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LEYLA EL ABIRI – Intervista alla cantante genovese

LEYLA EL ABIRI – Intervista alla cantante genovese

Leyla El Abiri, è una poliedrica performer, autrice dei suoi brani, nata a Genova nel 1999. Pubblica dicembre 2018 “Caffè”, un brano caratterizzato da sonorità di matrice anglosassone, fuori dalle mode dello stivale, nonostante i testi in italiano. Partecipa al Rock Contest Controradio 2019 e arriva tra i 6 finalisti su oltre 600 partecipanti. Si è esibita al GoaBoa Festival 2019 con Calcutta, Mecna e Giovanni Truppi e nel 2020 come opening act per Motta.

Buongiorno Leyla, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Sei molto giovane, come ti sei avvicinata alla musica? Autodidatta o hai preso lezioni di canto?
Ciao Tuttorock, piacere mio! In realtà non mi sono mai “avvicinata” alla musica, è sempre stata presente da quando mi ricordo di esistere, in modi diversi, ma sempre presente. Non ho mai preso lezioni di canto.

Trovo molti artisti, anche giovani come te, bravissimi, che vengono da Genova. Città che ha anche una lunga storia di grandissimi autori, la tua generazione si può collegare a quella del passato? Esiste una forma ‘Genova’ come, per esempio, troviamo in altre città famose per la musica?
Ho sempre provato sentimenti contrastanti per la mia città natale, ma più cresco e più mi rendo conto di quanto sia incompatibile con me, potrei parlare per ore di questo. Genova ti dà poche opportunità, non ti aiuta, le belle iniziative muoiono sul nascere ed è veramente difficile per un genovese intraprendere una carriera artistica. Genova è tanto bella quanto triste, ma è per questo che è piena di musica e lo è sempre stata. Se esiste una forma “Genova” in ambito musicale come troviamo per altre città italiane, credo che questa sia la caratteristica che più accomuna i musicisti genovesi: la malinconia che questa città ti trasmette.

Bigiotteria cosa vuole esprimere con il suo testo? Si contrappone ai gioielli? E’ un’allegoria dei rapporti umani?
Non amo spiegare il significato dei miei testi, preferisco leggere le interpretazioni degli altri, mi incuriosiscono. Quello che posso dire è che quando ho scritto Bigiotteria pensavo alla quantità di anelli, orecchini e collane di scarsa qualità che ho comprato nel tempo, spesso diventano orrendi, ma qualche volta mi dispiace buttarli. È sicuramente una metafora dei rapporti umani.

L’idea di inserire il mellotron nella trama musicale di Bigiotteria come è nata? Si tratta di uno strumento molto ostico da usare.
Mi sono innamorata dei suoni del mellotron quando me lo sono ritrovata davanti, è stato amore a primo ascolto. In Bigiotteria è protagonista, nel resto dell’EP meno, ma comunque presente e importante. È uno strumento romantico, nostalgico e riassume perfettamente l’atmosfera che volevamo creare.

Il Rock Contest, di cui siamo partner, e il GoaBoa che abbiamo sempre seguito, sono due festival importantissimi, che esperienza è stata?
ll concerto del GoaBoa Festival 2019 a cui ho avuto il piacere di partecipare è stato il mio primo concerto di quel livello. Ero molto emozionata, è stata una bellissima esperienza, lo stesso vale per la serata del 2020. Ho la fortuna di suonare dal vivo accompagnata da una band di bravissimi musicisti (i Banana Joe: Fulvio Masini, Emanuele Benenti, Andrea Gnisci) che hanno il potere di farmi sentire a mio agio sempre. Per quanto riguarda il Rock Contest, credo sia uno dei contest musicali più riusciti che ci sia in Italia. L’atmosfera è bellissima e accogliente, consiglio a tutti di partecipare!

Pur in uno scenario tuttora incerto, progetti futuri? Dopo due singoli cosa possiamo aspettarci?
Ho terminato il mio EP! Ci ho lavorato nell’ultimo anno e mezzo insieme a Fulvio Masini, il mio produttore, che ha dedicato tantissimo tempo e passione a questo progetto. Non so ancora dire quando uscirà, solo che sono molto soddisfatta del risultato.

Un artista con cui ti piacerebbe lavorare?
Zucchero!

MAURIZIO DONINI

Fb: https://www.facebook.com/leylaelabirimusic
Instagram: https://www.instagram.com/leylaelabiri