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JAY PERKINS – Intervista a Paolo Cattaneo

JAY PERKINS – Intervista a Paolo Cattaneo

jay perkins

In occasione dell’uscita del loro primo album “RELEASE” ho intervistato la band JAY PERKINS.

Buongiorno Paolo, leggendo la vostra biografia l’impressione è che proveniate da due mondi musicali abbastanza diversi, quali sono stati i vostri primi ascolti?
Sigur Ros, Mum, Radiohead, Antony and the Johnsons, Mogwai, prima di scoprire l’elettronica nord-europea.

Come è avvenuto l’incontro e la decisione di dare il al progetto Jay Perkins?
Ho conosciuto Giovanni nel 2017, avevo l’esigenza di iniziare ad affrontare in modo approfondito il mondo dei synth e l’elettronica analogica dopo aver concluso l’ultimo tour come cantautore. In quell’occasione abbiamo scoperto che i nostri differenti percorsi artistici potevano unirsi in un nuovo magma sonoro, mescolando sintetizzatori analogici e modulari, devices digitali e apparecchiature elettroacustiche. La prima sessione di improvvisazione ha generato molti brani dell’album e di conseguenza è nato il progetto Jay Perkins.

Ascoltando Release ho visto diversi tipi di sound, dall’ambient elettronico puro a pezzi dove si trovano percussioni e cori tribali che ricordano i suoni dell’Africa, è corretta la mia impressione? 
La contaminazione è l’elemento principale del progetto, insieme alla libertà. Africa, Medio Oriente, Asia del Nord hanno incontrato l’Europa del nord e dialogano creando una colonna sonora lontana da territori definiti.

Avete voluto seguire un concept specifico nella realizzazione del disco?
I brani sono tutti frutto di improvvisazione dove la creatività mia e di Giovanni trova massima libertà e sperimentazione.  Non abbiamo seguito un concept specifico, ma lo abbiamo definito dopo aver prodotto i brani frutto dell’improvvisazione.

Come si svolge il processo creativo al vostro interno, vi dividete ruoli e compiti?
Non ci sono ruoli e compiti predefiniti, cerchiamo di dialogare liberi da ogni schematismo compositivo. Sicuramente la melodia e l’armonia sono parte del mio percorso musicale cantautorale mentre il ritmo e il groove di Giovanni.

Il video del singolo estratto è molto bello, darete importanza anche al visual nello spettacolo che porterete in tour sui palchi assieme alla musica?
Il nostro suono è molto cinematografico e di conseguenza il visual che accompagna il sound è molto importante. La danza e il cinema ispirano e si lasciano ispirare da Jay Perkins. Nei prossimi concerti daremo ancora più importanza al visual.

Avete ascoltato musicisti interessanti ultimamente?
Ólafur Arnald, Nils Frahm, Jon Hopkins, Max Richter e Johan Johansson. Sempre attuali e interessanti.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Giovanni Battagliola: sintetizzatori modulari, camponatore, tempest, elettronica
Paolo Cattaneo: sintetizzatori analogici, rhodes, basso, elettronica

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jay perkins cover