sono le influenze musicali che hanno maggiormente plasmato questo progetto? Ci sono artisti o generi che ti hanno particolarmente ispirato durante la sua realizzazione?
Limitandomi al pianoforte non posso nascondere il mio amore per Ezio Bosso e Ludovico Einaudi, sono loro che ho ascoltato maggiormente nei tempi passati, oltre ad un pianista purtroppo poco conosciuto ma che adoro, ovvero Giulio Fagiolini.  Durante un periodo creativo però, sono solito ascoltare tutt’altro rispetto al tipo di musica che propongo, dal rock al cantautorato passando per indie, metal e altro. 

C’è un brano in particolare dell’EP a cui sei più legato? Se sì, cosa lo rende speciale per te?
Oltre a “May of Sorrow”, dal quale tutto ha preso inizio, “Little Floating Fairies”, che ha avuto inizio osservando la mia compagna Marianna mentre dormiva. 

Quali emozioni o messaggi speri che il pubblico possa trarre dall’ascolto di “Another Planet”?
Spero di arrivare al cuore delle persone. 

Come è nata la tua passione per la musica? C’è un momento o un evento specifico che ti ha fatto capire che volevi intraprendere questo percorso?
La mia passione per la musica è nata quando ancora non camminavo, mia mamma mi metteva le cuffie e ascoltavo i cantautori di quegli anni, c’è una foto che ritrae quel momento ed è una di quelle alla quale sono più affezionato. I miei poi mi regalarono una piccola tastiera e mi ricordo che ripetevo le melodie provenienti dalle pubblicità in tv, però avevo un problema… utilizzavo solo la mano destra. In seguito, sono passato a chitarra e basso, per tornare poco più di due anni fa all’amore per i tasti bianchi e neri. Infatti, nel novembre del 2022 ho acquistato un pianoforte e da lì ho iniziato a fare sul serio facendo un paio di ore di pratica da autodidatta al giorno. Da quel momento le cose sono arrivate in modo naturale, anche i movimenti della mano sinistra. Non è mai troppo tardi per trovare la propria via artistica! Devo però aggiungere che la sindrome di Asperger, ovvero una forma di autismo ad alto funzionamento, in questo caso è stato un superpotere e non un limite come spesso accade. 

Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato come musicista emergente?
La fatica nel trovare luoghi disposti a far suonare chi propone un tipo di musica lontano da ciò che va per la maggiore oggi. 

Ci sono strumenti o tecniche particolari che hai utilizzato durante la registrazione o la produzione?
Mi sono affidato completamente a Riccardo Pasini dello Studio 73 di Ravenna, una vecchia conoscenza del periodo in cui suonavo con band metal della zona, è riuscito sin dal primo singolo a trovare il suono che avrei desiderato fin da subito. 

Quanto tempo hai impiegato per lavorare su “Another Planet”? È stato un processo fluido o ci sono stati ostacoli?
Direi molto fluido, i brani sono nati quando mi sono seduto al pianoforte, soprattutto nelle giornate più tristi, ho salvato le prime bozze poi nel giro di qualche giorno ho cercato di completarle. 

Come descriveresti il tuo approccio alla scrittura dei brani di questo EP?
Non c’è stato nulla di ragionato, è arrivato tutto in maniera naturale. 

Quali sono stati i tuoi riferimenti o le tue influenze principali durante la creazione di questo EP?
Le passeggiate nei boschi di montagna, in cui mi trovo completamente solo nella natura, hanno avuto certamente un’influenza positiva sulla mia mente. 

Ci sono artisti o generi che ti hanno particolarmente ispirato per “Another Planet”?
Inconsciamente, anche se non li ascolto da tempo, coloro che ho nominato prima, ovvero Ezio Bosso e Ludovico Einaudi. È molto probabile poi che il mio subconscio sia andato a mescolare melodie che ho assimilato durante gli ascolti più svariati. 

Come speri che il pubblico reagisca a “Another Planet”? Qual è l’impatto che vorresti che avesse?
Volevo lasciare qualcosa di buono nel mio passaggio sul pianeta Terra, spero che arrivi a più persone possibili. 

Hai avuto feedback dai tuoi fan o ascoltatori? C’è stato un commento che ti ha particolarmente colpito?
Ho avuto bellissimi riscontri, anche da parte di chi suona il pianoforte da molto più tempo di me, e da parte di chi ascolta generi musicali lontanissimi da quello che suono. Il complimento più bello mi è stato fatto da una gentilissima signora dopo aver suonato in un Teatro di Faenza, “mi hai fatto volare con l’anima”. Per me è molto gratificante anche scoprire che un mio brano è stato ascoltato da qualcuno che vive in un luogo lontanissimo da me, è uno dei pochi aspetti positivi della rete. 

Hai lavorato su elementi visivi (copertina, video, grafiche) per accompagnare l’EP? Come si collegano alla musica?
In questo caso mi sono affidato completamente al già citato Massimiliano Cicchetti, cosa che farò anche per i prossimi lavori. Per quanto riguarda il video di “May of Sorrow”, invece, mi sono affidato a Maurizio Vercon, grande chitarrista e molto abile nella realizzazione di contenuti multimediali, è stato molto bravo nel raccogliere le foto dell’alluvione del 2023 facendole scorrere perfettamente insieme alle mie note. 

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già in mente nuovi lavori o esibizioni dal vivo?
Ho già un paio di brani quasi completi e altri ancora in forma embrionale, probabilmente farò uscire un singolo tra qualche mese e penserò poi se dar vita ad un altro Ep. Per le esibizioni, per ora, non ho purtroppo nulla in programma. 

MAURIZIO DONINI

Band:
Marco Pritoni
Credits:
Brani scritti, eseguiti e prodotti da Marco Pritoni
Registrato, mixato e masterizzato da Riccardo Pasini presso lo Studio 73 di Ravenna
Artwork di Massimiliano Cicchetti
 
https://marcopritoni.bandcamp.com/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100093343905896
https://www.instagram.com/marco_pritoni_/
www.youtube.com/channel/UCwZAL3nKC9KexLmmsXr1iqg
https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_m3k4OclCEu23rKer84X805KrvNBuQhQJ4
open.spotify.com/intl-it/album/2BTtwfv82p8ic3KPgbAv3X