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MARC YSAYE – La voce dei Machiavel presenta il primo album solista

MARC YSAYE – La voce dei Machiavel presenta il primo album solista

In occasione dell’uscita del suo primo album da solista “Back to Avalon”, ho avuto il piacere di intervistare Marc Ysaye, cantautore belga e voce dei Machiavel (la band prog più famosa del Belgio), nonché regista e ideatore della radio nazionale Classic 21 con la quale promuove il blues e il rock classico.

Ciao Marc, benvenuto sulle pagine di Tuttorock, come stai? Venerdì 10 dicembre uscirà anche in Italia il tuo primo album solista Back to Avalon, cosa significa per te questo titolo?

Ciao Marco, grazie! Beh, voglio dire, a parte il significato proveniente dalla leggenda di Re Artù, Avalon è un posto nella mia mente. In effetti, è un posto dove posso essere rilassato e tranquillo con me stesso, dove posso nascondermi e riposare e cercare di essere in qualche modo un uomo migliore, se posso.

L’album è già uscito da più di un anno in Belgio, che riscontri hai avuto?

È molto complicato perché è stato pubblicato quasi due anni fa. Il mio problema è stato che l’album è uscito un mese prima del lockdown. Il disco era ovunque nei negozi, ma gli stessi negozi erano chiusi. Il feedback è stato molto positivo, ma mi piace suonare con la band e non abbiamo potuto esibirci perché tutto era chiuso, ho fatto quattro concerti e basta.

Immagino che “Rollin Machine” sia la canzone più popolare dal vivo, giusto?

Sì, è una buona canzone, non la migliore dell’album, credo, ma è molto radiofonica. Voglio dire, è una specie di rock facile da ascoltare e quando abbiamo suonato insieme alla band quelle sole quattro volte abbiamo avuto una buona reazione a quella canzone.

Mi piace tutto l’album ma se dovessi scegliere una canzone direi “What I deserve”, per il suo significato, ognuno di noi merita il suo posto nel mondo, giusto?

Sì, è così. È di questo che si tratta e parlo anche di me stesso. Questo è quello che mi merito, perché ho fatto tutto da solo. Ho fatto la mia vita con cose buone ma anche con momenti non felici ma è quello che merito.

Nell’album c’è anche una cover degli Eagles, “Bitter Creek”, perché hai scelto quella canzone?

Come mai? Perché amo quella canzone cantata da Bernie Leadon, che non è rimasto per molto tempo negli Eagles. Ho fatto la cover perché mi piaceva davvero, è una canzone bellissima con un testo bellissimo. Alcuni miei amici hanno fatto dei cori molto belli sui brani e, beh, questo mi è piaciuto molto. È una delle mie canzoni preferite degli Eagles, ma nessuno la conosce.

Raccontami un po’ della tua collaborazione con un altro grande musicista belga, Ozark Henry, quando e come è nata?

Beh, sono stato molto fortunato a poter usare alcune sue tracce. Il suo vero nome è Piet Goddaer ed è molto, molto famoso in Belgio, ma credo lo sia anche in Italia. Ha pubblicato molti dischi da voi, è un mio carissimo amico, ma prima di tutto è un grande musicista. Mi piace quello che fa e gli ho chiesto molto semplicemente “Beh, non hai un paio di tracce che hai fatto e che non usi?” e lui ha risposto “Sì”. Siamo stati nel suo studio vicino al mare, un posto bellissimo, abbiamo passato un’intera giornata ad ascoltare le canzoni. Alla fine, ha detto “Ok, puoi usare due brani. Te li cedo per il tuo album”. Sono stato molto fortunato a poter fare ciò, mi sono sentito completamente libero. Mi ha dato il suo demo e poi ho fatto quello che volevo fare ma, prima di pubblicare l’album, gli ho lasciato ascoltare il risultato finale.

La tua esperienza con i Machiavel ti ha portato in giro per il mondo, c’è un concerto o un luogo in particolare che ricordi particolarmente?

Sì, ci sono stati molti concerti in cui abbiamo avuto un enorme successo in Belgio, sai, abbiamo suonato in posti enormi, davanti a sei o settemila persone, abbiamo avuto un grande successo nel mio paese. Poi ho molti ricordi anche di quando abbiamo suonato in Francia di supporto ad Alice Cooper. Abbiamo fatto un sacco di concerti in Olanda ed anche in Germania. Il mio miglior ricordo di quel periodo potrebbe essere quando siamo andati a promuovere “Fly”. Ci siamo divertiti, avevamo una casa e vivevamo lì insieme, tutta la band in una casa. Mi sentivo un po’ come un hippie. Ho un solo rimpianto, poter mostrare quello che vedi a mio padre. Ora è morto e avrei voluto fargli sapere della mia pubblicazione in Italia, non abbiamo mai pubblicato un album lì ed ora l’abbiamo fatto.

Hai in programma qualcosa con i Machiavel?

Posso dirti di sì, stiamo finendo un album. Mancano alcuni cori e il mixaggio, dovrebbe uscire entro marzo del 2022.

Raccontami un po’ della tua esperienza con Classic 21, la radio che hai creato e di cui non sei più direttore dal 2019, perché l’hai lasciata?

Sì, è una radio orientata sul rock classico. Abbiamo avuto un grande successo perché è stata la prima radio a trasmettere quel tipo di musica in Belgio. Abbiamo iniziato nel 2004, quindi 17 anni fa e l’ho lasciata perché sono andato in pensione. È stato tutto a causa della mia età, ma ho ancora il mio show ogni domenica mattina. Sono molto contento perché la radio ha ancora successo oggi.

In base alla tua lunga esperienza, come vedi cambiata la percezione della musica da parte degli ascoltatori?

Beh, le persone sono cambiate in 40 anni. Inoltre, penso che il cambiamento nel mondo della musica sia avvenuto molto profondamente. Penso però che andrà tutto bene se fai buona musica. Ma oggi hai centinaia e centinaia di possibilità, negli anni ’70 non avevamo niente. Oggi hai tutte le piattaforme di streaming, Spotify, Deezer, YouTube, SoundCloud e così via. Poi puoi fare un album in camera tua e con i social network puoi far conoscere la tua musica da tutto il mondo, cosa assolutamente impossibile quarant’anni fa. Ma cosa non è cambiato? Il pubblico, quando viene ad un concerto, è molto entusiasta e urla, gli spettatori sono felici di essere lì.

Verrai a suonare in Italia?

Sì. Se qualcuno mi chiedesse di venire lo farò. Saremo assolutamente a suonare ad un grande festival da qualche parte in Italia, ma non so ancora dove. Non ho ancora i dettagli, ma se ci sarà la possibilità, ovviamente, farò un paio di concerti da voi e sarà una grande gioia per me. Sono stato molto fortunato con questo album, ho con me grandi musicisti e finchè vivremo suonerò con quella band.

Grazie mille, vuoi aggiungere qualcosa per concludere questa intervista?

Ok, beh, dico solo una cosa. È la prima intervista che faccio sul mio album solista ed è la prima intervista che faccio per l’Italia in assoluto. Sono molto felice di questo incontro con te e ti ringrazio molto che apprezzi la mia musica!

MARCO PRITONI

** ENGLISH VERSION **

On the occasion of the release of his first solo album “Back to Avalon”, I had the pleasure of interviewing Marc Ysaye, Belgian singer-songwriter and voice of Machiavel (the most popular prog band in Belgium), as well as director and creator of the national radio Classic 21 with which he promotes blues and classic rock.

Hi Marc, welcome to the pages of Tuttorock, how are you? On Friday 10th December your first solo album Back to Avalon will be released also in Italy, what does this title mean for you?

Hi Marco, thank you! Well, I mean, other than this coming from the legend of King Arthur, you know, Avalon is a place in my mind. In fact, it’s a place where I can be relaxed and cool with myself. It’s a place where I can hide and rest and try to be some way of a better man if I can.

The album has already been out for more than a year in Belgium, what feedback did you get?

It’s very complicated because it was released more than a year now. It’s going to be two years. My problem was the album was released one month before lockdown. The album was everywhere in the shops, but the shops were closed. The feedback was very positive but I love to play with the band and we couldn’t perform because everything was closed, I made four gigs and that’s it.

I guess “Rollin Machine” is the most popular song live, is that right?

Yes, it’s a good song, not the better song of the album, I think, but it’s very radio friendly. I mean, it’s kind of easy listening rock and when we played together with the band four times only we had good reaction of that song.

I like the whole album but if I had to choose a song I would say “What I deserve”, because of its meaning, each of us deserves his place in the world, is that right?

Yes, that’s it. That’s what it’s still about and it’s also talking about myself. That’s what I deserve, because I made it all about by myself. I made my own life with good things but also with not happy moments but that’s what I deserve.

On the album there is also an Eagles cover, “Bitter Creek”, why did you choose that song?

Why? Because I love the song. Sung by Bernie Leadon, who didn’t stay so long in the Eagles. And I did the song because I really loved it. That’s a beautiful song with beautiful lyrics. Some friends of mine did very beautiful backing vocals on the tracks and well, that I really loved. It is one of my favorite songs from the Eagles but nobody knows “Bitter Creek”.

Tell me a little about your collaboration with another great Belgian musician, Ozark Henry, when and how was it born?

Well, I mean, I was very lucky I could use some tracks from him. His real name is Piet Goddaer and he’s very, very famous in Belgium, but I think also in Italy. He published lot of records in Italy, he is still a very close friend of mine, but first of all, he’s a great musician. I like what he does and I asked him very simply “Well, don’t you have a couple of tracks you did and you don’t use?” And he said “Yeah”. And that’s been to his studio close to the sea, a beautiful place, we spent a whole day to hear songs. In the end, he said “Ok, you can use two songs. I give you two songs for your album”. I was very lucky I could do that, I was completely free. He gave me his demo and then I’ve done what I wanted to do with that but before we released the album, I let him listen to what I did.

Your experience with Machiavel has taken you around the world, is there a particular concert or place that you particularly remember?

Yes, there are a lot of shows where we had a very huge success in Belgium, you know, we played huge venues, six or seven thousand people, we had very big success in Belgium. So I have a lot of memories also when we played some gigs in France in support acts with Alice Cooper. We played a lot of gigs in Holland, Germany sometimes. My best memory of that period may be was when we went to promote “Fly”. We had a great time. We had a house and we lived there together, the whole band in a house. I felt like a hippie. And by the way, we had a great time over there. I have only one regret, being able to show what you see to my father. Now he is dead and I wanted to let him know about my release in Italy, we never released an album there and now we have.

Do you have anything planned with Machiavel?

I can say yes. We are just now ending an album. I think it will be completely finished with some backing vocals to do and mixing. I think it is going to be released into March.

Tell me a little about your experience with Classic 21, the radio you created and of which you are no longer the director since 2019, why did you leave it?

Yes, it is a classic rock oriented radio. We had a great success because it was the first radio doing that in Belgium. We started in 2004, so 17 years ago now and I left because I was retired. That’s all because my age, but I still have my show on Sunday morning. I’m very happy because the radio is still successful today here.

From your long experience, how do you see the listeners’ perception of music changed?

Well, people have changed in 40 years. And also, I think music business changed very deeply. But I think today it’s going to be okay if you do good music. But today you have hundreds and hundreds of possibilities, we had nothing in the 70s. You have all platforms of streaming Spotify, Deezer, YouTube, SoundCloud and so on. And so you can do an album in your own room and with social networks you let your music know from all the world, which was absolutely impossible fourty years ago. But what is not changed? I think it’s the audience when they come to a concert, they’re very enthusiastic and they scream, they’re happy to be there. That’s exactly the same as people today.

Will you come to play in Italy?

Yes. If anyone asks me to come, I will. We will absolutely be playing at a big festival somewhere in Italy, but I don’t know where yet. I don’t have the details yet, but if there is a chance, of course, I will do a couple of concerts in Italy and it will be a great joy for me. I was very lucky with this album, I have great musicians with me and as long as we live I will play with that band.

Thank you very much, do you want to add something to conclude this interview?

Ok, well, I just say one thing. It’s the first interview I do about my solo album and it’s the first interview I do in Italy ever. And so I’m very happy to have this meeting with you and I thank you very much that you appreciate my music!

MARCO PRITONI