LOUVREE – Intervista su “Il valzer delle pare”


Il 20 dicembre Lucrezia Mattioni, in arte “Louvree”, ha pubblicato il suo singolo d’esordio “Il Valzer delle Pare”. Con una produzione artistica firmata da Francesco Maria Gallo, compositore e autore di opere come Inferno e Orlando Opera Rock , il brano si distingue per la sua profondità emotiva e un’atmosfera musicale che fonde classicismo e modernità. Distribuito su tutti i digital store attraverso Tunecore, il singolo è una produzione dell’etichetta indipendente WedōLabel.
Ciao Lucrezia, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock, vuoi raccontarci come ti sei avvicinata alla musica?
In realtà un poco per caso, perché tutto è iniziato quando ero piccolina, avrò avuto circa una decina di anni, perché in realtà era mia sorella, più piccola di me di tre anni, che aveva voglia di cantare e lei voleva diventare una cantante famosa. Quindi, ho iniziato a cantare anch’io e poi ho scoperto che a me piaceva di più di lei, che poi ha abbandonato. E allora io sono andata avanti, ho frequentato il liceo musicale, e ho proseguito in questo discorso.
Quindi, hai fatto proprio degli studi sul canto?
Sì, ho fatto anni di studio sul canto prima di entrare al liceo, appunto dai 10 anni e ho studiato tanto. Poi ho studiato pianoforte per qualche anno prima di entrare al liceo. Ho studiato all’interno del Liceo e poi di adesso sono all’università, non faccio più studio più canto con delle lezioni, però ho fatto molti anni a farlo come studio.
E adesso sei iscritta all’università?
Sì, studio a Bologna, faccio il Dams.
Quali sono stati i tuoi primi ascolti? Quelli che hanno un poco formato la tua passione musicale?
Ho ascoltato tantissimo grunge, i Nirvana, i Pearl Jam, ascoltavo i Soundgarden, perché avevo il papà che era molto appassionato a quella musica lì e quindi tramite lui sono partita così, col grunge e col rock e poi anche durante la scuola dove studiavo, la mia mente era molto sul rock; perciò, in realtà sono partita con quello, poi con gli anni ho ampliato molto la mia gamma di ascolti e quindi anche di generi. Però la partenza è stata con quelle sonorità.
No, perché adesso quelle le canzoni che fai adesso sono, diciamo, molto diverse, evidentemente ti sei ispirata ad altro, giusto?
Diciamo che ci sono varie influenze rispetto ai miei primi ascolti ma, secondo me, si vede molto quali radici porto da quel periodo. Infatti, mi è piaciuto lavorare con Francesco proprio per questo, perché il suo approccio è ovviamente molto rock, cosa che, magari non è precisamente così per me, in questo momento della mia vita, ma che però trova motivo in quello che è stato il mio background musicale. La mia crescita iniziò con quel tipo di musica lì e proprio per questo mi è piaciuto lavorare con lui, ho mischiato un poco quella che era la mia origine di ascolti con quello che ascolto adesso, che invece è più sul cantautorato e sulla scena italiana, il pop e l’indie del momento, insomma.
Tipo?
Io sono una grandissima fan di diversi artisti come Willie Peyote.
Comunque, anche il grunge, vediamo i Nirvana, parlava di queste tematiche, come nei tuoi testi che trattano di disagio e cose del genere, cosa ne pensi?
Assolutamente sì, diciamo che a me piace molto la scena, soprattutto. Mi piace quando la musica dice qualcosa, faccio fatica ad ascoltare solo la trama, io mi concentro prevalentemente su cosa dice un pezzo, se una canzone mi piace, mi deve piacere il testo. Ho bisogno di quell’importanza lì, nelle parole, nel testo e quando la canzone manda un messaggio politico sociale, per me è il top, è assolutamente la missione compiuta.
Quindi usi, usi il pianoforte per comporre?
Sì, suono il pianoforte, diciamo che ci metto le mani, non lo uso per suonare, ma prevalentemente per scrivere.
Nella composizione tu cosa fai? Arriva prima il testo, poi la musica? Poi ci unisci la melodia?
Dipende, non c’è una regola precisa, in realtà è una cosa molto spontanea, perché non riesco a mettere giù e scrivere un testo unico, cioè, è più in tanti momenti, in diversi momenti, quando non sto pensando a quello, mi viene in mente una frase, delle parole, così la riporto, me la scrivo. E poi c’è un momento in cui dico, ok, uniamo queste frasi e magari viene fuori il senso di una canzone, però è un dizionario cui attingo un poco per volta.
Ok, ascolta adesso per ora hai fatto due canzoni, no? Due singoli, ecco la.
Esatto, sì.
Entrambi parlano, l’ultimo, in particolare, di sentimenti, di disagio, di quello che si prova in mezzo al mondo, è questo che volevi trasmettere?
Sì, esatto, esatto, parlano un po di questo, a dire il vero il primo che ho scritto ero anche un pochino più piccolina, non che adesso, in realtà, sia in effetti una donna vissuta. Però sì, tendenzialmente si tratta di una scrittura che viene a seconda di quello, di come mi sento in quel mentre, delle cose che penso, della coscienza che ho in quell’istante.
No, nel senso dai, magari chi l’ha. Che si approccia alla tua musica così potrai vedere insomma vent’anni, bella ragazza e tutto. Quali? Quali problemi invece? In realtà poi problemi ci sono per tutti, no?
Eh sì, io penso che a ogni singola età, cioè magari ogni tanto il vizio delle persone, non so di considerare meno i problemi a seconda dell’età che si ha. Non lo so, man mano che si cresce, si sente sempre dire “avessi ancora i problemi che avevate voi a 15, 16 anni, poi a vent’anni, poi a trent’anni”. Insomma, però penso che ogni età abbia le proprie emozioni e i propri problemi ed è estremamente soggettivo e quindi ognuno ha diritto di avere le sue emozioni all’età che ha, di avere le emozioni all’età che ha.
Quella nuova è molto personale, no? “Il valzer delle pare” mi sembra che parli di una situazione, di un sentirsi molto personale, no? Più che di politica e della società, di quello che ci circonda?
Esattamente, voleva essere uno sfogo, per il fatto che esistono tante, tante ansie, soprattutto in questo mondo di adesso che, nonostante noi giovani abbiamo tutto, noi ragazzi abbiamo la possibilità di fare tutto, ma se rispetto a prima, dove si avevano meno possibilità, adesso le mille possibilità in più creano un poco una sorta di indecisione, no? In questi anni, è talmente tanto veloce che è una continua rincorsa, rincorsa contro il tempo; e quindi questa cosa genera delle ansie che spesso sono sottovalutate secondo me, perché si dice: “Ah, voi che adesso avete un sacco di possibilità, un sacco di cose da potere fare”. È verissimo, ci sono tante possibilità da sfruttare, però è anche difficile sgomitare in questo mondo adesso, e si creano tante, tante paranoie.
Vedi, anche se la canzone diciamo e personale ha un primo approccio, riflette anche quello che il mondo che ti circonda.
Assolutamente sì, sì, è propriamente personale per i motivi per cui l’ho scritta, per il periodo della vita in cui l’ho creata. Ma penso sia anche la mia visione del mondo, in modo tale che poi ognuno la interpreti soggettivamente, che è poi, secondo me, quello che dovrebbe fare la musica, no? Lasciare a ogni singola persona che l’ascolta la propria interpretazione, che proietti la propria emozione su ciò che cerco di fare ascoltare io, ecco.
E questo è quello che volevi trasmettere con “Il valzer delle Pare”?
Esattamente sì, sì. Volevo raccontare nel piccolo la mia esperienza, ma più che la mia singola esperienza, ma soprattutto che gli altri si ritrovino la loro.
Bene, ascolta, ma il mio amico Francesco Maria Gallo come è entrato in tutto questo?
Allora Francesco, in realtà è entrato completamente per caso ed è stato molto bello e molto carino; l’ho conosciuto una sera, perché io lavoro a Bologna mentre studio, come cameriera in questa pizzeria ristorante, dove lui è un cliente abbastanza abituale. Viene spesso con la sua band e quindi era rimasto una sera di più, e, alla fine, abbiamo chiacchierato assieme e gli ho fatto sentire il primo pezzo, partendo da lì abbiamo detto, “dai, perché non lavoriamo assieme?”.
Quindi per caso? Insomma, è stata proprio un’occasione presa al volo.
Sì, sì. Esatto, però. Un incontro casuale, che poi, visto che la canzone gli è piaciuta, abbiamo deciso di lavorare assieme. È stato un privilegio, anche perché poi la prima canzone che è uscita, l’avevo fatta in una cantina con un mio compagno di liceo. È stata una produzione molto amatoriale, mettiamola così, tutto fatto da ragazzi che stavano imparando a suonare e a maneggiare le produzioni e quindi lavorare con Francesco è stato veramente interessantissimo e molto diverso, perché lavorare con un professionista, è tutta un’altra cosa. Ho visto quello che è il mondo degli adulti, dei professionisti, perché Francesco è una persona molto, ma molto competente, che ha capito al volo, che ha dato tantissime idee, che ha fatto un lavoro straordinario per la produzione.
Assolutamente bene, ascolta, quindi adesso hai fatto due singoli, progetti futuri?
Adesso vedremo, vedremo se riusciamo a lavorare magari su qualche altro singolo con Francesco e vediamo un poco cosa succede. Non saprei bene esattamente al momento, perché appunto, tornando al discorso, l’idea sarebbe quella di fare un EP. Vediamo come procede in generale, proprio per come dicevo prima, delle 1200 possibilità per vivere al giorno.
Ascolta, per finire, parliamo di palco, hai delle date per cantare dal vivo? Aspetti di avere dei pezzi in più?
Allora, per ora no. Perché appunto, esatto, aspetto di avere dei prezzi in più. Ho cantato, è capitato anni fa dei concerti, ma non da sola e in contesti scolastici. Quindi no per il momento, concerti singoli miei non ne ho in programma, aspetterei di avere qualche altro singolo, anche perché io non sono una super fan delle cover, faccio un poco fatica a cantare le cover, non perché non mi piaccia, ma perché non mi sento un’ottima interprete. Ho sempre paura di non rispettare quello che ha significato dell’artista; quindi, sono più a mio agio a cantare le mie cose.
Va bene, ascolta, se non hai altro da aggiungere, ti auguro un buon proseguimento.
Grazie 1000, grazie, grazie anche della possibilità.
MAURIZIO DONINI
Band:
Lucrezia Mattioni, in arte “Louvree”
Crediti :
Titolo: “Il Valzer delle Pare”
Artista: Louvree (Lucrezia Mattioni)
Produzione Artistica: Francesco Maria Gallo
Etichetta Discografica: WedōLabel
Distribuzione: Tunecore
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.