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ISKRA MENARINI – Intervista alla storica vocalist di Lucio Dalla

ISKRA MENARINI – Intervista alla storica vocalist di Lucio Dalla

In occasione dell’uscita dell’album “Lucio dove vai? Io sono qui” (PlayAudio/Azzurra Music), ho avuto il piacere di intervistare la cantante Iskra Menarini.

Iskra nasce a San Felice Sul Panaro da padre francese e madre italiana. Il nome Iskra ha il significato di scintilla e, in senso figurato, talento, bravura, dono. Per 25 anni al fianco di Lucio Dalla come corista in studio e in tour, debutta come solista nel 2009, partecipando al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Il brano in gara è “Quale amore”, musica di Roberto Costa con testo di Marco Alemanno e Lucio Dalla, che la accompagna sul palco come padrino. Vanta molte collaborazioni con importanti artisti come Zucchero Sugar Fornaciari, Biagio Antonacci, Luca Carboni, Andrea Mingardi, Gianni Morandi, Ron, Patty Pravo, Pasquale Panella e con Renato Serio, Peppe Vessicchio, Beppe D’Onghia, Roberto Costa e Samuele Bersani. Da oltre quarant’anni sui palcoscenici è riuscita a circondarsi di una affettuosa aura di stima e grande considerazione per il suo talento. Talento che il pubblico ha assorbito in modo gentile, sapendolo riconoscere nella sua grandezza sia quando era nel ruolo di pura vocalist che nelle occasioni soliste che hanno lasciato il segno.

Ciao Iskra, bentornata su Tuttorock, parlami un po’ di questo tuo nuovo album, “Lucio dove vai? Io sono qui”, quando hai deciso di dedicare un album al grande Lucio Dalla?

Ciao Marco! È un piacere per me, poi io vengo dal rock, mi vestivo in maniera molto particolare, adesso molti ragazzi lo fanno per moda ma allora era una cosa sincera. Mi ricordo quando andammo a Roma al Piper, erano tutti con delle giacche strane, è passato tanto tempo, adesso ho 76 anni, non mi dici “ma che voce da giovane hai?” (ride – ndr).

La musica mantiene giovani!

Riguardo a questo disco, il progetto mi è stato proposto dall’etichetta Azzurra di Marco Rossi, ho detto subito sì, poi abbiamo registrato tutto allo studio San Luca Sound, è stato davvero un viaggio bellissimo, molto vero.

Come hai scelto i brani da inserire nel disco?

Ho cercato quelli che mi stavano bene addosso, non sono andata ad ascoltare Lucio, ho ascoltato me, mi sono detta: “qui devi capire dove vuoi andare”.

Mi piacciono particolarmente la versione recitata di “Le rondini” e la tua interpretazione de “La sera dei miracoli”.

Ho voluto avere rispetto di Lucio, volevo far sentire il suo respiro, io quando canto solitamente non canto così. Ne “La sera dei miracoli” non ho voluto coprire Lucio, potevo cantarla con note alte, sai, io sono un contralto e non avrei avuto problemi ma, essendo un brano che lui amava tanto, ho voluto fare questa scelta.

C’è anche spazio per “L’uomo infinito”, un brano scritto da te.

Lui era davvero un uomo dal cuore infinito e ho voluto dedicargli questo brano, nel video lui poi diventa un cartone animato perché sì, nella vita lui era davvero un cartone animato. Quando Lucio se n’è andato ho fatto un sogno in cui lui mi diceva “ti ho lasciato le scarpe, adesso le devi mettere ai piedi” ed è andata così, ho portato pazienza, ho fatto passare quell’anno tremendo nel quale è scomparso, è stato davvero terribile accettare che non ci fosse più, poi ho ricominciato a fare quello che meglio so fare, cantare.

Raccontami qualche ricordo sul palco con Lucio.

Mi ha fatto cantare per 7 o 8 anni “Calling You”, non ne potevo più, fa anche rima (ride -ndr). Poi sono caduta dentro ad un brano suo, “Rispondimi”, da lì mi sono mossa poco perché gli servivo molto in quel brano. Poi mi ha fatto cantare “Quasi amore”, il brano che presentai a Sanremo. Ricordo quella volta al Festival, dietro di me c’erano 30 coristi, Lucio venne sul palco per cantare con me e quando vide quella montagna di gente voleva tornare indietro.

Quando canti le sue canzoni che reazioni percepisci da parte del pubblico?

Vedo occhi lucidi e sorrisi sinceri.

A New York, al Madison Square Garden, durante il Tour Dalla-Morandi, Lucio ti ha detto “vai e fai uno slego”, ovvero vai e improvvisa.

Eh sì, Lucio era contentissimo quella volta perché beccai le note giuste. Alla fine il pubblico si alzò in piedi e mi applaudì forte.

Un aneddoto che mi vuoi raccontare?

Lucio era spesso da solo, si annoiava e mi chiamava alle 2 o alle 3 di notte, si parlava di musica, brontolava un po’ se non gli dicevo subito sì.

Aveva un pappagallo che parlava e al quale insegnava le parolacce, una volta andai su e il pappagallo mi disse: “come sei brutta” (ride -ndr).

Hai qualche data live in programma prossimamente?

Ho un concerto a Saint-Vincent poi altre date qua in giro a Bologna, ad esempio al Bravo Caffè con Teo Ciavarella.

Grazie mille per il tuo tempo Iskra!

Grazie a te Marco, è stato un piacere!

MARCO PRITONI