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LEO MECONI – Il nuovo singolo “Angels & Outlaws”

LEO MECONI – Il nuovo singolo “Angels & Outlaws”

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In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Angels & Outlaws” (Azzurra Music) ho ritrovato, dopo qualche mese, Leo Meconi, chitarrista e cantautore bolognese giovanissimo (classe 2004) che ha già tanto da raccontare. A soli 12 anni è stato invitato sul palco di San Siro da Bruce Springsteen in persona per suonare con lui, ha aperto un concerto di Dodi Battaglia che è diventato un po’ suo “mentore artistico” e che ha curato la produzione artistica del suo primo album di inediti. Di recente ha partecipato alle audizioni di X Factor 2020, emozionando i giudici e arrivando fino ai “Last Call”.

Ciao Leo, bentornato su Tuttorock, come stai?

Ciao Marco, grazie, tutto bene nonostante il periodo, ora sono a casa anche perché ci troviamo di nuovo con la didattica a distanza.

È uscito da poco questo tuo nuovo singolo, “Angels & Outlaws”, com’è nato il brano e da cosa è stato ispirato?

Ho scritto il brano tra aprile e maggio, verso la fine del lockdown. Era nata come canzone molto lenta solo chitarra e voce, poi abbiamo cercato, in produzione, di renderla più veloce e moderna, dandole una ritmica più pop. Parla del periodo che stiamo vivendo, della situazione in Italia, mi sono ispirato ad altre canzoni che già erano uscite durante il lockdown. Il titolo mi è venuto in mente guardando il video sul web di quel ragazzo in spiaggia inseguito dalla polizia, ho preso spunto da esso ed ho pensato che, un gesto prima considerato normale, come una corsa in spiaggia, è di colpo diventato un comportamento fuorilegge, da qui il titolo “Angeli e Fuorilegge”.

Hai scritto prima il testo o la melodia?

Devo dire che entrambe le cose sono arrivate abbastanza insieme, avevo questa melodia in testa e di conseguenza ho scritto di pari passo il testo. Poi abbiamo aggiunto varie parti melodiche, come il riff di voce che c’è all’inizio e nei ritornelli, che ho scritto direttamente in studio.

La tua pronuncia inglese è molto precisa e accurata, hai fatto qualche corso particolare o è frutto della tua passione per la musica internazionale?

In realtà nasce un po’ da entrambe le cose. Prendo anche lezioni di inglese con un insegnante privato, le canzoni internazionali mi hanno aiutato tanto, guardo film in inglese e ciò mi ha aiutato molto nella pronuncia.

Quali sono gli artisti di oggi che più ti piacciono?

Ascolto tanta musica in generale ma tra i miei preferiti ci sono Ed Sheeran, Shawn Mendes, Lewis Capaldi, loro sono quelli più vicini al mio mondo pop folk o folk moderno. Poi, riguardo alla produzione in studio sto prendendo spunto da altri artisti come Martin Garrix e Justin Bieber, insomma, ascolto davvero tante cose.

Immagino tu abbia ascoltato anche il nuovo album di Bruce Springsteen…

Ovvio, quello l’ho ascoltato subito (ride – ndr).

Riguardo a Bruce Springsteen, l’hai più sentito dopo quella volta in cui ti chiamò sul palco?

In realtà no, però l’ho incontrato pochi giorni dopo quell’episodio a Roma e l’ho rivisto nel 2018 a novembre quando andai a vederlo a Broadway. Lo incontrai lì fuori e mi disse: “Da quanto tempo! È bello vederti qua!”. Fu molto carino anche in quella occasione.

Quanto ha influito sul tuo modo di suonare e sul tuo modo di affrontare il mondo della musica quella tua esperienza sul palco con “The Boss”?

È stata un’esperienza bellissima che non scorderò mai, mi sembra una vita fa, avevo 12 anni quindi ero molto più piccolo, mi ha ispirato anche per iniziare a scrivere canzoni, una delle prime è stata “Guitar Man”, che era la definizione che lui diede di me, mi ha ispirato molto nel modo in cui si pone verso il pubblico nei live. Punto ad essere vicino a lui come approccio sul palco.

Ti faccio un altro nome, Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh, cosa significa per te?

L’ho conosciuto sempre nel novembre del 2018, mi chiamarono e mi dissero che c’era Dodi in studio che mi voleva conoscere, solo che io in quel momento ero a New York per lo spettacolo di Springsteen di cui ti parlavo prima. Appena tornato, il pomeriggio stesso lo conobbi, gli erano piaciute alcune mie canzoni e decise di produrle insieme a me. È stata una bella esperienza stare in studio con lui a lavorare molto tempo sui miei pezzi, inoltre ha aggiunto molte parte di chitarra ai brani dell’album “I’ll Fly Away” uscito quasi un anno fa, mi ha insegnato tantissimo.

Mi dici qualcosa della tua formazione musicale?

Ho iniziato a studiare la chitarra quando avevo 7/8 anni e, poco dopo, verso i 10/11 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto. Mi divertivo però già da molto prima a strimpellare per finta la chitarra e a canticchiare.

Questo nuovo singolo sarà contenuto in qualche EP o LP?

Ancora non abbiamo deciso bene ma l’idea è di fare uscire un altro singolo e poi lavorare su un LP che in realtà ho già quasi pronto, scalpito un po’ ma dobbiamo rispettare i tempi.

Quanto senti la frustrazione di non poter suonare dal vivo in questi tempi?

È un problema molto grande, da febbraio siamo fermi, quest’estate ho fatto qualcosa ma molto meno rispetto a prima del lockdown. Non vedo l’ora di tornare a suonare su un palco ma intanto si lavora a quello che si può fare, continuo a scrivere e a registrare, per questo ho un album quasi pronto, durante il lockdown scrivevo in continuazione.

Tu preferisci quindi attendere che si possa ritornare sul palco piuttosto che fare live in streaming?

Ovviamente la sensazione di stare al concerto liberi come uno o due anni fa è bellissima, dipenderà da quanto non si potranno fare, se questo tempo sarà troppo allora ripiegheremo su situazioni alternative. Io, dal mio punto di vista, preferisco concerti dove si sta spalla a spalla, quindi attendo.

Il sogno musicale più grande che hai?

La sparo un po’ grossa, il mio sogno più grande sarebbe fare un mio concerto a San Siro.

Vuoi salutare chi ha letto fin qui l’intervista e invogliarlo ad ascoltare la tua musica?

Sono Leo Meconi e mi trovate su tutte le piattaforme digitale e sui social, lì trovate la mia musica, vi consiglio di ascoltarla, ciao!

MARCO PRITONI