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LABRADORS – La band milanese presenta il nuovo album “Retriever”

LABRADORS – La band milanese presenta il nuovo album “Retriever”

In occasione dell’uscita del loro quarto album, “Retriever”, ho avuto il piacere di intervistare i Labradors. Il progetto nasce nel 2010 a Milano, inizialmente come proseguimento della precedente band di Pilli (voce e chitarra), i Suinage, sciolti nel 2009. Il trio, composto da Pilli Colombo, Fabrizio Fusi (basso e voci) e Filippo Riccardi (batteria), assume presto un’identità propria creando un’estetica in cui confluiscono influenze power pop, punk, indie ed emo anni ‘90, senza volersi incasellare in una scena specifica, ma cercando una strada personale. Nel corso degli anni la band ha prodotto tre album full length, “Growing Back” (Il Verso Del Cinghiale, 2013), “The Great Maybe” e “Future Ghosts”(To Lose La Track,  rispettivamente 2016 e 2018), una manciata di EP e partecipazioni a compilation. Qualche centinaia di live, tra cui gli opening a gruppi come Ash, Fucked Up, Fast Animals And Slow Kids, …And You Will Know Us By The Trail Of Dead, FIDLAR, Gazebo Penguins, Urge Overkill, Jeff Rosenstock e molti altri.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, parliamo subito di questo vostro quarto album, “Retriever”, uscito lo scorso 12 gennaio. Che riscontri state avendo?

Ciao! Grazie per ospitarci! “Retriever” è fuori da poco ma stiamo avendo un sacco di riscontri positivi, siamo molto contenti di come sta andando.

Ho apprezzato moltissimo il disco e se dovessi scegliere un brano su tutti direi “Anger Management Plan n. 327”. Voi, la prima volta che avete riascoltato questo vostro nuovo lavoro, vi siete detti a proposito di un brano: “Questa ci è venuta proprio bene”?

Grazie! Devo dire che quando Davide e Andrea (EDAC Studio) ci hanno mandato il mix di “Ada’s Apartment”, brano che chiude il disco, siamo rimasti a bocca aperta. Tutti e tre abbiamo esclamato “DAAAAMN”.

Raccontatemi un po’ la genesi dei brani, da cosa siete partiti e come avete affrontato il processo di registrazione?

Tanti di questi brani sono nati come demo caserecci. Ci siamo accorti del gran potenziale e siamo arrivati in studio con le idee più chiare che mai. Avevamo bene in mente come avrebbe dovuto suonare il tutto e grazie ai ragazzi di EDAC, ormai sul pezzissimo, abbiamo ottenuto esattamente quello che cercavamo per “Retriever”.

Le vostre influenze sono molteplici e il vostro sound spesso riporta gli ascoltatori agli anni 90, c’è qualche band o qualche artista di oggi che ammirate particolarmente?

Tra i gruppi di oggi che sentiamo più affini, sia come spirito che come sound, citerei Jeff Rosenstock, Young Guv, Supercrush e gli Hurry. Tutti progetti che amiamo molto e con cui sentiamo di condividere una certa filosofia.

La vostra storia nasce nel 2010, avete qualche rimpianto o rifareste tutto allo stesso modo?

Come dice Pezzali: nessun rimpianto, nessun rimorso. Tutto quello che abbiamo fatto è stato fortemente voluto e sentito. Certo, tornando indietro si vorrebbe sempre cambiare qualcosina.

Il vostro nome e il titolo di questo nuovo disco hanno origini canine, come mai?

Perché siamo inguaribilmente pet friendly. Inoltre, ci piaceva che “Retriever” suonasse un po’ come “Repeater” dei Fugazi. La sfida ora è trovarci su Google, sta diventando sempre più difficile.

Un vostro concerto che ricordate in maniera particolare?

La data all’Alcatraz con i Fast Animals and Slow Kids certamente. Non avevamo mai suonato davanti a tutta quella gente, una grande emozione!

Un palco, una città, un paese nel quale vorreste suonare?

Primavera Sound, Barcellona. Palco Ray Ban.

A proposito di live, avete qualche data in programma?

Stiamo fissando ora un po’ di date per la primavera / estate. Non vediamo l’ora!

Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Grazie mille a te! Speriamo di vedervi presto sotto un palco, nel frattempo ascoltate la nostra musica e supportateci! E fanculo a Eric Clapton!

MARCO PRITONI