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LA TRAPPOLA DI DALIAN – Intervista alla punk rock band torinese

LA TRAPPOLA DI DALIAN – Intervista alla punk rock band torinese

Ho avuto il piacere di intervistare Sofia (Sophia) Cazzato, cantante della punk rock band La Trappola di Dalian, che ha da poco pubblicato l’album d’esordio “Oltre il click” (Sette AFK Label).

Ciao Sophia, benvenuta su Tuttorock, come sta andando il vostro album d’esordio?

Ciao Marco. Per il momento tutto procede per il meglio. Forse è ancora troppo presto per tirarne le somme. Abbiamo ricevuto diversi feedback positivi, sia da amanti del genere, sia da persone che ascoltano tutt’altro. Dovrebbe essere positivo, giusto?

“Oltre il click”, un titolo nato da cosa?

Eravamo nel circolo ARCI che frequentiamo da un po’ di anni ed abbiamo visto un volantino di una mostra intitolata “Oltre il click”. Presi dal momento, essendo anche un po’ alticci, abbiamo pensato che, per quello che avremmo voluto trasmettere con il nostro album, sarebbe stato il nome perfetto. “Oltre il click ha una duplice valenza. Da una parte vuole essere un manifesto dell’andare oltre le apparenze che fortemente ci condizionano nella quotidianità. Siamo ossessionati dai like, dai follower e dalle visualizzazioni, forse sarebbe meglio focalizzarsi su altro, su qualcosa di più concreto. Ecco perché i nostri brani propongono tematiche che spesso e volentieri si fa fatica a digerire, si tengono nascoste sotto il velo dell’ostentata vita perfetta.   “Oltre il click” per noi significa anche andare oltre l’utilizzo del PC e dei software che comunque ci hanno aiutati a mantenere vivo il nostro progetto. Andare oltre il click di un computer era quello che più desideravamo: durante questi ultimi due anni vissuti tra le mura delle nostre case senza potersi vedere per comporre, provare, suonare, è stata dura.

Melodie allegre che contrastano con testi piuttosto duri, avete scelto questa linea per dar più leggerezza alle parole?

Sì, esatto! Le liriche affrontano temi che potrebbero risultare a tratti “ingombranti”: il disturbo bipolare ne è un esempio. Ad ogni modo, se avessimo scelto melodie tristi, melense, non saremmo stati noi stessi.

Suonare per noi significa anche divertirsi e ci piace fare rock/punk, a modo nostro. Si possono fare entrambe le cose: raccontare storie di un certo peso e fare quello che più ci piace.

Di chi è stata l’idea e chi ha girato il video di “Rossetto Veleno”?

Il video di “Rossetto Veleno” nasce da una serie di idee estrapolate dalla concettualità delle sue liriche. Di solito collaboriamo con il nostro produttore che partecipa attivamente alla riuscita dei nostri video musicali. Il videoclip, infatti, è stato girato dal suo staff, Sette AFK team. Ci piaceva l’idea di “una storia nella storia”, come se fosse una matrioska: da una parte ci siamo noi, protagonisti di un sabato sera qualunque, in cui il cliché post pandemia del cibo da asporto e dalla playstation, si scontra con la libertà del voler fare festa assieme ad un gruppo di amici; dall’altra la storia d’amore non corrisposto tra i nostri due giovani attori, Giorgio Pari e Sara Palmas. Un amore platonico che ti distrugge ancora prima che abbia inizio: nonostante si vedano alcune scene in cui la nostra attrice è intenta a truccarsi, facendosi bella per uscire a fare baldoria, il suo trucco assumerà delle colorazioni bluastre, tipiche della cianosi da avvelenamento, poiché non è corrisposta. Il malessere interiore si manifesta attraverso il trucco che cambia appunto tonalità.

Quando e come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti in diverse circostanze. Io e Drake (batterista) ci siamo conosciuti anni fa poiché collaboravamo in un’altra band. “La Trappola di Dalian” nasce dalla nostra esigenza di voler creare un nuovo progetto con degli obbiettivi ben precisi e così ci siamo messi alla ricerca di nuovi musicisti.

Tramite un annuncio su Facebook, abbiamo trovato Spa, il bassista. Poco tempo dopo, Lollo ha risposto ad un annuncio che Drake aveva postato su un portale di soli musicisti. Ed eccoci qua.

Raccontami la storia del nome della band.

Non è stato facile trovare il nome della band. All’inizio sono saltati fuori nomi assurdi! Poi ci siamo chiesti quale fosse la nostra costante. Sicuramente non avremmo potuto chiamarci “My Chemical Romance” (ride – ndr), seppure ci piacessero molto ed abbiamo cominciato a suonare i loro pezzi prima di trovare la nostra identità. Dalian era il cane di Drake ed era diventata la nostra mascotte. Era molto diffidente ed entrare in cortile, adiacente alla nostra sala prove, non era certo un gioco da ragazzi. Ci si sentiva quasi in trappola. Parliamo al passato perché purtroppo è mancata nel 2020 e probabilmente è stato giusto che la nostra band la ricordasse così.

Cos’è per voi la musica?

Per noi la musica è una valvola di sfogo. Qualcuno l’ha definita una sorta di rivalsa sociale ed è vero. Non eravamo le regine/i re del ballo al liceo ma crediamo fortemente che la musica sia un potente strumento per farsi sentire, per essere notati. O almeno…questo è quello che sappiamo fare meglio!

Avete qualche data in programma?

Certo ma per il momento è tutto in fase di riprogrammazione. Purtroppo siamo partiti in ritardo avendo avuto il covid di mezzo qualche mese fa. Stiamo rimediando e qualcosa è già in pentola.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Grazie a te, Marco. Grazie per il tempo che ci hai dedicato. Seguiteci sui nostri social di Facebook ed Instagram per rimanere aggiornati sulle date future e sulla prossima uscita. Abbiamo qualcosa in serbo per la fine di maggio. Se volete sostenerci, potete seguirci su YouTube attivando la campanellina per non perdere le news.

MARCO PRITONI